Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 11/11/2014, 11 novembre 2014
CHICCO TESTA SEMPRE IN PIEDI». IL TRASFORMISTA CHE SIEDE A CORTE
A sinistra gli è rimasta la riga dei capelli. Ovunque occupa le poltrone dei cda. Il bergamasco Chicco Testa, spesso fidanzato e mai coniugato, dai trascorsi comunisti (deputato per due legislature) ne ha ricavato un’eredità: non ideologica, ma di rapporti. Ha la stabilità precaria di un “misirizzi”, il pupazzo che oscilla e non cade mai: Chicco (Ercolino) sempre in piedi. Non cade mai, però pende: che sia verso Massimo D’Alema ai tempi di una preistorica raccolta fondi in via Veneto; che sia verso Walter Veltroni se c’è da scavare la Roma antica da presidente di una metropolitana; che sia verso Matteo Renzi per la cena di finanziamento a Roma di venerdì scorso.
Chicco Testa, un marchio di potere più che un nome completo, era in passerella al raduno degli imprenditori da 1.000 per il renzismo. Era capotavola. Dei debutti ecologisti, fondatore-segretario-presidente di Legambiente, non ha dismesso l’abitudine di frequentare Calpalbio, la prima costa toscana che confina con il Lazio, dove di verde, appunto, ci sono i muretti a secco che non richiedono cemento. E i muretti abbracciano il ritiro estivo di Chicco Testa, e pure una stradina provinciale non consona al transito dei suoi amici. Di questi contatti diretti con la vita, Testa ci informa in Contro (la) natura, un libro appena pubblicato da Marsilio, che ha editato pure Siamo tutti puttane della compagna-giornalista Annalisa Chirico: “Anch’io per mia fortuna possiedo una casa su una splendida collina nella Maremma. Isolata, insonorizzata e con miliardi di stelle sopra la testa (…) Gli amici, che vengono volentieri a casa mia, si lamentano, garbatamente, per i tre chilometri di sterrato che devono percorrere con le auto a carrozzeria bassa”.
Quando precipitò nei salotti romani, studioso di filosofia laureato a Milano, Chicco Testa non animava i salotti, non ammiccava ai boiardi. Poi s’è fatto boiardo da salotto. E la presidenza di Enel, durante il governo di Prodi I su indicazione di Francesco Rutelli, è soltanto l’inizio di una rivisitazione storica di se stesso. Nei sette anni a Legambiente (1980-1987), Chicco Testa andava in televisione contro il nucleare per il pauperismo . Memorabile un’intervista a Rete 4, seduto in una macchina senza tettuccio, reclamizzava “Slurk” il mangialattine, esibizione che seguì lo speciale sui tic di Sandra Milo e Lello Arena. Di giorno sfilava per Roma bardato di giallo per bloccare le centrali nucleari in Italia e proporre il referendum (stravinto). Depositava corone funebri all’ambasciata Sovietica: “Moriremo piano, moriremo tutti”. Urlava, con la pettinatura composta: “Lotta dura vogliamo la verdura. Dura lotta vogliamo la ricotta”. E non risparmiava lo spirito movimentista per sostenere il Cora, il comitato radicale antiproibizionista. Poi venne l’ingresso in Parlamento e la fuoriuscita di un Chicco Testa inedito o ben tenuto nascosto. Il politico indipendente e classe dirigente che il sindaco Rutelli spedisce in Acea, l’azienda pubblica romana dei servizi. I residui ambientalisti svaniscono con la nomina in Enel, dove matura nuove convinzioni che offre agli italiani con un’associazione, convegni e un libro: “Serve l’efficienza energetica, ma serve anche il nucleare”. Rimprovera i Verdi troppo fiscali con la modernità , troppo astrusi per il benessere collettivo. Ha funzionato, il Chicco Testa sperimentale, che si definisce no-atomo-pentito mentre l’allora ministro Altero Matteoli gli faceva opposizione.
DOPO IL RODAGGIO nelle aziende pubbliche, viene conteso dai colossi esteri perché abile a tessere relazioni, a fare il lobbista. Dirige Assoelettrica, la Confindustria dei produttori di energia tradizionali che battaglia contro i sussidi alle rinnovabili. E ha una cadrega nei cda di Cadogan Petroleum con sede a Kiev e in Metirerranean Oil & Gas, compagnia inglese che estrae idrocarburi nel Mediterraneo e che, attraverso una controllata, è interessata a trivellare al largo dell’Abruzzo. “Il Chicco Testa”, ancora non dato alle stampe, più che un manuale è un elenco di incarichi: Cnel, Cispel, Acea, Roma Metropolitane, Enel e Wind, Riello, Rothschild, Telit Communications, Energie Valsabbia, Idea Capital Funds. Più profondo di un pozzo di greggio, il Chicco Testa pensiero è improbo da riassumere, ma a pagina 97di Contro (la) natura ci aiuta con un aforisma: “L’inquinamento fa male alla salute. Ma la mancanza di inquinamento, in alcuni casi, ancora di più”.