Francesco Caruso, La Gazzetta dello Sport 8/11/2014, 8 novembre 2014
ZAMPARINI NE HA PER TUTTI
Presidente Zamparini, è più tranquillo dopo la vittoria di San Siro?
«Beh, certo, il 2-0 contro il Milan ci ha rasserenato, sapevo che la squadra era in crescita ma non mi aspettavo un simile progresso in tempi così rapidi».
Come si spiega una crescita di questo genere?
«È bastato inserire Munoz e Gonzalez per dare un migliore assetto alla difesa e ritrovare un vero regista a centrocampo: Maresca, che spero di rivedere subito in campo. Rigoni e Barreto sono in effetti due mediani».
Domani c’è l’Udinese al Barbera, è ancora il suo derby?
«Per forza, abito a due passi da Udine, credo sia normale sentire questa sfida in modo particolare anche se non mi porta bene purtroppo. Ricordo ancora quel famoso 7-0 dei bianconeri alla Favorita che grida vendetta (era il febbraio 2011, Delio Rossi in panchina, tripletta di Di Natale e poker di Sanchez n.d.r. ). Forse dovrei sforzarmi di non far troppo caso a questa partita».
Infatti sono 5 anni che il Palermo non batte l’Udinese: 25 ottobre 2009, 1-0 al Barbera.
«Ecco, vede? Ma i cicli hanno sempre un inizio e una fine, magari ora vinciamo noi i prossimi cinque incontri».
Prima ancora di sbarcare in Sicilia lei provò ad acquistare l’Udinese.
«Col presidente Pozzo sottoscrivemmo l’atto preliminare ma poi il lunedì, quando dovevamo incontrarci dal notaio per il rogito, non si fece vedere. Non ci rimasi affatto male, anche perché se l’operazione fosse andata in porto non avrei acquistato il Palermo».
Una volta disse che l’Udinese era il vostro club di riferimento per l’ottima gestione, lo è ancora?
«Non c’è dubbio che parliamo di una delle società più organizzate, in grado di pescare i giovani migliori, il che consente di vendere ogni anno pezzi pregiati senza per questo abbassare la qualità del gioco».
E il Palermo sarà capace di innescare un simile circolo virtuoso?
«Ci stiamo provando, con il nuovo staff che abbiamo allestito siamo riusciti a darci finalmente un’organizzazione di prim’ordine. Parlo dell’amministratore delegato, Cardinaletti, del nuovo direttore sportivo, Baccin, di Viviani che affianca il tecnico e di Iachini stesso».
La salvezza rimane l’unico obiettivo di stagione oppure adesso state provando a spostare l’asticella verso i confini europei?
«Il traguardo principale è la salvezza, l’ho detto ai giocatori, ma sanno pure che dobbiamo provare a vincere ogni partita e abbiamo dimostrato che possiamo riuscirci, poi al mercato di gennaio vedremo se sarà il caso di fare qualche aggiustamento».
Non pensa di avere esagerato affermando che Dybala vale 42 milioni di euro?
«È chiaro che sparare queste cifre è un modo di “fargli il mercato”, come si dice in gergo per i trasferimenti».
Lei lo ha anche accostato a Pastore, pur essendo due giocatori diversi.
«Il riferimento era solo al valore economico ma Dybala in effetti è più simile a Montella, Di Natale o Rossi».
Ha mai messo in discussione l’allenatore?
«Tutti sono sempre sotto esame, poi per fortuna dopo le tre sberle di Empoli abbiamo vinto tre partite su quattro».
Iachini mangerà il panettone, dunque?
«Certo, e anche la colomba. E non solo quest’anno».
A proposito di tecnici, che cosa pensa di Stramaccioni?
«Credo che sia un tipo più da Inter che da Udinese».
Perché?
«Così, guardandolo in faccia mi dà quest’idea, e penso che sia destinato a tornare nel club nerazzurro».
E si aspettava che il suo ex allenatore Guidolin tirasse i remi in barca così presto?
«No, in effetti ha sorpreso molto anche me, ma se lo conosco dico che in un paio d’anni tornerà in panchina».
Sempre alla ricerca di alleati e soci per il Palermo?
«È il mio auspicio ma l’Italia non stimola gli investitori. Purtroppo il nostro non è più un Paese di diritto e questo ci penalizza a tutti i livelli».