Notizie tratte da: Mario Fortunato # Le voci di Berlino # Editore Bompiani 2014 # pp. 187, 17 euro., 9 novembre 2014
LIBRO IN GOCCE NUMERO 12
(Le voci di Berlino)
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TRA GALLERIE E RAFFICHE DEI VOPO –
Su e giù. Il famoso attore Gerd Schäfer abitava a Schönberg, in Berlino Ovest. Sua moglie Ruth abitava invece a Est, perché il governo le aveva assegnato un appartamento in Prenzlauer Berg, in quanto madre di un bambino. Era il 1957, non c’era ancora il Muro. I due facevano su e giù tra le due Berlino.
Muro. Nella notte fra il 12 e il 13 agosto 1961, 17.200 uomini fra soldati e polizia della Ddr stesero sulla frontiera che separava il settore sovietico da quello occidentale 150 tonnellate di filo spinato, 5 di filo di ferro, 2 di supporti metallici e inoltre piantarono 18.200 pali di cemento. Sbarrarono tutte le 193 strade a cavallo del confine. Chiusero i passaggi delle 12 linee ferroviarie sotterranee e di superficie, bloccando i treni che andavano a ovest e pattugliando decine di stazioni. Alle prime luci dell’alba, buona parte del lavoro era stata ultimata. Nome in codice: "Operazione Rose".
Nonna. Quella mattina Gerd e Ruth si trovavano nel settore americano. Ma il piccolo Frank stava invece dalla nonna materna, a Pankow, nella zona sovietica. Accadde dunque che mentre tutti correvano da Est verso Ovest, Gerd e Ruth s’affannarono nella direzione opposta. "Quando arrivarono a destinazione, stanchi e confusi, evitarono di chiedersi se avessero fatto la cosa giusta. Evitarono anche di guardarsi negli occhi".
Vopo. I Vopo, che vigilavano alla frontiera, avevano l’ordine di sparare e di uccidere chiunque tentasse di scavalcare il Muro per passare da Est a Ovest.
Terra di nessuno. Il tentativo di Peter Fechter il 17 agosto 1962. Lui e un suo amico si misero a correre, le raffiche dei Vopo sibilavano in aria. "Scavalcarono la prima striscia di muro, poi, mentre l’altro, sia pure ferito, riusciva a superare la seconda e a mettersi in salvo, Peter fu colpito a una gamba e scivolò indietro, nella zona compresa fra i due sbarramenti, nella cosiddetta terra di nessuno. Il ragazzo rimase lì agonizzante per più di un’ora, senza che alcun soldato – né dal settore est né dall’ovest – lo soccorresse. Un proiettile gli aveva tranciato l’arteria femorale. Si riunì una folla inerme di passanti. Le urla di Peter si trasformarono in rantoli per terminare in un silenzio raccapricciante. Quando un ufficiale della Ddr si avvicinò al corpo, il ragazzo era già spirato".
Gallerie. "Fra il 1962 e il ’64, venne il momento degli scavatori di gallerie. Si trattava di tunnel creati non lontano dal Muro, che permisero a molti tedeschi-orientali di approdare a Berlino Ovest da sotto terra. Fino al 1966, le gallerie furono sessantuno. Quasi tutte partivano dal settore occidentale, dove era molto più semplice mettere mano ai lavori di scavo, realizzati non di rado con larghezza di mezzi e un buon numero di operai coinvolti".
Ritorno Conrad Schumann, il giovane della Ddr che il 15 agosto 1961 per primo aveva scavalcato il Muro, si era stabilito in un piccolo villaggio della Baviera, dove aveva trovato lavoro e moglie. In seguito alla sua fuga, la sua famiglia aveva subito parecchie malversazioni e lui stesso era stato contattato dalla Stasi che gli aveva proposto il rientro in patria in cambio del perdono. Dopo la riunificazione delle due Germanie, l’ex soldato volle ritornare a casa ma la famiglia rifiutò di incontrarlo e la gente della cittadina in cui era nato, Leutwitz, in Sassonia, lo trattò come un traditore e un vigliacco. Conrad piombò nella depressione e in un senso di solitudine che non lo abbandonava mai. Il 20 giugno 1998 si allontanò per una passeggiata nei campi. Lo trovarono poi impiccato a un albero.
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 9/11/2014