Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera 12/11/2014, 12 novembre 2014
E MOSCA LANCIA LO SPUTNIK DELLE NOTIZIE
Una volta c’era Radio Mosca a diffondere in tutte le lingue e in tutto il mondo il verbo del Cremlino. Poi, quando anche gli americani ridimensionarono le loro trasmissioni oltrecortina (Voice of America, eccetera), tutti pensarono che dalla Russia non sarebbero più stati diffusi programmi propagandistici. Ma da un po’ i tempi sono cambiati nuovamente e così Vladimir Putin ha deciso di impegnarsi in una guerra dell’informazione per la quale ha stanziato centinaia di milioni di euro. Prima la tv Russia Today, RT, in inglese e via via in molte altre lingue (non ancora in italiano), con una spesa che da 30 milioni di dollari l’anno è salita a 340 milioni. Adesso una centrale di comunicazioni che sfrutterà tutti i canali disponibili: radio, agenzie di stampa, Internet, telefoni, siti di comunicazione sociale. Una iniziativa pionieristica nel suo genere alla quale si è deciso di dare il nome del primo satellite artificiale, quello che consentì all’Urss di battere gli americani nel 1957: Sputnik, che poi vuol dire satellite, ma anche «compagno di viaggio». Da lunedì Sputnik opera con una struttura poderosa e costosissima: uffici in trenta città del mondo, più di mille dipendenti, notizie o, meglio, punti di vista diffusi in trenta lingue (per ora solo quattro). Radio Mosca di sovietica memoria era rozza e unilaterale. Russia Today ha cercato di accreditarsi come una risposta «indipendente» ai grandi network. Una specie di Cnn russa. Ma al di là delle notizie presentate e lette «all’americana», si tratta di un canale propagandistico che racconta tutto secondo l’opinione del Cremlino. Dopo l’abbattimento del jet malese sui cieli ucraini, ad esempio, ha sempre sostenuto che la colpa era del governo di Kiev, provocando anche le dimissioni di una corrispondente. Sputnik mira a essere più sottile, anche se nelle sue prime ore di lavoro sembra avviarsi sulla stessa strada di RT. Un paio di titoli per tutti: «La Nato continua la pressione militare sulla Russia»; «Washington sta diffamando Putin». Milioni di contatti in tutto il mondo, quattrini a palate, ma risultati, finora, pochi, almeno vista l’esperienza della tv. L’immagine della Russia non è certo migliorata in questi anni.