Fabio Massa, Affaritaliani.it 12/11/2014, 12 novembre 2014
I MASSONI CON GLI OPERAI
«Lo scontro tra governo e sindacati? Noi massoni pensiamo che il dialogo serva sempre. Del resto quando gli uomini parlano, la guerra finisce». A parlare è il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la più antica organizzazione massonica d’Italia. Stefano Bisi commenta la solidarietà che il Grande Oriente ha voluto esprimere nei confronti degli operai delle acciaierie di Terni: «Una svolta comunista? Macché. È fedeltà alla nostra storia, noi stiamo vicino a chi soffre...».
Gran Maestro, lei ha espresso solidarietà agli operai delle acciaierie. Ma la massoneria non era una cosa d’elite? Perché questa svolta?
«Macché svolta. Siamo fedeli alla nostra storia e alle nostre tradizioni. Il Grande Oriente d’Italia è sempre stato vicino a chi soffre e a chi ha problemi. In questo caso è successo che sono passato dall’Umbria, dove c’era una riunione dei maestri venerabili. E’ stata portata all’attenzione di tutti la vicenda delle acciaierie di Terni e i fratelli hanno espresso molta preoccupazione. Secondo la nostra tradizione, la libera muratoria tutela la dignità dell’uomo, e un uomo senza lavoro rischia di perdere la dignità. Quindi perché non stargli vicino almeno con un’espressione di vicinanza?».
Insomma, nessuna svolta "comunista"?
«No, assolutamente. Noi non siamo né di centro, né di destra, né di sinistra. Siamo un’istituzione iniziatica che cerca di migliorare l’uomo e l’umanità. Noi non viviamo fuori dal mondo e dai suoi problemi. E la nostra storia lo dice. Ero a Milano qualche giorno fa a celebrare la figura del fondatore dell’Umanitaria: lasciò terreni per costruire case per chi non le aveva e dette impulso per la formazione professionale. Lo stesso racconta l’esperienza del sindaco di Roma Ernesto Nathan, gran maestro del Grande Oriente d’Italia. Poi ovviamente c’è chi la solidarietà la esprime in modo vivace ed esuberante, e chi la fa».
A proposito del lavoro e degli operai, si è parlato molto dello scontro tra i sindacati e il governo. Che cosa ne pensa?
«Io spero che la saggezza della democrazia e della politica serva e contribuisca a ridare a tanti uomini che hanno perso il lavoro la possibilità di riaverlo. Quando ci si scontra i risultati sono sempre negativi. Io credo che il dialogo favorisca sempre le soluzioni migliori».
Quindi il governo dovrebbe cercare il dialogo con i sindacati?
«Pur non dando giudizi sull’operato del governo, io credo che il dialogo serva sempre. Occorre parlare e confrontarsi. Winston Churchill diceva che quando gli uomini parlano la guerra finisce. Non a caso Churchill era un fratello massone».
A proposito di fratelli massoni, eccheggia ancora quell’editoriale di De Bortoli su Renzi e la massoneria. Ma qualche legame c’è?
«A parte il fatto che siamo entrambi toscani, no, il legame non c’è. Io ho risposto a De Bortoli che la massoneria non è di centro di sinistra o di destra, che rispetta le istituzioni di questa stato. Ogni massone può avere l’opinione che vuole in politica, ma la massoneria in quanto tale non ha un’opinione. Ancora non mi spiego perché è stata evocata la massoneria in quel frangente».
Voi siete un potere forte?
«No, direi proprio di no. Non siamo proprio un potere forte. Non c’è la libera muratoria del Grande Oriente d’Italia tra i poteri forti».