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 2014  novembre 11 Martedì calendario

«NON RASSICURARONO I CITTADINI» ALL’AQUILA ASSOLTI TUTTI GLI SCIENZIATI


DAL NOSTRO INVIATO L’AQUILA E ora rischiano di dover restituire i soldi ricevuti per la morte di figli, madri, mogli. La beffa per i parenti delle vittime del terremoto dell’Aquila si è profilata ieri. Assolti 6 dei 7 componenti della commissione Grandi Rischi condannati in primo grado per le rassicurazioni che spinsero molti aquilani a rimanere in casa la notte del 5 aprile 2009. Malgrado la scossa che l’aveva preceduta. Condannato l’ex numero 2 della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, ma con riduzione a due anni della pena con sospensione e non menzione. Accusato ancora di omicidio colposo, ma solo per alcune delle vittime i cui parenti si sono costituiti parte civile. Gli altri potrebbero essere chiamati a dare indietro i risarcimenti.
«Mafiosi». «Buffoni». «Chi vi ha scritto la sentenza?». Hanno protestato, indignati, gli aquilani in aula. Un coro scandiva «ver-go-gna». «Lo avrei fatto anch’io se avessi perso un figlio sotto le macerie», minimizzava De Bernardinis. Mentre fuori c’era chi piangeva, chi gridava, chi accusava un malore. Accasciato su una sedia Vincenzo Vittorini, che perse moglie e figlio sotto le macerie e firmò molti esposti finiti in questo processo, ripeteva: «Li hanno uccisi ancora».
Singhiozzava, ma di felicità, accanto al difensore Marcello Melandri, anche Enzo Boschi, il presidente dell’Ingv: «Sono stati 4 anni terribili. Ma io non ho mai rassicurato nessuno. Il verbale non l’ho scritto, non l’ho verificato, e l’ho firmato solo dopo il sisma».
Occorrerà aspettare le motivazioni della sentenza. Ma chi invece quelle rassicurazioni le dette, secondo i giudici, fu De Bernardinis che in un’intervista suggerì di bere un bicchiere e dormire tranquilli. Secondo la linea che il capo della Protezione civile Guido Bertolaso dettò all’assessore alla Protezione civile Daniela Stati in un’intercettazione in cui definì la riunione della commissione Grandi Rischi «un’operazione mediatica». Entrambi sono indagati in un filone parallelo avocato dal pg della Corte d’appello. E il pg Romolo Como, che si è detto «sconcertato» per la sentenza, ha fatto capire che la posizione di Bertolaso potrebbe aggravarsi: «Devo ritenere questo verdetto collegato a lui: la cattiva informazione è stata ascritta alla Protezione civile e non agli scienziati».
«Nessun collegamento. Tant’è che Mauro Dolce, direttore dell’ufficio tecnico della Protezione civile è stato assolto. La sentenza di primo grado è stata travolta», obietta Filippo Dinacci, difensore di Dolce e anche di Bertolaso, che attualmente, riferisce «è in Sierra Leone a curare i malati di Ebola». «L’impianto è confermato. E rende giustizia delle sciocchezze dette sul processo a Galileo. Questo era sulle valutazioni fuorvianti», contesta invece il procuratore di Perugia, Fausto Cardella. Assolti anche Franco Barberi; Giuliano Selvaggi dell’Ingv; il professor Claudio Eva e Gian Michele Calvi direttore Eucentre e responsabile progetto CASE. «Faremo ricorso in Cassazione — annuncia un avvocato di parte civile, Amedeo Ciuffetelli — spero che il ministero ne attenda l’esito prima di richiedere i risarcimenti».