Enzo Ciaccio, Lettera43 12/11/2014, 12 novembre 2014
VALENTINA NAPPI: «QUANTO È PORNO IL COMUNISMO»
Ha esordito al cinema mantenendo il proprio nome e cognome, ha recitato col mitico Rocco Siffredi, si vanta di aver girato una sessantina di scene hard, di usare un linguaggio estremo, di essere fidanzata con un bravo ragazzo, ma «di provar piacere a far l’amore con un sacco di maschi» e di sollecitare «a esperienze di coppia aperta» anche il suo compagno.
Valentina Nappi, 23 anni, nata a Pompei dove ha studiato arte e design, fa di mestiere la pornostar (guarda le foto). Ma in molti la ritengono anche un’intellettuale di rango visto che collabora ogni mese con la serissima rivista Micromega diretta da Paolo Flores d’Arcais.
Sulle pagine firmate da gran parte dell’intellighentia progressista italiana, Valentina - detta anche ’la scugnizza del porno’ - ha di recente minacciato il filosofo Diego Fusaro di «squirtargli» (dall’inglese squirting, cioè l’eiaculazione femminile) in faccia per punirlo dell’offesa di averla definita «un verme» («Ma in senso aristotelico», era stato precisato) nell’ambito di una dotta polemica su Karl Marx, la destra del denaro, la sinistra del costume e altri temi di altissima speculazione politica.
Valentina, che di recente è volata anche a Hollywood a sperimentare le sue evidenti doti artistiche, ha accettato di discutere con Lettera43.it di filosofia, sesso, politica, sentimenti e molto altro ancora.
La recente polemica a suon di insulti con il filosofo Diego Fusaro su Micromega ha sorpreso sia il pubblico popolare che quello colto. Confessi: è stata una sfida casuale o un’operazione cultural-mediatica sapientemente costruita a tavolino?
RISPOSTA. È stato tutto assolutamente casuale, io e Fusaro siamo nemici veri.
D. Fusaro l’ha paragonata a un verme. Si è sentita offesa?
R. No, faceva parte del gioco.
D. È stata accusata di aver definito «fascista» tutto quanto non corrisponda al cosiddetto pensiero unico, cioè la smania di denaro, di consumo, di godimento a ogni costo. Come si difende?
R. In realtà, chi parla di pensiero unico dominante non vuole attaccare smania di denaro, di consumo, di godimento, ma la modernità.
D. Cioè?
R. Chi fa tali discorsi è un comunitarista anti-moderno, come Alexander Dugin: è questa la verità.
D. Lo fa capire anche a noi, per piacere?
R. La modernità politica si fonda su Hobbes ed è incompatibile con il comunitarismo. Se rinunci a Hobbes, rinunci all’Europa moderna. Lo stesso comunismo (per come lo intendo io: ateo, scientista, tecnocratico) è incompatibile con il comunitarismo.
D. Ha esordito nel cinema hard con Rocco Siffredi, ha girato circa 60 scene bollenti, eppure non si definisce una pornostar. Cos’è, allora?
R. Senz’altro porno, non so se star.
D. Davvero, come ha detto, guadagna «solo 500 euro a scena»?
R. Il 2014 è l’anno in cui ho guadagnato di più.
D. Quanto?
R. Circa 30 mila euro lordi. Si sappia che ho una partita Iva e che pago regolarmente le tasse.
D. È ricca? Quanto guadagna?
R. Confermo: 500 euro a scena. Però faccio notare che non giro di certo una scena al giorno, ma mediamente una a settimana. Ci sono periodi in cui sto totalmente ferma.
D. In molti si chiedono: ma Valentina ci è o ci fa? Cioè, trattasi di una ragazza del Sud furbacchiona e creativa che ha indovinato il modo per far soldi col proprio corpo oppure è una intellettuale che usa il sesso per esprimere la sua filosofia di vita?
R. Non sono un’intellettuale. Non “faccio soldi” col mio corpo. Su che cosa significhi “fare soldi col corpo” sarebbe necessaria una lunga chiarificazione logico-linguistica.
D. Non fa niente. Piuttosto, quanto è furbacchiona?
R. Non sono furbacchiona. Cerco di fare bene quello che faccio e provo a ragionarci su, punto.
D. Che cosa pensa della violenza sulle donne?
R. È un problema statisticamente marginale. Perché non si parla invece del fatto che il suicidio è un male prevalentemente maschile? E che sono soprattutto gli uomini, per esempio, a morire nei luoghi di lavoro?
D. Che cosa pensa della mercificazione del corpo della donna?
R. La domanda è logicamente mal posta.
D. La corregga.
R. «Mercificazione del corpo» vuol dire commercio di organi. Se invece parliamo di mercificazione dell’immagine del corpo, quella riguarda anche i modelli e le modelle per i libri di medicina, e non mi sembra sia considerato un problema. C’è tutta un’ideologia dietro quest’uso improprio delle parole.
D. Che cosa è oggi educativo, in tema di sesso, per chi è adolescente?
R. È educativo far capire che non deve esserci alcuna differenza fra maschi e femmine negli approcci con l’altro (o con lo stesso) sesso. Bisogna spiegare che quanto viene descritto dalla letteratura, dal cinema eccetera è tutto sbagliato.
D. Sbagliato, ma perché?
R. Ancora oggi il cinema rappresenta stilemi di comportamento diversi fra maschi e femmine negli approcci sentimentali e sessuali. C’è bisogno di un cinema nuovo, di una letteratura nuova, in cui tali differenti stilemi non si diano più.
