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 2014  novembre 14 Venerdì calendario

ITALIA PARADISO DEL FAIR PÒAY IN CONFRONTO A JONI ERNST, LA SENATRICE CASTRA-OBAMA


Le elezioni del Mieterm americano hanno prodotto una star. Prima completamente sconosciuta, oggi senatrice repubblicana dello Iowa, la signora Joni Ernst, reduce dell’Iraq dove è stata tenente colonnello, è comparsa sorridente in tv – in decine di migliaia di spot – annunciando il suo programma di contadina-soldato: «Sono cresciuta in una fattoria e so come si castrano i maiali. Voglio fare la stessa a cosa a Washington. Facciamoli squittire». A causa di queste intenzioni, è stata eletta a valanga e si parla per lei di un grande futuro. L’idea di un presidente nero che squittisce nelle mani di una donna reduce dall’Iraq deve aver fatto presa, specie in un momento in cui il telespettatore americano ha visto ogni settimana in televisione un concittadino tranquillamente sgozzato da un membro del califfato islamico, mentre il presidente non fa niente.
Pare comunque che sia la prima volta (e per questo merita di essere segnalata negli Annali) che un senatore si esprima a favore di violenza fisica nei confronti degli avversari politici e che pregusti un certo godimento nell’azione; ma forse è solo un altro tabù che è stato superato. La propaganda negativa contro l’avversario politico è sempre stata il sale degli spot televisivi delle campagne politiche americane; d’ora in poi, però, i candidati che vorranno emulare Joni Ernst, e fare tesoro della sua lezione, si potranno sbizzarrire in propositi di torture contro l’avversario politico.
Questo porta alle riflessioni e alle comparazioni più disparate. Si può, per esempio, meditare su quanto sia piccola cosa la nostra macchina del fango (in genere banale, sessualmente orientata, tra emofobie, calippi e gelati) o su quanti voti abbiano portato i vaffa di Grillo o, a suo tempo, le doppiette padane di Bossi. Sul vittimismo di Berlusconi e sulla sua paura dell’arrivo dei comunisti. Ricordo che anni fa un manifesto di Rifondazione Comunista che invocava una piccola tassazione progressiva, intitolato Anche i ricchi piangano, venne ritirato dai promotori, spaventati dall’idea di essere stati troppo violenti e che, in realtà, anche in campagna elettorale, un certo fair play in Italia abbia quasi sempre retto, e comunque non sia mai arrivato alla soglia della minaccia fisica. Anzi, a voler essere ancora più obbiettivi, la disputa politica italiana è migliorata di molto. Un tempo in Italia – è bene non dimenticarlo – gli uomini politici venivano uccisi, rapiti, feriti, sequestrati; oggi è vero che sono in genere malvisti e invidiati perché appartenenti a una casta piena di privilegi, ma sono pur sempre e felicemente al centro della scena senza particolari pericoli.
Se c’è un rischio oggi in Italia è forse quello della troppa bontà. Matteo Renzi in questo è un fenomeno: non ha nemici, al massimo qualche vecchio burocrate o qualche invidioso; non ha risentimenti, non ha rancori, non ha riferimenti storici, non ha vendette da compiere. Pare solo impegnato in una faticosa opera di svecchiamento, che però supererà con il concorso e la buona volontà di tutti. Anche dei sindacati, naturalmente.