Irene Soave, Vanity Fair 12/11/2014, 12 novembre 2014
INTERVISTA A SUOR CRISTINA
A qualcuno sembra un espediente commerciale.
«Ma quelli sono occhi cinici. Noi dobbiamo avere occhi nuovi».
Il suo primo singolo, Lungo la riva, è passato più o meno inosservato. Il secondo, cover dello «scandaloso» brano di Madonna, non proprio: titoli sui giornali di tutto il mondo, furia dei vescovi che parlano di «trovata spericolata e furbetta», e Madonna che twitta un fotomontaggio con la copertina del nuovo disco di Cristina e l’hashtag #sistersforlife. Ironico?
«Mi piace pensare di averle regalato un sorriso».
Sospira Cristina Scuccia, 26 anni, da Comiso (Ragusa), in arte Suor Cristina. Anzi, Sister Cristina: così si intitola il suo primo album, in uscita l’11 novembre in tutto il mondo.
Da quella sua famosa prima esibizione sul palco di The Voice, di suor Cristina si è detto di tutto. I provini per entrare ad Amici, la vocazione religiosa che fa il paio con la Star Rose Academy di Claudia Koll, il video che rimbalza di Paese in Paese, i commenti entusiasti di star planetarie come Alicia Keys e Madonna. La incontriamo negli studi della casa discografica, con suor Agata, la superiora del suo convento, sempre seduta al suo fianco. È in partenza per il suo tour promozionale europeo.
Partiamo dall’inizio.
«Alla Star Rose Academy di Claudia Koll mi ci ha portato Dio. È su quel palco che ho sentito la chiamata».
Due vocazioni, il canto e la fede. Molti non sanno trovarne neanche una.
«Bisognerebbe ascoltare meglio. Ognuno di noi ha un dono».
A luglio ha confermato i voti. Nessun dubbio dopo un anno così pieno di novità?
«La mia priorità è sempre la vita spirituale: nessun dubbio».
In questa nuova veste da cantante non ci sono più tentazioni a infrangere i tre voti?
Suor Agata interviene: «Scusi, ma chi l’ ha detto? Le tentazioni arrivano anche a chi è chiuso in cucina. E poi la Tv è insidiosa».
Cristina: «Papa Francesco dice sempre: i pastori puzzino di pecora, non di muffa. È un invito a uscire, a evangelizzare in modi nuovi: io cerco di farlo cantando. Non solo musica cristiana, ma anche pop».
Un atteggiamento «pop» che a volte suscita critiche all’interno del clero.
«Francesco sta restituendo alla Chiesa un volto rispettoso dell’uomo. Ci ricorda che la nostra religione è nata contro i farisei, che rimproveravano a Gesù di non rispettare la tradizione».
Questo dibattito, in genere, riguarda la famiglia: unioni di fatto, fedeli gay.
«E chi siamo noi per giudicare? Un divorziato: magari il divorzio lo ha subito, ci sono casi e casi. Gesù ha amato gli ultimi e la Maddalena».
Vede vicino il momento in cui la Chiesa avrà un’apertura chiara su questi temi?
«Eh... Sono gestiti in un certo modo da secoli. Ma la società cambia. E se noi ci chiudiamo, domani non ci saranno più cristiani».