Marco Lillo e Valeria Pacelli, il Fatto Quotidiano 8/11/2014, 8 novembre 2014
AFFARI E RETI OFFSHORE ALL’OMBRA DEL “LEOPOLDO”
Per capire cosa sia diventato il Pd nell’era di Matteo Renzi bisogna partire da un ex convento ristrutturato nel cuore di Trastevere, in via della Cisterna 22. Qui si intrecciano i destini dell’onorevole Marco Di Stefano, renziano dell’ultima ora ma subito promosso coordinatore alla Leopolda; di Arnaldo Rossi, presidente del quotidiano Libero (di Tonino Angelucci, senatore di Forza Italia) e infine quelli del costruttore Daniele Pulcini.
Secondo l’ipotesi accusatoria dei pm romani l’ex assessore regionale al demanio Marco Di Stefano sarebbe stato corrotto da Daniele Pulcini con una mazzetta di 1,8 milioni di euro perché la controllata della Regione, Lazio Service prendesse in affitto una nuova sede di proprietà del gruppo Pulcini. La manovra era destinata a far aumentare, grazie al canone annuo stratosferico di complessivi 7 milioni e 327 mila euro, il valore dei due palazzi in via del Serafico. I Pulcini riuscirono - grazie all’affitto pagato dai contribuenti - a vendere i palazzi all’Ente di Previdenza e Assistenza dei Medici, Enpam con una plusvalenza enorme di 53 milioni di euro.
Aveva le sue ragioni l’allora assessore Di Stefano quando interveniva nell’assemblea di Lazio Service, in rappresentanza dell’azionista unico il 5 agosto 2008, per sostenere la necessità impellente della nuova sede. Per i pm Maria Cristina Palaia e Corrado Fasanelli, i Pulcini gli avrebbero versato tangenti per 1,8 milioni di euro oltre a 300 mila euro destinati al suo ex braccio destro Alfredo Guagnelli, scomparso nel nulla nel 2009.
È indagata anche Claudia Ariano, direttore logistica di Lazio Service che nel dicembre del 2009 aveva dato l’input al Cda per cercare una nuova sede in locazione. Nel dicembre del 2012 i magistrati spiegavano che “era possibile accertare come tra il Di Stefano Marco e Ariano Claudia era in corso una relazione sentimentale”. Altro personaggio chiave della vicenda è Luigi Antonio Caccamo: il funzionario responsabile del settore immobiliare dell’Enpam indagato per corruzione perché espresse parere favorevole all’acquisto dei due immobili di via del Serafico nonostante “una plusvalenza ingiustificata rispetto al prezzo di acquisto risalente a pochi mesi prima pari rispettivamente al 100 e al 62 per cento”.
E cosa c’entra l’ex convento di Trastevere, in via Cisterna, comprato dai frati? Caccamo secondo un’informativa della Guardia di Finanza del 2012 allora ci abitava grazie a un contratto di comodato gratuito occupando uno splendido appartamento di 6 vani. L’immobile però era stato ceduto nel 2005 dal gruppo Pulcini alla misteriosa società lussemburghese Omnia International S.A., amministrata dal presidente del Cda della società Editoriale Libero, e consulente factotum del gruppo Tosinvest della famiglia Angelucci.
La Guardia di Finanza ha verificato che le due società che controllano Omnia International SA, la Aqualegion Ltd sede a Londra e la Walbond Investmnents Ltd nelle isole Vergini Britanniche “sono comparse anni addietro sulle cronache nazionali come imprese rientranti nella cosiddetta ‘rete offshore’ della nota famiglia Angelucci”. Dagli atti depositati nell’inchiesta sull’Enpam si scopre un filone segreto di indagine sui manager del gruppo Angelucci, per vicende diverse.
Arnaldo Rossi, insieme a Luisella Moreschi e Frederique Vigneron (della Tosinvest S.A., Ndr) sono indagati per associazione a delinquere, riciclaggio e fittizia intestazione di beni con Claude Nicolas Victor Shong perché “la Moreschi offriva a un numero indeterminato di soggetti, per il tramite di Arnaldo Rossi, tra i quali Antonio Angelucci, già iscritto per i reati di truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e altro; Caccamo Luigi, già iscritto per truffa aggravata e corruzione, Marco Pacelli (nipote del Papa Pio XII, Ndr), già condannato per truffa aggravata e iscritto per bancarotta fraudolenta, e altri in corso di identificazione che intendevano trasferire all’estero denaro e altre utilità provenienti dal delitto (...) tramite la costituzione di società anonime e fiduciarie in Lussemburgo rappresentate dai medesimi associati in capo alle quali avveniva il trasferimento di detti beni ovvero di quote sociali e che accedevano a rapporti bancari presso istituti lussemburghesi gestiti fiduciariamente”. In questo filone di indagine è stato intercettato (non indagato) anche il figlio di Tonino Angelucci, il manager Giampaolo Angelucci. Le parti delle informative che riguardano questo filone però sono coperte da omissis.
Anche il deputato Di Stefano ha goduto in passato, secondo la Guardia di Finanza, dell’uso gratuito di un appartamento in via della Cisterna, per il quale tra l’altro nel 2012 c’era stata anche un’indagine del pm Maria Cordova sulla ristrutturazione che sta andando verso la prescrizione.
Luigi Giuliano, difensore con Tito Milella, di Antonio e Daniele Pucini precisa: “La maggioranza del materiale probatorio riguarda il procedimento relativo all’Enpam. Noi stiamo preparando il ricorso al Tribunale del riesame per i nostri assistiti”.
Marco Lillo e Valeria Pacelli, il Fatto Quotidiano 8/11/2014