Deborah Ameri, Oggi 12/11/2014, 12 novembre 2014
QUI COMANDA LEI – [ECCO PERCHÉ LE DONNE ITALIANE SANNO FARSI VALERE ALL’ESTERO]
Londra, novembre
Le quote rosa probabilmente le getterebbe nel Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle che ha fatto la sua fortuna. Perché se è vero che le donne al vertice, soprattutto in campo scientifico, sono rare come il bosone di Higgs, Fabiola Gianotti non ha avuto bisogno di leggi speciali o di tutele per passare alla storia. E diventare la prima donna alla guida del Cern di Ginevra, il Centro europeo per la ricerca nucleare. Leggi: il laboratorio più prestigioso del mondo. La romana cinquantaduenne ci è arrivata proprio per aver catturato il bosone, la cosiddetta particella di Dio, che la scienza cercava da decenni. Un’italiana al vertice. E guarda caso non in patria. Non è una rarità. Sono tante le nostre connazionali che si sono distinte all’estero e che ricoprono ruoli di prestigio anche perché hanno avuto il coraggio di stipare i loro sogni in una valigia e acquistare un biglietto di sola andata. Ma se l’Italia è ancora vista come un Paese maschilista e misogino, i preconcetti sulla donna al potere sono duri a morire anche in altri Paesi. Lo sa bene Federica Mogherini che per essere nominata alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri si è dovuta scontrare con pregiudizi e ostilità (per lo più da parte di uomini). È un percorso di guerra che accomuna tutte le donne di successo. La differenza è che all’estero, spesso, nonostante il gap salariale tra maschi e femmine, conta soprattutto il talento. Prendiamo il campo dell’alta finanza, regno maschile per eccellenza. La nostra Lucrezia Reichlin ne ha sfidato le regole non scritte e dopo essere stata direttore generale della Bce, oggi è docente alla London Business School di Londra. La veneta Maria Pierdicchi riveste il ruolo di responsabile del Sud-Europa di Standard and Poor’s, una delle più grandi agenzie di rating al mondo, mentre la 54enne Laura Frigenti era ai vertici della Banca Mondiale fino a pochi mesi fa. E pensare che voleva fare la giornalista in Rai, ma le avevano sempre sbarrato la strada perché non conosceva nessuno di importante. Così è volata a Washington. Come Angela Barbaro-Galtieri, docente di Fisica all’università di Berkeley in California, già nominata una delle migliori scienziate al mondo. Si era laureata alla Sapienza di Roma ma da noi non ha mai trovato la strada per emergere. Eppure i dati non dipingono l’Italia come misogina. La presenza femminile nei cda delle società quotate in borsa si aggira intorno al 20%. Londra ci batte solo di tre punti, mentre Wall Street rimane indietro con il 17%. E allora perché da noi no e all’estero sì? La parola magica è meritocrazia. E non solo quando si tratta di far quadrare i conti di una banca o di dirigere un laboratorio. Anche nel campo delle arti le nostre donne eccellono fuori dai confini nazionali. Claudia Ferrazzi, ex numero tre del Louvre di Parigi, a soli 36 anni è stata nominata a capo dell’Académie de France, baluardo della cultura francese, a Roma,
La sarda 51enne Paola Antonelli è una delle curatrici del Moma di New York e la bocconiana Francesca Bellettini è stata appena promossa direttrice generale di Yves Saint Laurent.
C’è un pezzetto di Italia rosa anche nella Silicon Valley. Mentre da noi l’imprenditoria del mondo high-tech stenta a decollare, Elena Favilli e Francesca Cavallo hanno trovato l’Eldorado in California. La prima, ex giornalista, è fondatrice di Timbuktu, primo digital magazine dedicato ai bambini; la seconda è una regista di teatro per ragazzi. Dal loro incontro è nata la start-up Timbuktu Lab che realizza app per bambini come Timbuktu Pizza per imparare a preparare la margherita perfetta. Dai finanziatori della Silicon Valley hanno ottenuto più di 600 mila dollari e ora la sede della loro società è a San Francisco. A Londra sono tante le italiane con carriere spettacolari, ma ne nominiamo due su tutte. Barbara Serra, milanese, 40 anni, è un’anchorwoman dell’emittente Al Jazeera English, dopo aver fatto gavetta alla Bbc e a Sky News. Oggi è il volto principale della televisione all news del Qatar.
La sua «concittadina» Simonetta Agnello Hornby, 69 anni, è celebre in Italia per i suoi libri (come La mennulara), ma non tutti sanno che nella capitale britannica la palermitana è stata anche un giudice ed è tuttora un avvocato di successo che si occupa soprattutto di minori e immigrati. E ci sarà un motivo se due anni fa ha deciso di prendere il passaporto britannico.
Deborah Ameri