Sebastiano Vernazza, SportWeek 8/11/2014, 8 novembre 2014
LE SPARATE (VERE) DEI PAPÀ INVASATI
I carabinieri pensavano che di mezzo ci fosse il racket. Settimo Torinese, 2 ottobre dello scorso anno: colpi di pistola sulla serranda del laboratorio di Elio Tavaglione, 43 anni, artigiano, ramo assistenza caldaie. Sembrava un’ordinaria storia di pizzo, sebbene la vittima giurasse di non aver mai ricevuto minacce e di non essere mai stato invischiato in brutte faccende. Finché, di recente, è arrivata la svolta inattesa: arrestato e sottoposto ai domiciliari il trentaseienne A.G., padre di un bambino che giocava nelle giovanili della Asd Settimo e che era allenato dal Tavaglione. Un anno fa il ragazzino venne escluso dalla squadra per comportamenti non consoni e il papà pensò bene di prendersela con l’istruttore. Prima un’accesa discussione, poi il tirassegno alle 5 del mattino, undici pistolettate attraverso il finestrino abbassato di una Fiat 500, scena ripresa da alcune telecamere allestite nella zona. I tabulati telefonici hanno confermato la presenza di A.G. in zona a quell’ora antelucana. La piaga dei genitori invadenti e invasati infesta i vivai dell’Italia intera, ma la vicenda della cittadina piemontese rappresenta un salto di qualità, non ci risulta che all’uso delle armi fossimo ancora arrivati. Restano valide le parole che a suo tempo pronunciò Ezio Vendrame, il George Best italiano degli Anni 70, in seguito allenatore di giovani: «I bimbi diventano le vittime naturali del pantano che i grandi gli preparano. Gli adulti non comprendono, a cominciare dai genitori. Per questo sogno da sempre di allenare una squadra di orfani».