Andrea Montanari, MilanoFinanza 14/11/2014, 14 novembre 2014
RCS RIDUCE LE PERDITE E IL DEBITO
L’obiettivo dichiarato è chiudere l’anno con una perdita inferiore ai 200 milioni (nel 2013 il rosso era stato di 218,5 milioni) e con un indebitamento netto al di sotto del mezzo miliardo, come peraltro già accaduto lo scorso anno (474,3 milioni). Per centrare questi target, confermati, Rcs Mediagroup deve continuare a migliorare l’efficienza, tagliando al massimo i costi (47 milioni nei nove mesi per una proiezione sull’intero esercizio di 70 milioni, superiore alle attese iniziali di 50-60 milioni), continuando a sviluppare il business digitale e, infine, auspicando che, come altri gruppi interessati, leggasi Mediaset o De Agostini, in Spagna continui il forte recupero della raccolta pubblicitaria.
Sfide, insomma, ardue e complesse ma che il management e il consiglio d’amministrazione, in scadenza la prossima primavera, pare stiano vincendo. Questo almeno emerge analizzando i dati della casa editrice di via Rizzoli al 30 settembre. Eccezion fatta per il giro d’affari, leggermente al di sotto dei target del piano industriale, gli altri risultati sono in linea con le aspettative. Ma va detto che «la prevista riduzione della posizione finanziaria netta al 31 dicembre rispetto al 2013, potrebbe non essere raggiunta». Ciò perché «allo stato attuale gli effetti positivi sulla pfn», delle possibili cessioni di asset non-core (il 44,5% nel gruppo radiofonico Finelco e la branch Digicast), «sono previsti manifestarsi successivamente al 2014». Ma i covenant sul debito del gruppo guidato dall’ad Pietro Scott Jovane non dovrebbero essere sforati.
Rcs, nello specifico, ha archiviato i nove mesi con un fatturato di 921,5 milioni (-4,5% rispetto al 30 settembre), ma in linea se si escludono le cessioni e le chiusure di testate periodiche. In flessione del 9,9% i ricavi diffusionali, mentre quelli pubblicitari sono lievitati a 341,5 milioni grazie all’incremento della raccolta operata per conto di altri editori e all’inversione di tendenza in Spagna. Quanto ai margini di profitto, l’ebitda pre-oneri ricorrenti torna in positivo (13,7 milioni) a fronte di un dato negativo lo scorso anno (-21 milioni), mentre il mol dopo gli oneri straordinari è negativo per 16,3 milioni dai -121,3 milioni di un anno fa. Grazie a questo trend anche l’ebit migliora significativamente, passando da -178 a -69,2 milioni. A lievitare significativamente sono invece gli oneri finanziari sul debito passati da 19,8 a 31 milioni. Così la perdita scende da 175,3 a 93,1 milioni. E pure l’indebitamento anno su anno migliora, scendendo di 31 milioni a quota 515. Il tutto a fronte di investimenti per 43,7 milioni, gran parte dei quali (il 60%) destinata al business del digitale, che al momento rappresenta il 12% del giro d’affari totale. Con tutte le operazioni di ristrutturazione e razionalizzazione degli organici, oggi in Rcs lavorano complessivamente 3.967 dipendenti, 227 in meno rispetto a un anno fa.
Sul fronte delle singole attività editoriali, il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, testate entrambe rinnovate, mantengono la leadership nelle diffusioni con un boom (+31%) delle vendita delle edizioni digitali. Grazie a queste performance l’ebitda dell’area Media Italia è tornata positivo: 28,1 milioni. In Spagna, invece, se c’è la ripresa dell’advertising ed El Mundo e Marca mantengono le posizioni, i margini sono negativi: ebitda, -21,5 milioni ed ebit a -38,5 milioni. Anche l’area Libri viaggia in territorio positivo, confermandosi secondo player alle spalle della Mondadori e tornando a un mol positivo (1,3 milioni).
Andrea Montanari, MilanoFinanza 14/11/2014