Everett Rosenfeld, MilanoFinanza 13/11/2014, 13 novembre 2014
ALIBABA NON FA GUERRA ALLE BANCHE
[Intervista a Jack Ma] –
Jack Ma, fondatore e ceo di Alibaba, è ben deciso a replicare in tutto il mondo, soprattutto negli Usa, il successo del Single Day, che in Cina ha generato un volume di vendite online per 9 miliardi di dollari. E nel frattempo rassicura le banche. Con Alipay, la piattaforma dei pagamenti che in un futuro non troppo lontano sarà quotata, il gruppo non intende fare guerra alle banche, con le quali anzi i rapporti si stanno rasserenando. E il ceo non esclude un possibile accordo con Apple.
Domanda. È realistico pensare che Alibaba diventi così globale che anche negli Usa si festeggi il Giorno dei single, per così dire? Negli Usa si comprano già tanti prodotti su Alibaba, e, come lei sa, diversamente dalla Cina, il 67% dell’economia degli Usa è fatto dai consumi.
Risposta. Penso ci sia una grande opportunità anche negli Usa. Perché organizziamo queste giornate? Non si tratta solo di una giornata di vendita online. È un momento in cui il produttore comunica con i consumatori. È un modo per far conoscere le innovazioni, i nuovi prodotti, i nuovi trend del business ogni anno. Penso che se gli americani conoscessero altri prodotti, che non vengono solo dalla Cina, ma da Filippine, Kenya, Africa Argentina e Paesi simili sarebbe un’occasione unica. Non pensiamo che possa succedere l’anno prossimo, ma nei prossimi cinque anni sì.
D. Se e quando questo momento arriverà negli Usa, o in altri Paesi, potrete configurare diversamente la piattaforma di Alibaba, che si tratti di Alibaba, AliExpress, Taobao, o TMall, e pensate di differenziarle dagli Amazon o dagli eBay del mondo?
R. Sì, è possibile. Cinque anni fa venivamo sfidati. Alibaba può diventare più grande di Amazon? Oppure di eBay? Ebbene, fidatevi di questa generazione dell’innovazione, stanno cambiando le cose ogni giorno. Tutti lo vedono. Si vogliono novità, articoli economici, prodotti buoni, oggetti unici? Se i consumatori sanno di poter ottenere queste cose, arriveranno.
D. Lo farete anche in Cina?
R. Sì, anche se lì è davvero difficile. Perché in Cina la ricchezza è meno diffusa. Ma se lo possiamo fare in Cina, a maggior ragione perché non negli Usa?
D. Ma in Cina approfittate della carenza di punti vendita non virtuali, dato che non ci sono tante catene di vendita al dettaglio come negli Usa, in Germania o Giappone. Poi siete avvantaggiati dalla crescita del wireless. Molte transazioni da voi gestite avvengono sui cellulari. Vantaggi ottenuti perché siete stati i primi.
R. Ma c’è anche lo svantaggio che i consumatori cinesi non sono ricchi come gli occidentali. E quindi ora cerchiamo di aiutare le aree più remote e la gente dei villaggi a guadagnare per spingere lo shopping online.
D. In Cina il consumo pesa per il 34% del pil contro una percentuale doppia negli Usa, pensate di modificare questo stato di cose in poco tempo?
R. Non ho i dati esatti, ma circa l’80-90% dei circa 200 milioni di acquirenti oggi sono giovani e non così ricchi, ma hanno iniziato a comprare. Ma ci vorrà tempo.
D. Siete arrivati a capitalizzare più di Wal-Mart.
R. Ciò mi rende nervoso. Penso a molti anni fa, quando la gente sosteneva che Alibaba fosse una società terribile, ma sapevo che eravamo meglio di ciò che la gente pensava. Oggi invece ci sono molte aspettative su di noi, il che mi preoccupa perché non siamo ancora a tale livello di eccellenza. Comunque non guardo mai il titolo.
D. Alipay non è parte di Alibaba, ma è famoso per i servizi, che includono il micro-credito. Lo quoterete?
R. Dovremmo. Dobbiamo essere molto trasparenti. Con la trasparenza ci miglioreremo. Siamo in un business legato alla finanza e siccome voglio che la società duri a lungo. Non mi interessano tanto i proventi dell’ipo, quanto la trasparenza.
D. Molte grandi banche non ne saranno molto felici.
R. Si abitueranno. Intanto hanno cominciato ad apprezzarci perché forniamo loro tecnologia e know-how. Le vogliamo aiutare, per aiutare meglio i nostri clienti. Abbiamo avuto molti scontri, molte discussioni, ma abbiamo iniziato a capirci. Sanno che non possono ucciderci e noi non vogliamo uccidere loro. Quindi abbiamo iniziato a lavorare insieme. Abbiamo spiegato che possiamo fare le cose in modo più efficiente, economico e veloce. Vogliamo cercare di aiutare le piccole imprese e i consumatori che usano la loro tecnologia. Le banche da sole non sono in grado di farlo.
D. A quando l’ipo?
R. Non abbiamo date precise. La società è pronta e sana, con una crescita sostenibile. Ma penso che Alibaba non debba diventare troppo grande. Meglio una sana e stabile crescita.
D. L’ipo avverrà in Cina o negli Usa?
R. La Cina è un posto ideale visto che l’80-90% dei giovani usa i nostri servizi e sarebbe fantastico se potessero comprare le nostre azioni. Ma non abbiamo mai detto che questo possa avvenire solo in Cina.
D. Lei ha incontrato Tim Cook poco tempo fa. È pensabile una partnership tra Alipay e Apple Pay in Cina o altrove?
R. Tutto è possibile. Apple è una grande società che ha cambiato il mondo, specialmente nel mobile.
traduzione di Giorgia Crespi
Everett Rosenfeld, MilanoFinanza 13/11/2014