Tommaso Montesano, Libero 08/11/2014, 8 novembre 2014
IL GOVERNO TAGLIA 253 PRESÌDI DELLA POLIZIA
La più falcidiata è la Polizia postale e delle comunicazioni. Incaricata di indagare sui reati informatici e di stroncare, quindi, anche i crimini pedopornografici. La spending review del ministero dell’Interno, presentata dal vertice del dipartimento della Pubblica sicurezza ai sindacati di Polizia giovedì scorso, sopprime ben 74 sezioni della specialità. Lasciando aperti solo i venti compartimenti che si trovano nei capoluoghi di Regione. Va appena meglio alla Polizia ferroviaria, deputata ad assicurare la sicurezza nelle stazioni, costretta a fronteggiare il taglio di ben 49 presidi. La Polizia stradale, invece, se la cava (si fa per dire), con appena 34 chiusure. Ma la scure colpisce proprio laddove, soprattutto, d’estate, il flusso turistico è più intenso: ad esempio Portoferraio (Isola d’Elba), Sanremo (Liguria) e Porto Recanati (Marche). Accantonato prima delle Europee del 2013, il «Progetto di rimodulazione delle specialità e delle unità speciali della Polizia di Stato», 28 pagine con le sforbiciate che pubblichiamo a fianco, è pronto. Il Viminale punta a rendere effettivi i tagli entro i primi sei mesi del 2015. In tutto, su 974 presidi di Polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e delle unità speciali, il ministero dell’Interno dispone la soppressione di 253 uffici. Praticamente azzerate anche le squadre a cavallo, nautiche e dei sommozzatori. «È un fendente mortale inferto all’apparato della sicurezza, Alfano se ne assumerà la responsabilità», protesta Gianni Tonelli, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia. «La sicurezza non si può tagliare: serve una riforma complessiva dei corpi di polizia, non tagli lineari». Tonelli denuncia: «I risparmi sono risibili, gran parte della spesa per le specialità è a carico degli enti con cui lavoriamo (Poste, Autostrade e Ferrovie). Il vero fine del Viminale è recuperare 2mila uomini da dirottare ai reparti territoriali ormai al collasso».