varie, 14 novembre 2014
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LONATI Ettore • Botticino Sera (Brescia) 8 giugno 1938. Industriale. Finanziere. Presidente della Lonati, azienda leader nelle macchine per produrre calze (90 per cento del mercato mondiale per la donna, 551 dipendenti, nel 2013 ha prodotto novemila macchinari, esportandone l’85%)
LONATI Ettore • Botticino Sera (Brescia) 8 giugno 1938. Industriale. Finanziere. Presidente della Lonati, azienda leader nelle macchine per produrre calze (90 per cento del mercato mondiale per la donna, 551 dipendenti, nel 2013 ha prodotto novemila macchinari, esportandone l’85%). Presidente e amministratore delegato di Alfa acciai. Fino al maggio 2008 presidente e amministratore delegato di Hopa, la finanziaria bresciana fondata da Emilio Gnutti, fu protagonista nelle scalate Olivetti, Telecom, Bnl, con le conseguenti vicende finanziarie e processi tutti conclusi con la sua assoluzione.
• Figlio del Cavaliere del Lavoro Francesco, fondatore nel 1946 della Lonati Spa. A diciotto anni, dopo aver frequentato l’Istituto Moretto di Brescia, entra nell’azienda paterna occupandosi inizialmente del settore commerciale estero, contribuendo all’estensione della rete di vendita che oggi si estende a oltre 50 Paesi. Nel 1974 diventa amministratore della società immobiliare Sviluppo 74. Nel 1980 è amministratore dell’Alfa Acciai (della quale diverrà, in futuro, presidente), società siderurgica con una capacità produttiva di tre milioni di tonnellate all’anno di acciaio per cemento armato e, nel 1992, assume la carica di amministratore delegato della Finanziaria “Siderurgica Investimenti”, holding di controllo del Gruppo Alfa Acciai. Prima amministratore poi presidente (1984 e 1986) della Dinema Srl di Brescia, società che si occupa di progettazione e produzione elettronica industriale. Alla professione di imprenditore affianca sempre più quella di finanziere: nel 1988, entra a far parte del cda della Banca Agricola Mantovana. Nel 2001 diventa consigliere di Hopa, la finanziaria bresciana fondata da Emilio Gnutti.
• Più recente la diversificazione attuata dal Gruppo con investimenti nel settore agroalimentare con l’acquisizione della Cascina Sei Ore (che si occupa della produzione, lavorazione e vendita del latte e di allevamento e vendita bovini), con l’ingresso nel Gruppo Valtidone e con l’acquisizione di una quota della Centrale del latte di Brescia.
• Nel settembre 2013 ha inaugurato la Laas, la Lonati Anglo-American School, che si propone di educare i bambini dai tre anni in poi secondo gli standard internazionali più elevati. Oltre all’italiano vengono insegnati ai bimbi l’inglese e il cinese mandarino. «Dopo aver viaggiato tanto e visto altre scuole internazionali, abbiamo capito che a Brescia c’era spazio per un istituto del genere, in grado di impartire una specifica formazione scolastica ma anche caratteriale. Il bambino deve essere responsabilizzato fin dai primi anni scolastici» (ad Alessandro M. Innocenti) [Cds 9/5/2013].
• Nel 2007 fu il primo punito dalla Consob in seguito all’entrata in vigore della direttiva sul market abuse (sanzione di 1,5 milioni di euro per insider trading, confisca dei profitti illeciti pari ad altri 3,197 milioni e interdizione dalle cariche sociali per sei mesi): «L’insider, secondo la ricostruzione della Consob e della magistratura, era stato compiuto sui titoli Cmi (in cui erano presenti i Falck) tra il febbraio e il 19 marzo del 1999, seguendo le informazioni privilegiate fornite da Emilio Gnutti: Chicco aveva anticipato all’amico e socio Lonati che ci sarebbe stato uno spin off delle attività immobiliari della società (attiva anche nell’energia da fonti riciclabili e nell’ambiente) nella costituenda Investimenti Immobiliari Lombardi (la Iil) in cui sarebbe entrato lo stesso Gnutti (e in seguito la Popolare di Lodi, all’epoca gestita da Gianpiero Fiorani)» (la Repubblica).
• Condannato in primo grado a quattro anni e un mese per il crac Bagaglino-Italcase, assolto in appello (maggio 2009).
• Coinvolto, con il fratello Tiberio, nel processo per il tentativo di scalata dell’Unipol alla Bnl: «Condanna a tre anni e mezzo e 900.000 euro di pena pecuniaria con 15 milioni di euro di risarcimenti, tutto poi ribaltato dall’assoluzione in appello, quindi annullamento in cassazione dell’assoluzione, e nuova assoluzione in appello, tra l’altro nel merito “perché il fatto non sussiste”, e non solo per prescrizione dell’aggiotaggio maturata nel frattempo a distanza di più di 8 anni dai fatti: (…) esce giudiziariamente intonsa la tentata scalata alla Banca Nazionale del Lavoro nell’estate 2005 da parte dell’Unipol» (Luigi Ferrarella) [Cds 7/12/2013].
• «Vendendo le loro azioni Bnl all’Unipol di Consorte i fratelli Lonati intascarono qualcosa come 105 milioni di euro» (Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella) [Cds 10/4/2010].
• Prosciolto, con altri sette su trentadue indagati, dall’accusa di finanziamento illecito dei partiti, per un versamento di 15.000 euro all’associazione “Amici del Pdl”: il gup Marco Cucchetto ha ritenuto «che i fondi versati all’associazione fossero indicati in una serie di delibere, anche se non segnati a bilancio e che quindi non ci sia stato alcun illecito» (Wilma Petenzi) [Cds 22/5/2013].
• Assolto – con, tra gli altri, Emilio Gnutti – nel processo per la bancarotta, risalente al 2003, della Shs (produttrice di un software per il passaggio alla tv digitale): secondo l’accusa, la società era stata ridotta «a una scatola vuota per lasciare a bocca asciutta i creditori, ma non i soci investitori che sarebbero appropriati del capitale di rischio dopo aver manipolato i bilanci per avviare la disarticolazione della società, sottraendo dal patrimonio circa venti miliardi delle vecchie lire» (Mara Rodella) [Cds 2/10/2013].
• Indagato con altri ventisei, dopo una inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Venezia, per falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata: «sotto l’asfalto dei 18 chilometri che separano Longare da Agugliano, in provincia di Vicenza, ci sarebbero almeno 155.836 metri cubi di scorie di acciaieria non bonificati (…). Il sospetto è che qualcuno abbia sparso materiale altamente inquinante invece di ghiaia inerte» [Cds 7/7/2013].
• Cinque figli, quattro con la prima moglie Gianna Franzin e la quinta figlia, Esther Virginia, avuta dall’attuale moglie Donatella Meneghini. Fratello di Fausto (Botticino Sera 22 febbraio 1941), amministratore delegato della Lonati, e Tiberio (Botticino Sera 27 aprile 1944 – Brescia 16 dicembre 2013), già consigliere delegato della azienda di famiglia e, successivamente, amministratore delegato della Santoni.