D. Nuovi in che senso?
R. Forse prima di arrivare alla parità è necessario un periodo di ’rovesciamento’: le femmine devono fare i maschi e i maschi le femmine. E parlo anche dei piccoli atteggiamenti (linguaggio del corpo, espressioni del volto in reazione a un approccio sessuale) normalmente considerati femminili o maschili. Bisogna invertire Romeo e Giulietta, Renzo e Lucia.
D. Massimo Cacciari, Marcello Veneziani, Ernesto Galli della Loggia, Roberto Esposito, Diego Fusaro, Vittorio Sgarbi: chi giudica, tra questi uomini di cultura, il più sexy e emotivamente appetibile?
R. No comment.
D. Saggi di filosofia, romanzi rosa, giornaletti: che cosa legge Valentina Nappi?
R. Per il mio compleanno il mio amico Emiliano Brancaccio mi ha regalato Psicologia di massa del fascismo di Wilhelm Reich. I romanzi rosa e i giornaletti non li leggo, eccheccazzo.
D. Quando le hanno offerto la collaborazione alla rivista Micromega, si è meravigliata? Ha pensato per un attimo a uno scherzo? A proposito, come sta andando la rubrica?
R. Per nulla meravigliata, visto che è stata in parte una mia idea. La mia rubrica sta andando bene.
D. Che cosa pensa dei concorsi come Miss Italia o altri di tal genere?
R. Molte ragazze non sono propriamente smart...
D. Tra le donne impegnate in politica, chi potrebbe essere - secondo lei - una convincente attrice hard?
R. Nessuna.
D. C’è una donna che le piacerebbe vedere presidente della Repubblica?
R. Perché una donna? Non amo queste domande implicitamente sessiste.
D. Lei è di Pompei, la città sacra per eccellenza. Si sente straniera in patria? Che tipo di rapporti ha mantenuto con il suo paese di origine?
R. Adesso mi rispettano tutti, non ho problemi.
D. Ama pronunciare frasi forti e spiazzanti. Perché usa sempre un linguaggio così esplicito?
R. Tutto dovrebbe essere esplicito. L’implicito nasconde una ben precisa visione delle cose, una ben precisa ideologia.
D. Come si vede fra 30 anni? Zitella, fidanzata, sposata, madre o che altro?
R. Mi vedo regista porno e forse pornostar.
D. Rinuncerebbe per sempre al porno per il cosiddetto grande amore?
R. Nessun grande amore ti chiederebbe di rinunciare a quello che fai.
D. Esiste il grande amore?
R. Dipende dalla definizione di “grande amore”.
D. Che cosa è per lei l’amore?
R. L’amore è quel logos universale a cui allude la musica di Bach. Una storia d’amore è la condivisione di una tensione verso tale logos universale. Il vero amore è quindi qualcosa di profondamente ideale e razionale. È appannaggio di pochi, di pochissimi.
D. La gente normale non ne è capace?
R. Le coppiette comuni non sperimenteranno mai il vero amore, ma soltanto un istinto riproduttivo sublimato.
D. Quando è grande amore?
R. C’è solo quando compare una sensibilità condivisa, una fede nell’idea che c’è qualcosa da inseguire - non necessariamente la stessa cosa, e non necessariamente qualcosa di chiaro, di definito - che va al di là del pezzo di pane o del tetto sotto cui ripararsi.
D. Sinistra dei costumi, destra del denaro: le definizioni sono del suo “nemico” Diego Fusaro. Si tratta di frasi fatte o fotografano realisticamente la condizione della politica italiana attuale?
R. È una descrizione perfetta di un punto di vista comunitarista anti-moderno, fondamentalmente ostile da una parte alle battaglie per i diritti civili, la laicità, la libertà sessuale eccetera e dall’altra a quella che Marx chiamava «espropriazione degli espropriatori».
D. Cioè?
R. Il processo di centralizzazione dei capitali (fondamentale, secondo Marx, per l’avanzamento della storia) che schiaccia la piccola e media borghesia (le quali reagiscono col fascismo, che oggi si chiama per esempio Le Pen).
D. Che cosa è il male oggi?
R. Il fascismo.
D. E che cosa è il bene?
R. Tante cose, ma innanzitutto lo sviluppo tecnologico.
D. Può dire tre cose per cui vale la pena vivere?
R. Internet, i voli low-cost, l’Unione europea. E il modo in cui queste tre cose stanno cambiando il sesso, il cibo, l’arte.
D. Se Valentina Nappi diventasse ministro dell’Istruzione, come cambierebbe la scuola italiana?
R. Sarebbe abolita ogni idea di autorità. Da quello discenderebbe tutto il resto.
D. Se lei fosse fisicamente brutta, la penserebbe allo stesso modo in tema di sesso?
R. Certamente.
D. Che cosa è la volgarità?
R. Ciò che incontra il gusto della signora borghese, il cui gusto non vuole essere offeso. Volgare è la pseudo-arte di quelli che, mentre Duchamp “scassava tutto”, raccoglievano gli applausi di un pubblico incapace di capire l’avanguardia. Era lo stesso pubblico che diceva «ma Duchamp sarebbe anche un artista? ma quella sarebbe arte?».
D. Che cos’è il buon gusto?
R. È il gusto che fa, esteticamente, pensare.
D. Il fine, secondo lei, giustifica sempre i mezzi o no?
R. Non li giustifica mai.
D. Le è mai accaduto, finora, di essersi pentita per una scena, una frase, un atteggiamento?
R. Non mi piacciono le trame di alcune scene che ho fatto.
D. Da uno a 10, quanto è stata sincera nelle risposte che in questa intervista ha dato?
R. Dieci.