Luca Gualtieri, MilanoFinanza 14/11/2014, 14 novembre 2014
DA BRUXELLES LUCE VERDE A MPS
Dopo il tour de force delle scorse settimane, arriva la prima luce verde dall’Europa per il capital plan del Monte dei Paschi. Il documento, approvato dal consiglio di amministrazione della banca senese mercoledì scorso, è stato sottoposto sia alla Bce che alla Commissione europea, che precedentemente aveva dato via libera al piano di ristrutturazione. In attesa del verdetto di Francoforte, ieri un portavoce della direzione Concorrenza della Commissione ha dichiarato che le misure annunciate da Mps «non sembrano interferire con l’attuazione del piano di ristrutturazione approvato dalla Commissione europea». Il termine «non sembrano interferire», nel linguaggio dell’Antitrust europeo, implica che il capital plan è coerente con il piano di ristrutturazione tuttora valido a suo tempo approvato da Bruxelles. «Se ci dovessero essere altre misure sottoposte alle autorità come parte del piano, la Commissione ne dovrà valutare l’eventuale impatto potenziale con il piano di ristrutturazione approvato», ha aggiunto il portavoce, specificando: «Siamo in contatto con le autorità italiane». Il via libera della Commissione era atteso, ma non scontato, specie alla luce dei problemi sorti durante la trattativa per il piano di ristrutturazione. In quel frangente Bruxelles aveva fatto penare non poco i vertici del Montepaschi e qualcuno oggi temeva che quel calvario si potesse ripetere. Va anche detto però che il capital plan punta a colmare il deficit di capitale computato da Francoforte unicamente con manovre di mercato, a partire appunto dall’aumento di capitale fino a 2,5 miliardi. La scelta di trasparenza e semplicità fatta dal management della banca, che ha escluso soluzioni ibride come un riscadenzamento o una conversione dei Monti bond, è stata insomma premiata da Bruxelles. Adesso manca soltanto il via libera della Bce, atteso per le prossime settimane. Nel corso della conference call sulla trimestrale, l’amministratore delegato Fabrizio Viola ha fatto sapere che il piano è stato inviato a Francoforte lunedì 10, dopo essere stato approvato «abbastanza rapidamente dal cda considerata la difficoltà della situazione». Dopo quel passaggio il board della banca senese potrà definire l’importo e la tempistica dell’aumento di capitale che potrebbe essere lanciato sul mercato nella primavera del 2015, subito dopo l’approvazione dei risultati di bilancio.
Oltre alla ricapitalizzazione, la banca ha messo in scaletta nel capital plan anche misure di capital management, stimate in circa 220 milioni, rappresentate da «cessioni di partecipazioni non core e attivi del portafoglio proprietario ad alto assorbimento patrimoniale, senza impatti significativi sulla redditività prospettica della banca». La banca ha chiesto inoltre alla Bce la «mitigazione del deficit» di capitale per 390 milioni, valore che rappresenta la «differenza positiva» tra gli utili operativi stimati per il 2014 e i medesimi valori stimati nello scenario avverso dello stress test della Bce.
Ieri intanto il titolo Mps ha guadagnato il 3,7% a 0,65 euro sulla scia della presentazione dei risultati trimestrali che hanno ottenuto il gradimento degli analisti. Gli esperti di Bnp Paribas notano ad esempio come i trend dei ricavi e dei costi siano «resistenti» e come il «livello record di accantonamenti» nel terzo trimestre «sia stato dovuto all’aqr». Gli esperti della banca francese non escludono che ci possano essere altri impatti dall’aqr nell’ultimo trimestre dell’anno, ma si aspettano che «il capital plan proposto alla Bce porti a una significativa riduzione dello shortfall di capitale connesso alla differenza tra lo scenario di stress e i risultati reali da inizio anno». In particolare, Bnp Paribas si aspetta che l’approvazione del piano da parte della Bce arrivi «prima della fine dell’anno». Tra gli aspetti positivi Credit Suisse segnala invece «la solida performance delle commissioni», il progresso generale fatto dalla banca senese nel processo di ristrutturazione dei costi, «il miglioramento dell’utile netto» e «l’andamento della qualità dell’attivo». Ubs infine ha sintetizzato la situazione di Montepaschi con la definizione «lavori in corso», spiegando che la perdita realizzata dalla banca senese nei tre mesi è stata «maggiore delle previsioni per via di elementi straordinari» legati all’aqr.
Luca Gualtieri, MilanoFinanza 14/11/2014