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 2014  novembre 13 Giovedì calendario

XI JINPING, L’IMPERATORE FRUGALE


La capitale mondiale del gioco d’azzardo è in crisi. Quest’anno le entrate di Macao sono crollate del 23 per cento: risultato che eguaglia il record storico, negativo, del 2005. La ragione principale della débàcle è una: sono diminuiti i viaggi e le puntate sui tavoli dei casinò dei miliardari cinesi. È uno dei tanti risultati dell’«imperatore frugale» Xi Jinping, che oltre a una campagna anticorruzione, ha lanciato anatemi contro gli stili di vita dissoluti e lo sfarzo cui funzionali e miliardari cinesi erano abituati.
Xi Jinping è presidente della Repubblica popolare, segretario del Partito comunista, capo delle forze armate, capo del team responsabile delle riforme, capo del team anticorruzione. E, dopo l’ultimo plenum del Partito comunista, si è messo anche a capo della riforma della giustizia. Sotto Xi Jinping, ha precisato il plenum del Partito, sono tutti uguali di fronte alla legge. È dunque questo il «sogno cinese» promosso dal presidente? Certo è che il più potente leader dai tempi di Deng Xiaoping ha messo sotto inchiesta quasi 200 mila funzionari e ha portato al crollo dei consumi dei beni di lusso, contrastando l’abitudine cinese dei «regali» costosi tra funzionari. Ha recuperato Confucio (stroncato da Mao), richiedendo ai funzionari amore filiale e rispetto per gli anziani. Proprio sulla base delle categorie confuciane, i membri del partito saranno valutati e promossi o degradati. Ha lanciato lo «stile di vita frugale»: lui stesso si è fatto riprendere in una piccola osteria specializzata nei jiaozi, i ravioli cinesi. Il conto? Poco più di 2 euro.
Dietro quest’apparente «umile sovrano» si nasconde una forte volontà di potenza. Xi è determinato ad affermare la supremazia cinese in Asia. Lo confermano gli accordi commerciali al vertice dell’Apec (Cooperazione economica asiatico-pacifica) svoltosi il 10 e l’11 novembre a Pechino e la storica stretta di mano con il presidente nipponico Shinzo Abe. Ed è stato sempre Xi a istituire una zona di difesa aerea alle isole contese con il Giappone e a voler installare una piattaforma petrolifera nel caldissimo scacchiere del Mar Cinese meridionale. Sua anche la decisione di non fare concessioni agli studenti di Hong Kong che chiedono più democrazia. (Simone Pieranni)