Terrence McCoy, ilpost 12/11/2014, 12 novembre 2014
SAM SIMON IL CO-CREATORE DEI SIMPSON STA MORENDO E DA IN BENEFICENZA IL SUO PATRIMONIO 100 MILIONI DI DOLLARI
Gli avevano dato tre mesi di vita. Nel 2012. Il co-creatore dei Simpson Sam Simon, che fino a quel momento era noto a Hollywood per essere “spiritoso e brillante” e “svitato” (come lo ha descritto il creatore dei Simpson Matt Groening), aveva appena appreso che stava per morire. I medici gli dissero che aveva un tumore, mostrandogli una serie di lastre dal cattivo esito. Simon ha ricordato di aver chiesto al medico se il tumore fosse curabile. «Il medico mi disse: “noi non usiamo quella parola. Posso dirti che non sono in grado di curarti, ma che ti terrò in vita”. Ha fatto un lavoro meraviglioso. Non sono mai stato così felice».
Simon ha deciso di dare in beneficenza il suo patrimonio personale di 100 milioni di dollari. Non ha figli. Non guida più. Scrive molto poco. Ha raccontato: «I riconoscimenti che sto ottenendo adesso – cose come edifici e premi intitolati in mio onore – sembrano un po’ come il funerale di Tom Sawyer, perché tutti sanno che sono malato. La verità è che ho più soldi di quanto sia interessato a spenderne. Mi sono preso cura di tutti i membri della mia famiglia, e questo mi rende felice».
Da tempo un attivista per i diritti degli animali, Simon ha donato molti soldi alla Sam Simon Foundation, che fornisce cani da assistenza per disabili e soldati che sono stati in Iraq e Afghanistan, e sono tornati affetti da disturbo post traumatico da stress. Ecco cosa occupa i pensieri dell’uomo che ha contribuito a creare I Simpson.
In un recente ritratto su Vanity Fair, Merrill Monroe ha scritto di lui:
«Nel campo della scrittura comica, piena di gente sedentaria, costantemente piagnucolosa e concentrata su di sé, Sam Simon è un’anomalia. Da quando gli è stato diagnosticato un tumore al colon e gli sono stati dati dai tre ai sei mesi di vita, è concentrato come un laser in una corsa contro il tempo per accertarsi che tutti i suoi soldi – centinaia di milioni di dollari – ricavati dagli anni di lavoro sui Simpson e su altri show televisivi siano indirizzati verso le cause benefiche che gli stanno a cuore».
Simon parla della beneficenza in termini più semplici: «Non sono sposato, non ho figli». Gli piace donare, ha detto all’Hollywood Reporter, quindi lo fa. È semplice. Quel pensiero si è concretizzato in azione in seguito a quella che lui ha definito «un’operazione di emergenza». Simon ha raccontato: «Sono davvero arrivato vicino a morire, una volta. Il tumore aveva perforato il mio colon. Quando mi svegliai in ospedale, sebbene sapessi di aver fatto un testamento, decidere questo genere di cose per il futuro è diventato improvvisamente molto più importante per me».
Simon è nato a Los Angeles nel 1955. È emerso da una famiglia caotica atterrando su una vita da Hollywood dopo essersi laureato a Stanford. Fu assunto dal San Francisco Chronicle e dal San Francisco Examiner come vignettista, ma si stancò presto e spedì la sceneggiatura per un episodio della serie televisiva Taxi. Andò in onda e Simon fu assunto. Aveva 25 anni.
La sua propensione alla comicità lo fece arrivare nello staff dei Simpson, per il quale ha scritto numerose puntate delle prime stagioni e ha messo insieme il primo team di sceneggiatori (oltre ad aver creato personaggi come Charles Montgomery Burns e il commissario Winchester). Ma Simon aveva una certa instabilità che a volte lo faceva litigare con gli altri sceneggiatori e con il co-creatore Matt Groening. Abbandonò la serie nel 1993. A Vanity Fair ha detto: «non posso dire con sincerità che a quel punto andavamo d’accordo come all’inizio». Simon ha aggiunto che da quell’esperienza ha ottenuto un sacco di soldi grazie ai diritti d’autore. Scherzando, ha detto: «La cosa ha funzionato bene per tutti. Tutti dovrebbero essere felici. Io guadagno decine di milioni di dollari all’anno, che non sembrano poi tantissimi: ma dopo 25 anni fanno una bella cifra».
Non sono stati abbastanza, tuttavia, per salvare Simon, che ha cominciato a sentirsi male diversi anni fa. Ricevette una diagnosi sbagliata secondo la quale aveva una malattia infettiva. Per alcuni anni si diagnosticò malattie da solo sulla base di quanto sentiva negli show televisivi. Per alzare il suo livello di testosterone prendeva farmaci antidepressivi.
La notizia del cancro terminale, sebbene devastante, è stata anche una specie di liberazione. Simon ha detto a NBC che «avere il tumore ha significato far parte di una lotta. Ma è stata anche un’avventura, un’occasione educativa. È stata l’esperienza più incredibile della mia vita».