Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 12 Mercoledì calendario

600 MILIONI? NO, GRAZIE


Londra, novembre
Lo ha strappato in mille pezzettini, proprio di fronte al naso dei promoter. Non ci sono molti uomini al mondo capaci di rifiutare 500 milioni di sterline (630 milioni di euro) in nome di principi e ideali. Robert Plant è uno di questi. Quel contratto da favola che lo avrebbe rimesso in viaggio con i vecchi compagni Jimmy Page e John Paul Jones, per riformare i mitici Led Zeppelin, lo ha distrutto senza rimorsi. Lasciando esterrefatto Sir Richard Branson, il patron della Virgin, che adesso dovrà riprendersi anche da questo choc (dopo quello dello schianto della sua navetta spaziale). Il tycoon britannico è un super fan del gruppo rock britannico e aveva offerto loro un pacchetto di 35 date in tre città diverse (Londra, Berlino e una località in New Jersey) con la promessa di staccare un assegno da 315 milioni di euro. Con la possibilità di raddoppiare la somma se la band avesse voluto continuare con altre 45 date in altre cinque località. In più un centinaio di milioni sarebbe arrivato dalla vendita del merchandising. Tutto il denaro sarebbe stato diviso tra i tre membri fondatori, mentre Jason Bonham (figlio del batterista John, scomparso nel 1980) sarebbe stato pagato a parte con un generoso forfait. Un’offerta irripetibile. Almeno per Page e Jones che hanno immediatamente firmato, sostiene il tabloid inglese Mirror. Plani, invece, aveva chiesto due giorni di tempo per pensarci. Nessuno credeva che sarebbe stato capace del gran rifiuto. E invece...
«Sono rimasti tutti scioccati», racconta al Mirror una fonte. «Branson le ha provate tutte per convincerlo ma neppure il suo denaro ci è riuscito». Il patron della Virgin non era solo attratto dall’idea della reunion della sua band preferita. Aveva già pensato a un modo per lucrare sull’evento. Avrebbe ribattezzato uno dei suoi jumbo jet The starship e l’avrebbe messo a disposizione del gruppo per viaggiare da un concerto all’altro. La scaletta dell’aereo avrebbe preso il nome di Stairway to heaven, dal singolo di maggior successo della band, che ha venduto in tutto il mondo 300 milioni di dischi. Invece è andato tutto in fumo. Cosa ha spinto il 66enne Plant a rifiutare? Più che altro la sua coerenza. Ha sempre dichiarato «Tornare indietro è da pazzi». La più recente apparizione del gruppo, nel 2007, alla O2 Arena di Londra, è stata per beneficenza. E probabilmente sarà l’ultima. In ogni intervista Plant ribadisce con pazienza che i Led Zep sono stati la sua vita, che prima di loro lui non esisteva, che grazie a Page ha imparato a esprimersi e scrivere canzoni.
Ma adesso quell’avventura è finita, è tempo di guardare avanti. E proprio con Page è in polemica da mesi, da dopo che il chitarrista lo aveva criticato perché preferisce esibirsi e fare dischi con la sua nuova band, Sensational Space Shifters, piuttosto che con i suoi vecchi compagni con i quali ha firmato la storia del rock.
Plant deve essersela legata al dito e se lo è ricordato al momento di firmare quel contratto milionario. E all’amico chitarrista manda un messaggio: «Jimmy, sei un talento superbo, datti una mossa e costruisci qualcosa di nuovo. Goditi il mondo, è tutto davanti a te».