m.iar., La Gazzetta dello Sport 12/11/2014, 12 novembre 2014
INFRONT FINANZIA IL PALLONE CON 1 MILIARDO E CENTO MILIONI
C’è un numero che dà l’idea di quanto pesi Infront nel sistema calcistico italiano: 1 miliardo e 100 milioni di euro. A tanto ammonta l’impegno finanziario annuo della società di consulenza considerando il minimo garantito di 980 milioni per i diritti tv della Lega Serie A, quello fresco fresco di 14 milioni per la pubblicità della Figc e i circa 100 milioni spesi per la commercializzazione di una serie di diritti delle singole società. Quali? Atalanta, Chievo, Genoa, Inter, Lazio, Milan, Palermo, Sampdoria, Udinese, Verona e in B il Bari per la gestione di marketing e sponsorizzazioni; Roma per il media package. E poi c’è lo sfruttamento delle immagini d’archivio: 18 società su 20 di A hanno firmato un contratto con Infront, cioè tutte tranne Sassuolo e Torino.
Sopravvivenza Un miliardo e 100 milioni è tanto, soprattutto se rapportato al giro d’affari da 1,7 miliardi della Serie A. La fetta più grande, quella da cui dipendono i destini delle squadre italiane, deriva dalla vendita dei diritti televisivi, che dal 2010 è centralizzata, con la consulenza appunto di Infront. Non un semplice advisor: la garanzia di risultato che offre alle società è determinante. Un paracadute reso possibile dalla crescita impetuosa di Infront Italy e dal sostegno del fondo d’investimento Bridgepoint, che controlla tutto il gruppo con base a Zurigo presieduto da Philippe Blatter, nipote del capo della Fifa. Così il minimo garantito alla Serie A è schizzato a 980 milioni annui per il 2015-18 e salirà fino a quota 1 miliardo per il 2018-2021: rinnovo già scattato dal momento che, tra pay tv ed estero, la Lega ha brindato ai 1129 milioni di ricavi annui.
Che ascesa In cambio di questi minimi garantiti, Infront riscuote laute commissioni (40 milioni dalla Lega in questa stagione) e, dove previsto, la suddivisione dei proventi. Gli affari vanno benissimo, il fatturato cresce (231 milioni nel 2013, +12%) e si accumulano profitti (12 milioni, come nel 2012). Un raggio d’azione sempre più ampio: dopo aver fatto impennare i ricavi commerciali del Milan, con un +40% al primo anno, qualche mese fa Bogarelli ha messo sotto contratto l’Inter di Thohir garantendole un minimo di 20 milioni annui. Sarà solo un caso se i nerazzurri, che erano all’opposizione, si sono avvicinati al governo di Lega e hanno votato Tavecchio in Figc? L’ultimo colpo è stato proprio la Federazione: advisor pubblicitario per il quadriennio 2015-18 per un totale di 57 milioni garantiti (14 a stagione).
Diversificazione Infront non è solo calcio: una trentina di milioni li incassa da altri sport e da eventi extra, compreso l’affitto di un teatro-tenda di 3600 metri quadrati che ospita diversi programmi tra cui X Factor. E dentro il calcio le attività sono molteplici, come emerge dalla scomposizione del fatturato: 64 milioni per la produzione audiovisiva, 58 per la pubblicità, 43 per la commercializzazione di immagini media, 36 per le consulenze e 1 per la corporate hospitality. La nuova frontiera è la valorizzazione delle library delle squadre: immagini d’archivio in pellicola che Infront, con una struttura nuova, digitalizza e indicizza con 250 tag per poi rivenderle a valore aggiunto. Alla Roma, per esempio, versa 3,3 milioni a stagione per questi diritti. Certo, non tutti i business sono chiarissimi: basti pensare alla scommessa Bari in B. E non tutti funzionano: Bogarelli a febbraio ha rescisso il contratto col Cagliari pagando una penale di 10 milioni.