Dan.Dim., Il Tempo 14/11/2014, 14 novembre 2014
È DEL PREMIER RENZI IL GOVERNO DEI RECORD TROPPE FIDUCIE E INTERROGAZIONI SENZA RISPOSTA
Il governo dei record. Matteo Renzi detiene il primato del maggior numero di fiducie e del minor numero di risposte alle interrogazioni parlamentari.
A sciorinare i numero è il sito openpolis.it. Dalla XIII Legislatura in poi, l’attuale esecutivo è quello che ha più abusato del voto di fiducia. Il tasso leggi approvate-fiducie chieste al Parlamento è schizzato al 77%. Prima il record era di Monti, con un tasso che era quasi la metà di quello di Renzi (45%).
Dalla fine della pausa estiva a oggi il dato è persino incrementato. Fino ad agosto il tasso leggi approvate-voti di fiducia era del 75%: l’incremento è quindi del 2%. Con la ripresa dei lavori a settembre, siamo arrivati a 26 leggi approvate durante il Governo Renzi, e 20 mozioni di fiducia. In poco più di un mese, le fiducie sono state tre, l’ultima delle quali sul JobsAct. Il tasso è salito al 77%, il che vuole dire che su 10 leggi approvate, poco più di 7 hanno avuto bisogno di un voto di fiducia. Nessuno da Prodi in poi si era leggermente avvicinato a questo numero, con il Governo Monti come lontano secondo (45%). La media, degli ultimi 11 Governi, è dell’11,63%.
Numeri allarmanti anche per quanto riguarda la risposta alle interrogazioni parlamentari. Sempre secondo Openpolis, da inizio legislatura a oggi, oltre l’80% delle interrogazioni parlamentari non ha ricevuto risposta. Se questa non è una novità, lo è il fatto che questo strumento, di solito appannaggio dell’opposizione, è stato usato con maggior successo dal Pd.
Uno dei compiti che la Costituzione affida al Parlamento è il controllo sull’attività del governo. Ciò avviene soprattutto attraverso le interrogazioni a risposta scritta che deputati e senatori rivolgono ai ministri. Uno strumento necessario per il controllo e il monitoraggio di come agisce l’esecutivo. Ultimamente, però, è stato uno strumento dimenticato dai vari governi che si sono susseguiti. Nella scorsa legislatura, il governo guidato da Silvio Berlusconi aveva risposto al 39,33% delle interrogazioni parlamentari, mentre il governo Monti si era fermato al 29,33%. I governi Letta e Renzi messi insieme non hanno certamente migliorato la situazione.
Delle oltre 9.200 interrogazioni a risposta scritta depositate in oltre un anno e mezzo di Legislatura, infatti, poco più di 1.300 hanno ricevuto risposta. Una percentuale di successo che a malapena supera il 14%, lasciando ben oltre l’80% delle interrogazioni non concluse.
Per sua natura lo strumento delle interrogazioni parlamentari a risposta scritta è solitamente utilizzato dai partiti di opposizione, per tenere sotto controllo il governo. Stupisce quindi che fino a oggi il gruppo parlamentare che ha un tasso di risposta maggiore sia il Partito democratico (19,80%), che ha ricevuto oltre 400 risposte alle quasi 2.100 interrogazioni depositate.
Ultime in classifica per percentuale di successo Nuovo Centrodestra (8,22%) e Grandi Autonomie e Libertà (8,86%). Gruppo parlamentare con maggiori interrogazioni depositate è il Movimento 5 Stelle, oltre 2.700, ma il numero di quelle con risposta non raggiunge neanche quota 300.
È quindi abbastanza normale che le opposizioni denuncino la scarsa sensibilità del governo nei confronti del Parlamento e lo scarso spirito di collaborazione istituzionale dei ministri nei confronti di deputati e senatori. I mal di pancia tanto per l’eccessivo numero di voti di fiducia quanto per l’esiguità delle risposte alle interrogazioni – sono sparsi un po’ ovunque: dai Popolari per l’Italia al Nuovo Centrodestra, fino ad arrivare al Movimento 5 Stelle e a Sel. Non sorprende neppure che a lamentarsi sia anche il partito del premier, il Pd. L’ultimo caso è di ieri: i deputati Nicodemo Oliviero e Michele Anzaldi sottolineano come dal 15 settembre a oggi il ministro dell’Ambiente non risponda a un’interrogazione sulla morte dell’orsa Daniza e che una risposta sia arrivata solo ieri dal sottosegretario Barbara Degani. Risposta giudicata comunque insufficiente.
Dan.Dim.
(Daniele Di Mario)