Donato Masciandaro, Il Sole 24 Ore 9/11/2014, 9 novembre 2014
LE VOCI DI FONDO CONFONDONO DI PIÙ
L’economia ed i mercati hanno bisogno di una politica monetaria fatta di annunzi rilevanti e credibili.
Non hanno invece bisogno di spifferi, illazioni e sparate ad effetto, che, aumentando confusione ed incertezza, danneggiano tutti, tranne coloro che operano con orizzonti ed obiettivi meramente speculativi.
Purtroppo negli ultimi giorni abbiamo avuto cattivi esempi da parte di taluni banchieri centrali, sia in Europa - il presidente della Bundesbank Jens Weidmann - che negli Stati Uniti - il presidente della FED di S. Francisco John Williams. Per non parlare di quello che è avvenuto sempre in Europa con alcuni commenti offerti all’indomani della comunicazione della prima valutazione dei bilanci bancari fatta dalla banca centrale europea (BCE).
Le cronache economiche e finanziarie di ieri sono state vivacizzate dalle dichiarazioni del Presidente della Bundesbank Weidmann, che non ha perso l’ennesima occasione per chiosare e precisare le ultime decisioni della BCE. E per l’ennesima volta le sue dichiarazioni sono diventate attraverso i media un volano per trasmettere un messaggio di incertezza sul grado di coesione che si registrerebbe all’interno della nostra banca centrale sulla futura strategia di politica monetaria.
L’incertezza fa molto male ai mercati. Occorre fare completa chiarezza sul delicato rapporto che lega l’andamento dei prezzi alle dichiarazioni dei responsabili della politica monetaria. Il che significa parlare del rapporto che esiste tra la volatilità dei mercati ed ogni tipo di dichiarazione rilevante. Esiste una buona volatilità ed una cattiva volatilità.
Vi è buona volatilità quando una dichiarazione offre informazione al mercato, rilevante e credibile. Se la banca centrale annunzia un cambiamento della politica dei tassi, magari inatteso, i mercati reagiscono più o meno vigorosamente, ed è efficiente che sia così.
Invece vi è cattiva volatilità, o se si vuole andamenti anomali, quando i mercati reagiscono a dichiarazione che sono falsamente rilevanti e/o falsamente credibili. Poiché l’inconsistenza della dichiarazione si scopre sono con il tempo, l’andamento anomalo rappresenta una vera e propria manipolazione del mercato.
Ma perché i mercati reagiscono a notizie inconsistenti? Perché danno credibilità alla fonte della dichiarazione stessa. Una dichiarazione di un banchiere centrale è fatta di tre elementi: l’informazione che è contenuta, la forma di comunicazione che è scelta per dare quella informazione, l’autorevolezza di chi la offre, cioè il banchiere centrale.
Se si vuole creare incertezza, quindi cattiva volatilità, la formula è presto trovata. L’informazione deve essere ambigua: quindi un oculato uso di detto e non detto, in modo che il confine tra precisare un concetto e smentirlo diventi assai sottile. Deve cioè esserci una notizia opaca ma rilevante, tipo che la BCE è spaccata in due, oppure che la FED sta considerando l’eventualità di far partire la quarta operazione di quantitative easing.
Poi la comunicazione deve essere informale; va molto bene la chiacchierata con uno o più giornalisti, magari a microfoni apparentemente spenti, in modo che successive smentite e chiarimenti siano sempre possibili, aumentandone così anche il clamore. Inoltre, se la giornata non è festiva, quindi i mercati finanziari sono aperti, è meglio. Ultimo ingrediente: l’autorevolezza del banchiere centrale, quindi più è apicale la sua posizione meglio è. Inoltre, aiuta molto il fatto se il banchiere centrale in questione abbia una consolidata fama di contrarian.
Il contrarian è una tipica figura da consiglio di amministrazione, che, soprattutto quando è certo che le decisioni saranno comunque prese a larga maggioranza, esprime il suo parere negativo, e fa di tutto perché si sappia soprattutto al di fuori del consiglio - anche prima che una eventuale pubblicizzazione dei verbali la renda nota - in modo da consolidare una fama di indipendenza, in questo caso sull’orientamento della politica monetaria, o sulle scelte di vigilanza.
La formula della cattiva volatilità da dichiarazioni sulla politica monetaria oramai è ben nota, soprattutto a chi ne fa un uso strumentale e sistematico. Va ricordato che gli andamenti ingiustificati dei prezzi nascono da dichiarazioni di operatori privati, vi sono conseguenze amministrative, civili e penali. Il fatto di essere un cosiddetto civil servant non dovrebbe essere una esenzione, ma una aggravante.
Donato Masciandaro, Il Sole 24 Ore 9/11/2014