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 2014  novembre 07 Venerdì calendario

VIETATI L’OMBRELLO E IL DIALETTO I VIGILI A LEZIONE DI BON TON


L’AQUILA. Devono essere ben pettinati o rasati. Non possono portare orecchini e collane, né, per quanto riguarda le donne, avere un trucco troppo pesante. Non possono sedersi al bar, a meno che il motivo non sia quello di scrivere un verbale. Devono rivolgersi ai cittadini dando loro del «lei» e parlando in lingua italiana, perché il dialetto è bandito. Da giorni, all’Aquila, la città del sindaco Massimo Cialente, i vigili urbani non parlano d’altro. Il nuovo comandante del Corpo, Ernesto Grippo, ha infatti aggiornato il regolamento della Polizia municipale: 44 articoli che spiegano tutto sul galateo che i fischietti del capoluogo abruzzese devono rispettare. «Un operatore di polizia locale deve essere educato prima di educare gli altri» dice Grippo, che prima di approdare all’Aquila aveva già imposto regole ferree nelle città di Cesena, Pescara e Vasto. «Bisogna portare la divisa con dignità, mostrarsi gentili nei confronti dei cittadini, avere atteggiamenti consoni. Altrimenti, come si fa a infliggere una multa di cento euro a un automobilista?».
Curioso, tra gli altri, il divieto di usare l’ombrello se si è in divisa. Ma una ragione c’è: i vigili tendono a non indossare «il cappello d’ordinanza, perché spesso è scomodo», conclude il comandante della municipale aquilana, e quindi optano per l’ombrello. Ma, adesso, delle due l’una: o gli agenti mettono il berretto oppure si beccano la pioggia.