Michele Serra, L’Espresso 7/11/2014, 7 novembre 2014
SE IL CAPO DI APPLE DORME IN UFFICIO
Dopo la morte del fondatore Steve Jobs la Apple sta confermando, con Tim Cook, un’immagine molto innovativa del suo management. I moderni capi d’azienda devono avere un profilo ascetico, una condotta di vita sobria e essere campioni del politicamente corretto. Alla Apple viene considerato volgare, per esempio, che nome e cognome del Ceo superino le dieci lettere complessive, tanto che il principale rivale di Tim Cook, Englebert Banglesteenemberg, in una recente intervista a “Forbes” si è detto convinto di essere stato discriminato. Poiché ogni accusa di discriminazione viene considerata infamante dalla Apple, l’azienda di Cupertino ha immediatamente rimediato svelando che l’attuale capo del personale, Fred Warn, è in realtà il cingalese Ferdinando Warnakulapalawi. Ma vediamo quali sono, in Apple, gli astri emergenti.
SLIM BLAT Alto, magro, maestro di Tai Chi, la sua giornata comincia alle quattro del mattino rispondendo alle mail. Dopo un succo di nespole e una galletta di soia, legge le notizie sull’Ipad e riceve i collaboratori più stretti. Verso le otto si scusa, “non ho dormito un cazzo”, e si addormenta di colpo con la testa sulla scrivania. Alle sei del pomeriggio si risveglia e, se trova ancora qualcuno in ufficio, lavora un paio d’ore. Veste sempre con una polo nera e jeans beige. Famoso il suo discorso agli studenti di Stanford, “Stay awake, stay standing” (state svegli, state in piedi) che ha raggiunto trecento milioni di visualizzazioni ed è diventato un esempio morale per i giovani di tutto il mondo. Nel suo programma, molto Apple, il divieto di rifornirsi di materie prime provenienti da paesi dove si fa utilizzo di animali per la questua stradale. Guadagna venti miliardi di dollari all’anno e con il dieci per cento finanzia la Fondazione Mondiale per il contenimento della sperequazione economica.
WILL RING Alto, magro, veste sempre con una polo beige e jeans neri. Si sveglia alle due di notte per rispondere alle mail e suonare la tromba, da sempre la sua passione. È divorziato già tre volte. Alle cinque di mattina è in ufficio, dove chiama a raccolta, per una riunione ristretta, il metronotte e la signora che fa le pulizie. Il suo discorso agli studenti di Nairobi, “Stay happy, stay rich” (stai allegro, stai ricco) ha avuto cinquecento milioni di visualizzazioni, specie nel momento in cui Will fugge dall’ateneo inseguito dagli studenti inferociti. Guadagna trenta miliardi di dollari all’anno e con gli interessi finanzia la ricerca scientifica sulla depressione dei cetacei impiegati nei parchi marini.
JO HU Quando lesse il suo nome sulla lettera di assunzione, Steve Jobs gli predisse un grande futuro in Apple. In breve tempo questo sino-americano quarantenne, alto e magro, è diventato un vero e proprio mito tra i giovani di tutto il mondo, che conoscono a memoria il suo discorso agli studenti di Pechino, “Stay ?, Stay ?”, diventato un vero must mondiale. Vuole che la Apple non abbia rapporti commerciali con i paesi dove si pratica la circoncisione sui cetacei. Ha un patrimonio personale incalcolabile, e già a sedici anni era ricchissimo grazie a una app che calcola il perimetro dei fagioli, acquistata da due miliardi di persone in tutto il mondo. Veste solo con polo e jeans a righe beige e nere.
JOHN CARMINE MATAMONE Il classico outsider, attualmente considerato il capo dell’opposizione interna ad Apple. È grasso, basso, cattolico, repubblicano, veste Versace con cravatte vistose e scarpe di vernice, molesta le segretarie, ha la parrucca, è contrario alla beneficenza perché rammollisce i poveri, chiede che la Apple investa tutto nel business degli armamenti e vuole licenziare tutti i dipendenti gay. Vuole trasferire l’azienda da Cupertino a Los Angeles, «almeno la gente sa dove cazzo stiamo». Matamone è diventato l’idolo di milioni di giovani in tutto il mondo grazie al suo discorso agli studenti di Memphis, rinviato perché era ubriaco.