Gianluca Di Feo, L’Espresso 14/11/2014, 14 novembre 2014
QUANTO COSTA UN TRIBUNALE
Per l’attività completa del loro tribunale i cittadini della provincia di Bologna spendono ogni anno 16 euro: una cifra che comprende tutti i procedimenti di primo grado. Con una scoperta sorprendente: la giustizia civile in gran parte si autofinanzia. Sì, le cause di famiglia, quelle sui minori, quelle di lavoro, quelle con le assicurazioni ma soprattutto le controversie che regolano la vita delle aziende hanno costi molto ridotti per la collettività. Sono i risultati rivoluzionari di uno studio mai tentato prima: analizzare nel dettaglio i conti di un tribunale. Un’operazione che permette finalmente di farsi un’idea chiara sul bilancio della macchina giudiziaria e impostare qualunque riforma su una base concreta.
L’ha realizzata Civicum, la fondazione che da un decennio si occupa di promuovere la trasparenza e il merito nella pubblica amministrazione. In passato si è accanita per fare luce sui bilanci dei Comuni, con un progetto che ha spinto i municipi a rinnovare i criteri della contabilità. Adesso si dedica a un nuovo tema, reso oscuro dall’intreccio di competenze tra più ministeri ed enti locali. «Noi pensiamo che sia più facile sbrogliare i gomitoli partendo da uno dei fili, così forse si riesce a trovare il bandolo della matassa», semplifica Federico Sassoli de Bianchi, l’imprenditore che ha fondato Civicum. Così si è partiti da una sede giudiziaria di media grandezza, Bologna, che però serve da riferimento per esplorare l’intero pianeta della Giustizia. Anche in questo caso, è stata determinante la collaborazione dei soggetti che si fanno carico delle spese: oltre al Tribunale, ci sono la Ragioneria Generale dello Stato e il Comune di Bologna. L’elaborazione finale è stata possibile grazie al finanziamento di Unindustria, l’associazione delle imprese del capoluogo emiliano. L’obiettivo di Civicum non è denunciare sprechi e caste, ma fornire numeri e linee guida: individuare i problemi, le eccellenze e dove si può migliorare. «Vogliamo contribuire ad avvicinare i cittadini alla pubblica amministrazione e ricostruire la fiducia nelle istituzioni», spiega Sassoli de Bianchi.
I risultati sono sintetizzati nella tabella a fianco. Nel 2013 il Tribunale è costato 27 milioni 812 mila euro. L’incidenza maggiore è il personale, che ricade sul ministero dell’Economia: poco meno di 16 milioni 800 mila euro, pari al 60 per cento. I soli stipendi dei magistrati richiedono 11 milioni l’anno. Per il funzionamento della struttura tocca al Comune anticipare circa sei milioni: ben quattro milioni e mezzo vanno per l’affitto della sede. Poi ci sono le cosiddette spese di giustizia, a carico del dicastero di via Arenula: qualche euro meno di cinque milioni.
E le entrate? In tutto 10 milioni e 961 mila euro, tra ricavi diretti e indiretti. Questi soldi vanno per l’84 per cento all’Agenzia delle Entrate e per il resto al Fondo Unico gestito da Equitalia: di fatto il Tribunale non incassa nulla.
Stando a queste cifre, la Giustizia sembra profondamente in perdita. Ma se si entra nel dettaglio, la radiografia diventa interessante. I conti del settore penale, che deve garantire lo svolgimento dei processi e i diritti di tutti i cittadini, sono inevitabilmente in rosso. Soltanto per il patrocinio dello Stato, le difese di ufficio, ogni anno servono un milione e 700 mila euro. Sulle entrate, pesa la grande difficoltà nel recupero crediti: su 8 milioni e 800 mila euro si afferra meno di un milione e mezzo, pari al 16 per cento. Il discorso cambia quando si passa al civile. Qui a fronte di una spesa di circa 13 milioni e mezzo, i ricavi sfiorano i 10 milioni: tre quarti dei costi. E, poiché la metà delle uscite serve per pagare il personale, un aumento di produttività permetterebbe di avvicinarsi al pareggio.
Se l’analisi viene limitata al Tribunale per le imprese, i giudici specializzati nelle materie commerciali e industriali dell’intera Emilia Romagna, costi e ricavi si equilibrano: ogni procedimento in media viene 900 euro. Sono dati molto confortanti sull’efficacia di questa nuova struttura, nata nel settembre 2012: una riforma che il governo Renzi vorrebbe potenziare. Migliorando i servizi per le aziende e, in base a questi dati, forse creando anche degli utili per lo Stato.
Una miniera d’oro sono i decreti ingiuntivi, azioni legali dei creditori contro i debitori: un tema caldissimo in tempo di crisi. In un solo anno a Bologna sono state avviate procedure per un miliardo e mezzo di euro. Lo Stato intasca un contributo dell’uno per mille, che vale un milione e 650 mila euro: il doppio rispetto all’esborso per il personale dedicato a questo compito.
Gli esperti di Civicum hanno realizzato una proiezione per stimare i costi lordi di tutti i 140 tribunali ordinari d’Italia: un miliardo e mezzo di euro l’anno. Questo è il prezzo solo per il primo grado dei processi: un prezzo per il quale i cittadini hanno diritto a un servizio migliore.