www.cinquantamila.it/fiordafiore 10/11/2014, 10 novembre 2014
Il Quirinale non conferma né smentisce le dimissioni di Napolitano • La scissione del Pd non piace • La Catalogna fa il referendum per separarsi dalla Spagna • Un italiano su tre vorrebbe che la propria regione si separasse dall’Italia • Gli ottimisti sono più dei pessimisti • A Pechino fanno di tutto per avere il cielo azzurro • Uno si suicida e manda sei persone all’ospedale Quirinale Una nota del Quirinale ha cercato di fare luce sulle «ipotesi e previsioni relative alle eventuali dimissioni del presidente della Repubblica» cui «i giornali hanno dato ampio spazio»
Il Quirinale non conferma né smentisce le dimissioni di Napolitano • La scissione del Pd non piace • La Catalogna fa il referendum per separarsi dalla Spagna • Un italiano su tre vorrebbe che la propria regione si separasse dall’Italia • Gli ottimisti sono più dei pessimisti • A Pechino fanno di tutto per avere il cielo azzurro • Uno si suicida e manda sei persone all’ospedale Quirinale Una nota del Quirinale ha cercato di fare luce sulle «ipotesi e previsioni relative alle eventuali dimissioni del presidente della Repubblica» cui «i giornali hanno dato ampio spazio». Affermando di non avere «né da smentire né da confermare» quelle che considera alla stregua di «libere trattazioni dell’argomento», il Quirinale ha sottolineato come sia «esclusiva responsabilità del Capo dello Stato il bilancio di questa fase di straordinario prolungamento», e soprattutto «le decisioni che riterrà di dover prendere». Il cuore della precisazione quirinalizia è infatti in un passaggio nel quale si ricorda che «i termini della questione sono noti da tempo»: Napolitano, nel dare la propria disponibilità alla rielezione, indicò «i limiti e le condizioni» anche temporali - entro cui accettava il nuovo mandato. Il presidente ha comunque chiarito che resterà «nella pienezza di tutte le funzioni attribuitegli dalla Costituzione» fino all’ultimo giorno. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Pd Sull’ipotesi di scissione del Pd e di formazione di un partito più a sinistra di quello dei democratici, la maggioranza assoluta degli italiani ritiene che una sarebbe inutile, poiché tenderebbe a riproporre le solite visioni ideologiche, percepite come oramai superate. Ma più di un quarto (il 27%) pensa invece che sarebbe utile avere chi rappresenta più validamente il mondo del lavoro oggi sotto attacco. Questa posizione è espressa in maggior misura dagli elettori di Forza Italia e del Nuovo centrodestra (Pagnoncelli, Cds). Catalogna Ieri in Catalogna c’è stato un referendum (dichiarato illegale presidente Rajoy e dallaCostituzione) sull’indipendenza della regione. Con il 90% delle schede scrutinate, il Governo catalano anticipava che avevano votato 2 milioni e 250mila persone, oltre il 35% degli aventi diritto, con l’80,7% di favorevoli alla separazione. Indipendenza Oltre il 30% degli italiani intervistati da Demos nelle scorse settimane si dice d’accordo con l’indipendenza della propria regione dall’Italia. Il sentimento indipendentista è concentrato, anzitutto, nel Nord. In particolare nel Nordest, dove è condiviso da oltre metà della popolazione. Soprattutto in Veneto, dove supera il 53%. Ma l’indice di indipendentismo risulta superiore alla media anche in Piemonte e in Lombardia (dove scavalca il 35% della popolazione). Più sorprendente, invece, risulta l’ampiezza (superiore alla media) degli indipendentisti nel Lazio (35%). Lo spirito indipendentista, invece, presenta valori limitati nel Mezzogiorno (ad eccezione delle Isole) e nelle regioni “rosse” dell’Italia centrale (Diamanti, Rep). Ripresa Nell’ultima rilevazione dell’indagine LaST (Community Media Research in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per La Stampa) si legge che, rispetto a tre anni fa, una leggera maggioranza (53,4%) ritiene che il proprio bilancio economico familiare sia rimasto sostanzialmente stabile. Fra questi, soltanto meno di un decimo (8,7%) l’ha visto aumentare. Per il 46,6%, invece, il reddito mensile disponibile in famiglia è diminuito. I più penalizzati da questa situazione sono le donne, i 50-60enni, chi possiede un basso livello di studio e le persone ai margini del mercato del lavoro (disoccupati, pensionati e casalinghe). Tre interpellati su quattro (75,1%) ritengono si dovrà aspettare almeno un anno e mezzo prima di uscire dalle difficoltà e fra questi il 68,2% vede la fine del tunnel oltre l’anno e mezzo. Pochi (10,2%) immaginano si debba aspettare al più solo un anno prima di conoscere prospettive migliori e una quota marginale (2,2%) intravede già segni di ripresa. Il 12,5% non se la sente di fare previsioni. A immaginare che nel futuro prossimo la situazione economica conoscerà un miglioramento per il proprio nucleo familiare è in media il 42,1% degli italiani. Analogamente, il 61,1% fra gli intervistati ritiene che ciò accadrà per l’area di residenza, il 62,5% per l’Italia e il 46,3% per l’intera Europa. Gli ottimisti sono un terzo degli interpellati (34,3%). Il gruppo più cospicuo, però, è quello degli attendisti (39,2%), quanti oscillano attorno a una condizione di stabilità o di leggero miglioramento. Il terzo gruppo è quello dei Preoccupati (21,7%). Infine, troviamo i Pessimisti (4,8%), nucleo marginale che prevede un sostanziale declino generalizzato (Marini, Sta). Cielo In occasione del summit del gruppo di Cooperazione Economica dell’Asia-Pacifico a Pechino (oggi e domani) le autorità hanno voluto che il cielo fosse azzurro. Hanno limitato il traffico nelle strade chiudendo scuole e aziende (anche se poi il lavoro andrà recuperato nei prossimi fine settimana), le auto possono circolare solo a targhe alterne, sono stati spenti i crematori fino a quando l’incontro internazionale non sarà finito. Anche la tradizione di bruciare offerte per i morti di fronte alle tombe è stata temporaneamente sospesa, così come sono state imposte restrizioni su chi brucia incenso nei templi. Neio ristoranti è vietato cucinare allo spiedo. I camion possono entrare a Pechino solo per tre ore durante la notte e per incoraggiare i 21 milioni di abitanti della capitale a lasciare la città per qualche giorno le agenzie di viaggio sono state incentivate a fare sconti. Già sono riusciti ad avere un’aria più limpida e a rivedere l’azzurro del cielo, ma le analisi dicono che le concentrazioni di PM25 sono superiori a 104, valore per cui respirare continua a essere considerato «malsano» dall’Oms (Sala, Sta). Suicidio Cuta Muntean, 45 anni. Romeno, sposato con Stefania, l’altra sera la picchiò per l’ennesima volta. Al che lei lo cacciò di casa. Ieri, mentre la moglie e il figlio non erano nell’appartamento, il Muntean sparse benzina per le stanze e poi diede fuoco a una bombola del gas. Morì nell’incendio e creò un’esplosione nella palazzina che ferì sei persone, tra cui due bimbe di 11 e 10 anni: quattro di loro (una donna e tre uomini) sono ricoverati in gravi condizioni al Cto di Moncalieri.