Aldo Grasso, Corriere della Sera 09/11/2014, 9 novembre 2014
LE PORTE SEMPRE GIREVOLI DI COFFERATI
Mettiamola così. Che la politica non chiude le porte a nessuno. Che la «politica è servizio». Che «in Liguria c’è una situazione d’emergenza». Che è bello ricordare un ex sindacalista della Cgil come persona moderata, amante di Tex Willer, del melodramma e delle canzoni di Mogol-Battisti. Ok, ma la pratica Cofferati non era già stata inventariata?
Pare di no. Sergio Cofferati correrà alla carica di governatore. O meglio, prima dovrà superare le primarie, visto che la sua sfidante, Raffaella Paita, non ha alcuna intenzione di farsi da parte.
L’ultima cosa per cui Cofferati viene ricordato nel bene (bene relativo, s’intende), è quando radunò tre milioni di persone al Circo Massimo, marzo 2002: gridavano contro Berlusconi: «Tu sì, tu no/articolo 18 non ci sto». Poi solo brutte figure. A Bologna fu catapultato come sindaco e da marziano si fece la fama di sceriffo; una festa per i bolognesi quando alzò i tacchi. Nell’abbandonare il campo, «il Cinese» versò melassa sulla decisione: si era invaghito di una giovane genovese, voleva vivere sotto la Lanterna per curare l’innamoramento e l’amore. Il tempo di comprare i mobili Ikea per la casa e già Cofferati si era candidato al Parlamento europeo: poche grane, ottimo stipendio di fine carriera. Ora torna, «derogando al principio che un impegno si porta a termine». Come dicono a Genova, no ghé bella reuza ch’a no divente ûn grattacû. Cofferati, rosa sfiorita, cinorrodo ?