Paolo Siepi, ItaliaOggi 13/11/2014, 13 novembre 2014
PERISCOPIO
Attenti a insistere con questa storia del presidente donna, non vorrei che Angela Merkel ci facesse un pensierino. MF.
Bologna: «Noi sinti ci sentiamo più italiani dei leghisti». Forse perché non pagano né l’Imu, né la Tasi. Maurizio Crippa. Il Foglio.
Nelle manifestazioni sarà prevista una «zona di rispetto». Ti pesteranno dandoti del voi. Spinoza.
I pasti dei ricchi a scopo benefico custodiscono strani misteri. In America, per mangiare un piatto di lasagne con Bruce Springsteen, bisogna versare 300 mila dollari, 240 mila euro. In Italia per mangiare un risotto con Renzi ne bastano mille. Massimo Gramellini. La Stampa.
L’introduzione fatta dal governo Monti del limite del contante a soli mille euro ha massacrato il distretto di Valenza, Vicenza e Arezzo. In compenso, il nero se ne va altrove. I lombardi comprano nel Canton Ticino, i friulani in Slovenia e i siciliani prendono l’aliscafo da Pozallo e, in meno di due ore, sono a La Valletta. Per gli orologi, Malta sta diventando un mercato importantissimo. Mario Pesercio, amministratore delegato per l’Italia della svizzera Eberhard e presidente di Assorologi. La Stampa.
Lei si meraviglia perché il sindaco di Verona, Flavio Tosi litiga con Salvini per questioni di leadership? Ma questo è un bene. Le liti accendono le idee e cancellano l’unanimismo del capo. Pietrangelo Buttafuoco. Libero.
Fortebraccio diceva di Tanassi (Psdi): «Tace perché, essendo riuscito ad avere un’idea, ha paura che gli scappi». Alfano invece al primo segno di vita del suo neurone, inizia a parlare. Poi però si inceppa: bocca aperta a fermo immagine, sopracciglia aggrottate, allarme degli astanti che temono una paresi e, mentre chiamano l’ambulanza, lo vedono improvvisamente sbloccarsi per dire cose di devastante inutilità. Marco Travaglio. Il Fatto.
Nelle sue ormai quattro legislature Luigi Zanda si è distinto per moralismo. Una volta si scagliò contro la semplice ipotesi che il Cavaliere potesse essere fatto senatore a vita: «In 67 anni di repubblica non è mai stato nominato nessuno che abbia la propria vita come Berlusconi», sentenziò, pensando al bunga bunga. Gli avrebbe ficcato una polpetta in bocca il suo stesso capo, Pier Luigi Bersani, che lo zittì all’istante, cosciente che fra i senatori a vita c’erano fior di viziosi e di cocainomani. Giancarlo Perna. Il Giornale.
«Doloroso per la sinistra voltare pagina». «Come niente, ti ritrovi alla parola fine». ElleKappa. Sette.
Per affrontare i grandi cambiamenti che ci aspettano occorre che la maggioranza invisibile trovi una voce e abbia dei rappresentanti. Servono strumenti nuovi, leader nati in mezzo a loro. Oggi, se uno del Sel o uno del Pd va da un precario, quello li manda al diavolo. Emanuele Ferragina, docente all’università di Oxford. il venerdì.
Il sindacato, se vuole avere un futuro, deve ripartire dal basso. I sindacalisti debbono considerarsi soggetti che vogliono tutelare altri e non debbono essere dirigenti di gruppi che cercano tutele. Debbono ripartire dai più deboli. Giovanni De Luna, storico del sindacalismo. il venerdì.
Un recente messaggio ufficiale di Draghi dalla Bce era diretto ai tedeschi, che sono quasi paranoici sulla politica monetaria, ma anche ai francesi e agli italiani che hanno cercato di interpretare le ultime affermazioni del presidente della Bce per giustificare la loro offensiva contro l’austerità che minaccia direttamente le regole europee di bilancio. Alexandrine Bouilhet. Le Figaro.
Sono stato presidente della Camera. Pier Ferdinando Casini. Tweet di autopresentazione.
Tra i filari delle vigne delle Langhe che pettinano il dorso delle colline mi piace allungare una mano a spigolare i piccoli grappoli dimenticati dalla vendemmia, e addentarli: buoni, asprigni e insieme dolci, come primizie di vino. È governata e mite, la campagna che ha finito la sua grande fatica; nei campi, la terra polverosa sembra mendicante sotto al cielo. E i nidi rimasti sui rami spogli degli alberi, vuoti, non aspettano anche loro di rinascere? Torneranno, i migratori, torneranno; non c’è da credere al gracchiare delle nere bande di cornacchie, che ridono sguaiate. Al tramonto, che cala rapido, le rose di novembre se ne restano diritte nel buio del giardino, col loro vessillo rosso, sull’attenti. Poi, è un attimo, e anche questa notte, come vapore dalla valle, salirà la nebbia, e intorno, di colpo, non ci sarà più niente. Solo quell’impalpabile velo che si addensa e dissolve, e poi rinserra le fila come un esercito assediante. Marina Corradi. Avvenire. it.
Orfeo vide il modesto pianoforte nero dove ricordava il nonno seduto a strimpellare in attesa della cena, quei pochi motivi d’opera che sapeva a orecchio, veloce e meccanico come una pianola. Luigi Santucci, Orfeo in Paradiso. Mondadori.
Françoise sarebbe stata in grado di fare innamorare anche un colonnotto di una strada statale. Christine Okrent, Françoise Giroud. Fayard, 2003.
Non sono né incazzato né pessimista. Sono anarchico e mi difendo come posso dall’invadenza, dal declino, dalla povertà umana. L’uomo è scomparso, non è più al centro. Cioè la società è molto più individualista, ma l’uomo nasce, vive, ama, lavora, dorme, piange e tutto il resto non interessa più. Pessimista non lo sono. Nemmeno Leopardi lo era, secondo me. «Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: / e il naufragar mi è dolce in questo mare». Un uomo che scrive queste cose è un allegro ottimista! Giancarlo Giannini, attore. Il Fatto.
Milena era una ragazzetta con le lentiggini, dopo appena un mese di quei buoni mangiarini dei Balducci, e co quer materazzo de lana sotto, e l’imbottita sopra, in der letto, aveva sùbito principiato a metter polpa: du meloncini ritonni sotto la camicetta: un discreto emisfero, dietro. Ma insieme co la polpa de vitella j’era cresciuta pure la voja de rubà, e di dì bucie in proporzione. Rubava di credenza: e di borsellino sur comò: mentiva co la bocca. La lingua le andava dietro alle unghie senza manco pensacce come la coda dietro ar culo, si uno è un cavallo. Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti, 1957.
Rétro: alla moda dopo che è andato fuori moda. Michele Lucchi, Gli attributi dell’architetto. Corradini.
È finita l’egemonia della sinistra. I superstiti non sanno più a chi obbedire. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 13/11/2014