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 2014  novembre 08 Sabato calendario

SE SI VOTASSE OGGI CON L’ITALICUM AL PD IL 55% DEI SEGGI AL PRIMO TURNO


ROMA Le indiscrezioni che circolano sul nuovo testo della legge elettorale hanno risollevato uno dei più classici polveroni all’italiana: chi vincerebbe le elezioni con le nuove regole? Va da sé che è pressocché impossibile rispondere oggi a una domanda del genere: non c’è una data per le elezioni (e ormai gran parte degli italiani decidono il voto all’ultimo minuto); non c’è una legge elettorale e non si sa neanche se alle prossime politiche si voterà solo per la Camera o per Camera e Senato.
E tuttavia su qualche indicazione si può ragionare. Ad esempio si può verificare come sono disposte oggi (sia pure sul piano delle intenzioni di voto, sia chiaro) le forze in campo.
LE PREFERENZE
L’altro ieri, 6 novembre, è stato reso pubblico l’ultimo sondaggio della SWG di Trieste che ha scattato la seguente fotografia delle preferenze elettorali degli italiani: Pd al 40,1%, grillini al 19; Forza Italia al 16%; Lega Nord oltre il 9%; alfaniani al 3,4%; Sel al 4,3% (somma dell’1,4% di Rifondazione Comunista e del 2,9% dei vendoliani doc). Rispetto alle europee c’è dunque un lieve arretramento del Pd, una perdita di consensi un filo più forte per grillini, berlusconiani e alfaniani (in percentuale sui loro consensi questi ultimi però registrano un calo sensibile), una netta crescita della Lega Nord e una sostanziale stazionarietà di Sel.
Anche se è una chiara fuga in avanti, a questo punto è naturale chiedersi chi vincerebbe se si votasse domani, sulla base delle regole dell’ipotetica legge elettorale discussa l’altro giorno nel faccia a faccia da Renzi e Berlusconi. La risposta è sintetizzata nel grafico. Il Pd prenderebbe la maggioranza del 55% dei deputati (almeno 340 ma in realtà qualcuno in più perché bisognerebbe conteggiare gli effetti dei voti all’estero) al primo turno perché oltre quota 40% sia pure di un soffio. Al secondo posto si collocherebbero i grillini con 125 deputati (la loro quota proporzionale dei 290 deputati affidati alle minoranze) seguiti da Forza Italia (105) e Lega Nord (60). Solo queste tre forze oltre al Pd, secondo SWG, risultano avere consnsi superiori allo sbarramento del 5%.
Perché dunque Forza Italia dovrebbe appoggiare il progetto di riforma di Renzi? A ben vedere la nuova proposta del premier e segretario Pd di concedere il premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione più votata (se oltre il 40% al primo turno) pone dei problemi a Forza Italia ma anche delle opportunità. Il nuovo meccanismo, infatti, limita molto l’agibilità dei piccoli partiti e spingerebbe il centro-destra a formare un’unica lista per superare i 5Stelle al primo turno ed eventualmente il Pd al secondo. Se nessuna lista arrivasse al 40% al primo turno, infatti, si andrebbe al ballottaggio fra i primi due partiti. Un’unica lista di centro-destra sarebbe frutto però di un’operazione complessa che - oltre ai timori per elezioni anticipate - può spiegare la prudenza di Berlusconi nel dare il via libera al nuovo testo della nuova legge elettorale.