Fulmini 15/11/2014, 15 novembre 2014
ARTE «C’erano Rivera, Baggio, Maldini, Baresi… Siete un popolo supertalentuoso. Il fatto è che avete un po’ tradito arte e talento sviluppando, primi al mondo, concetti tattici e di gioco collettivo che sono stati portati all’esasperazione: così, senza lavoro individuale nei vivai, i talenti non sviluppano il loro potenziale negli anni formativi
ARTE «C’erano Rivera, Baggio, Maldini, Baresi… Siete un popolo supertalentuoso. Il fatto è che avete un po’ tradito arte e talento sviluppando, primi al mondo, concetti tattici e di gioco collettivo che sono stati portati all’esasperazione: così, senza lavoro individuale nei vivai, i talenti non sviluppano il loro potenziale negli anni formativi. Bisogna produrre giocatori, non risultati, almeno nei vivai» (Zvone Boban). CORRERE «Col nuovo tecnico mi trovo benissimo, mi chiede di correre, correre, correre, avanti e indietro. Spendo molto, ma a me piace, attaccare e difendere allo stesso tempo» (l’esterno svizzero dell’Udinese Silvan Widmer). PAZIENZA/1 «Non bisogna pensare a quello che è stato, ma a quello che è e che sarà. Siamo sulla strada giusta. Ci vuole un po’ di pazienza. Finora hanno trovato il gol in tanti, ma hanno segnato poco gli attaccanti. I gol di Torres e Pazzini arriveranno. Mi auguro che Torres faccia come Crespo con Ancelotti: per mesi non ha segnato, poi si è sbloccato ed è diventato... Crespo» (Pippo Inzaghi). PAZIENZA/2 «Durante la mia carriera non ho mai avuto pazienza. Quando capivo di non giocare, preferivo andare via, è accaduto anche in altri club. È chiaro che mi sarebbe piaciuto vincere e rimanere di più alla Lazio, che considero ancora oggi la mia casa, ma non è stato semplice» (Marco Di Vaio). VICINO «Io a San Siro mi sentivo sostenuto e protetto; quando giocavo io non c’era ancora il terzo anello, la gente stava in piedi, si sentivano la spinta dei tifosi, la loro passione, la forza di trascinamento. Si sente che il pubblico è esigente, ma anche competente. E che ti sta vicino. Dire che San Siro è uno stadio speciale non è un luogo comune, è la verità» (Lele Oriali). BOLLITI «A volte sento che le società non vogliono gli allenatori di una certa età perché sarebbero bolliti. Balle: in questi anni ho preso il brevetto di volo e ora mi sono rimesso in gioco» (Gigi Cagni). VECCHIO «La gente non capisce che quando decido di saltare una partita non è perché sto pensando a come starò durante i playoff, ma a come mi sentirò quando sarò vecchio, quando dovrò andare alla cerimonia di laurea dei miei figli, o un incontro di lavoro. Non voglio sentir dolore per qualcosa che ho fatto oggi» (Derrick Rose, play dei Chicago Bulls).