Emiliano Liuzzi, il Fatto Quotidiano 13/11/2014, 13 novembre 2014
GALLETTI, CHIACCHIERE AMBIENTALI E GOVERNO SBLOCCA-CEMENTO
Ha definito i condoni edilizi dei tentati omicidi, salvo esserne a favore quando stava al governo, insieme all’Udc, il suo grande amore, e a Silvio Berlusconi. Oggi vive di entusiasmo renziano, fatto d’arcobaleno e fantasia, ma quando nel 2010 si candidò alla presidenza della Regione in Emilia Romagna era favorevole al nucleare, salvo quattro anni dopo, diventare ecologista più degli ecologisti. Ha fatto anche un po’ di confusione sull’acqua pubblica o privata, nel senso che ha cambiato idea. Ma soprattutto, d’intesa col governo che rappresenta, con lo Sblocca Italia, ha varato uno dei peggiori decreti in materia d’ambiente della storia della Repubblica: trivellazioni, cemento senza controllo, inceneritori. Lui si chiama Gian Luca Galletti, bolognese, 53 anni, conosciuto in Transatlantico come “il commercialista di Casini”. Ha un suo perché anche nella fase Renzi: è versatile, adattabile a qualsiasi opinione, democristianissimo nell’esporre i concetti: “Si potrebbe fare, ma si potrebbe anche non fare”.
Ha stupito tutti quando, nel commentare l’ennesimo nubifragio sulla Liguria, le altre due vittime, per la prima volta nella sua vita politica è riuscito a essere perentorio: “Basta con le sanatorie, sono tentati omicidi”. Ma tutti sono rimasti a bocca aperta quando ha annunciato che per la messa in sicurezza del disastro ambientale ci saranno sette miliardi in sette anni. Verrebbe da chiedersi dove il ministro riesca a trovare un miliardo di euro da qui a pochi giorni, quando dovrebbe dare il via ai lavori, dove concentrare le priorità. Quando poi si unisce a Graziano Delrio, compagno di Dc, i toni diventano debordanti: “La tutela dell’Italia che cade a pezzi è priorità assoluta anche per la politica, che per anni ha finto di non vedere e anzi spesso ha contributo alla situazione attuale, con concessioni e zero controlli. Basta con le promesse”. Messa così ci si aspetterebbe di vedere Galletti sui luoghi del disastro, blocchetto degli assegni alla mano per eludere un eventuale assalto. Dai conti del governo improbabile che escano fuori così tanti miliardi dalla sera alla mattina.
Ma si sa e Matteo Renzi lo insegna: qualsiasi argomento ci si trovi a trattare deve essere una “priorità” e “per il bene del Paese”. Così Galletti, all’inizio dell’anno scolastico, aveva spiegato l’importanza dell’educazione all’ambiente per i bambini con tanto di due ore aggiuntive proprio per parlare del verde. Lo ha fatto il 15 settembre, alle scuole elementari Marconi di Bologna, le stesse che lui frequentò. Ma delle due ore aggiuntive non se ne parla. Se è per questo, lui e il presidente del Consiglio avrebbero dovuto visitare anche due scuole alla settimana, ma i bambini sono ancora lì che aspettano.
Impietoso il ritratto che ne fece Monica Fassoni, presidente dei verdi europei: “Galletti e i centristi di Casini sono stati sponsor entusiasti del ritorno al nucleare, paladini sistematici dei condoni edilizi, mentre nelle città e regioni dove governano sono d’abitudine tra i principali fautori della deregulation urbanistica e del consumo forsennato di territorio. Nel Lazio, ai tempi della giunta Polverini, proprio l’assessore Udc ai lavori pubblici, varò un piano casa terrificante che consentiva di costruire ovunque senza regole né limiti”. Il commercialista di Casini , a sua volta genero di Caltagirone: la somma dice cemento e lascia un certo stupore oggi che lo senti parlare così.
Senza andare a cercare il passato c’è lo Sblocca Italia sul piatto. E oltre al cemento c’è l’elettrosmog, che il governo ha trattato come un problema minore. All’articolo 6 si specifica delle “agevolazioni per la realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga”. Questo vuol dire insinuare una mimetizzata deregulation per l’avanzata delle prossime infrastrutture a supporto della connettività permanente via cellulare, visto che manca visto che non è prevista la parola autorizzazioni sulle per le multinazionali delle telecomunicazioni assegnatarie delle frequenze bandite dall’ultimo governo Berlusconi. Inoltre lo stesso decreto toglie alle toglie alle Regioni il potere di veto sulla ricerca e sulla trivellazione di pozzi di petrolio e di metano. Questo vuol dire più petrolio per tutti, nella fantasia, ma nella pratica il primo step è appunto perforare i terreni senza nessun controllo da parte degli enti locali. Anche questo il ministro Galletti dovrebbe spiegare nelle scuole che aveva annunciato di visitare.
Petrolio e cemento, capitolo contestato da tutti, per la prima volta sulla stessa linea i Verdi e i costruttori. I primi parlano del rischio di “cementificazione del demanio” e di “sostegno a interventi devastanti per il territorio”. I secondi invece si limitano a criticare il governo sui fondi destinati all’edilizia, troppo pochi per parlare di ripresa.
Galletti non ne fa un grave problema. Va avanti. Anche perché cerca di farsi vedere poco. E quando appare l’idea può variare.