Fulmini 14/11/2014, 14 novembre 2014
FIUME «Nessuna stagione è un fiume tranquillo, un po’ di turbolenza c’è sempre. Ma è nelle difficoltà che si vede se il gruppo è forte
FIUME «Nessuna stagione è un fiume tranquillo, un po’ di turbolenza c’è sempre. Ma è nelle difficoltà che si vede se il gruppo è forte. E io allora sono tranquillissimo» (l’allenatore della Roma Rudi Garcia). LAVORO «El Shaarawy lo aspettano tanto tutti dopo le grandi cose fatte in passato, è dura essere continuo e far vedere che sei sempre lì a fare grande partite. La gente comincia a criticarti e psicologicamente è difficile. Lo ha capito ed ha lavorato per tornare a fare quello che sa. Honda è un grande professionista, sempre sul pezzo, si allena tanto. Anche quando facciamo scarico lui corre. È la dimostrazione che il lavoro paga» (Philippe Mexes). URLA «Non siamo più il Paese dei difensori. Perché si insegna solo la zona. Se io avessi lasciato mezzo metro al mio attaccante i compagni più vecchi o gli allenatori mi avrebbero urlato, anche se non avessimo subito gol» (Claudio Gentile). LIBERO «La mia dimensione è decisamente cambiata. Me ne sono accorto. Anche in gruppo godo di una considerazione diversa. Ma la mentalità con la quale penso al prossimo anno è la stessa di sempre. Perché sono uno spirito libero, in quelle fughe che possono sembrare un po’ pazze esprimo chi sono davvero» (Alessandro De Marchi). ORGOGLIO «In Germania, crescendo, il basket era in fondo alla lista degli sport come popolarità. Rappresentarla per anni nell’Nba e in Nazionale, appassionare i tifosi che hanno fatto tante volte nottata di fronte alla tv per sostenermi, è speciale. Spero di aver reso la Germania orgogliosa stasera» (Dirk Nowitzki diventato il miglior marcatore non americano della storia dell’Nba). RELAX «A luglio nella finale di Wimbledon Becker ha battuto Edberg? Boris allena Djokovic, ma non siamo più i rivali di un tempo, siamo più amici. Ora aiutiamo due campioni. C’è più relax, almeno per me» (Stefan Edberg, da gennaio coach di Roger Federer). VOTI «Un voto finale? Direi un bell’otto e mezzo. Ho fatto tante buone gare e un solo errore, ad Aragon, forse nel momento peggiore, perché senza quella caduta avrei preso un bel po’ di punti e avremmo tenuto il campionato aperto ancora un po’. Ma è successo e in una stagione così competitiva ci sta fare anche soltanto uno sbaglio» (Valentino Rossi).