Francesco Semprini, La Stampa 8/11/2014, 8 novembre 2014
BUSH FIGLIO RACCONTA BUSH PADRE
Bush racconta Bush. 41 Portrait of my father, è l’ultimo libro in cui George W. Bush parla di suo padre, il 41esimo Presidente degli Stati Uniti, condividendo col pubblico una serie di aneddoti ai più sconosciuti. Si tratta di racconti, alcuni dei quali anticipati dal sito Drudge Report, a volte drammatici come quello in cui l’ex inquilino della Casa Bianca ricorda i momenti di apprensione vissuti quando il padre rischiava di morire.
«Nel 2012 papà venne ricoverato allo Houston Methodist Hospital per una brutta tosse. - scrive George W. Bush - Quando Laura e io siamo andati a trovarlo aveva un tutore all’altezza dell’addome, soffriva molto. “Come stai papà?”, gli chiesi, e lui rispose sorridendo: “Non è certo la tosse che ti fa fuori, è piuttosto una bara che ti fa fuori”». Le condizioni di George W. H. Bush peggiorarono, la tosse si trasformò in polmonite, e Bush junior intensificò le visite in ospedale, una volta portò in clinica anche le figlie Barbara e Jenna, quest’ultima incinta di cinque mesi. In quell’occasione Bush senior toccò con la mano la pancia della nipote e disse: «C’è la morte, e c’è una nuova vita». «Ricordo - scrive Bush - che uscimmo tutti dalla stanza dell’ospedale singhiozzando».
Un altro episodio è dedicato alla visita nel 2007 di Vladimir Putin a Walker Point, nei pressi di Kennebunkport, nel Maine, per discutere dello scudo spaziale in Europa dell’Est. La scelta della residenza di famiglia incontrò l’entusiasmo di George W. H. Bush che partecipò attivamente all’organizzazione, tanto da proporre una gita in motoscafo assieme al figlio e al leader russo, che rimase galvanizzato dall’energia dell’allora 83enne ex presidente. Il clima familiare fu prolifico: «Il giorno dopo con Putin abbiamo avuto una chiacchierata sullo scudo - scrive Bush - durante la quale trovammo diversi punti in comune».
Nel capitolo «Diplomacy», Bush ricorda il padre durante i momenti bollenti del Watergate, e il coraggio che dimostrò nell’inviare una lettera a Richard Nixon per consigliargli le dimissioni, dopo che lo scandalo scoppiò in tutta la sua ampiezza. «Scrivere questa missiva è cosa assai difficile per la gratitudine che ho sempre avuto nei suoi confronti. - disse Bush a Nixon, in veste di presidente del Republican National Committee -. Sento però il dovere di dirle che se lascerà l’incarico, la storia ricorderà lei e il suo operato ancora con rispetto». «Il giorno dopo - racconta Bush - Nixon annunciò le dimissioni».