Carlo Di Foggia, il Fatto Quotidiano 7/11/2014, 7 novembre 2014
MONTEZEMOLO, DALLA FERRARI AD ALITALIA. COME PREVISTO, MARTEDÌ È STATO NOMINATO PRESIDENTE – MA SENZA DELEGHE – DELLA NUOVA COMPAGNIA TARGATA ETIHAD. I POTERI IN REALTÀ SONO TUTTI DESTINATI AL NUOVO AD SILVANO CASSANO
Tutto come previsto. Dopo averne propiziato il matrimonio grazie alle entrature emiratine, Luca Cordero di Montezemolo incassa la presidenza della nuova Alitalia targata Etihad. La nomina, decisa martedì dal consiglio di amministrazione della vecchia compagnia – che entrerà nella newco insieme agli arabi – sarà portata il 26 novembre all’assemblea dei soci e ratificata dal cda del nuovo soggetto.
Un colpo d’immagine a effetto in cambio di un ruolo “di campanello”, cioè senza deleghe operative e possibilità di sfruttare almeno il potere di audit interna (il controllo su conti e dossier aziendali). Poteri tutti destinati al nuovo ad Silvano Cassano, grande amico e uomo di fiducia del numero uno di Etihad, James Hogan con cui ha lavorato per anni in Hertz. Quest’ultimo – ed è la vera notizia – completa il trittico di nomine con la vice presidenza, anch’essa – per ora – senza deleghe formali (ma con ben altro peso).
La decisione, anticipata ieri dal Messaggero, è parte di una strategia tutta rivolta all’Ue. Il 17 novembre (ma forse anche prima) Bruxelles comunicherà l’esito dell’analisi condotta sull’accordo del 7agosto scorso: una società intermedia, la Midco – partecipata dai vecchi soci Alitalia e Poste – che, a sua volta, avrà il 51 per cento della nuova Alitalia nella quale Etihad avrà il 49 per cento, non un punto in più, pena la perdita del diritti di volo europei. Secondo le norme comunitarie, infatti, il controllo deve rimanere nelle mani di un soggetto europeo, formalmente ma anche di fatto. Le nomine permettono ai regolatori Ue di avere un quadro preciso dei vertici, insieme alla governance messa nero su bianco nei documenti inviati a Bruxelles per il via libera dell’Antitrust. Dal canto suo, il neo presidente è in conflitto d’interesse per la sua partecipazione in Ntv, la società dei treni Italo, feroce concorrente: proprio la sfida all’ alta velocità ferroviaria ha affossato la vecchia Alitalia.
Montezemolo è stato il “facilitatore” di tutta l’operazione. Grande amico dello sceicco Khaloon al Mubarak, capo del fondo Mubadala che controlla Etihad (espressione del governo degli Emirati Arabi Uniti), l’ex presidente di Ferrari ha tessuto i rapporti con Enrico Letta prima e Matteo Renzi dopo. La sera del 20 febbraio scorso, per dire, nelle stesse ore in cui nasceva il nuovo governo, l’ex sindaco di Firenze incontrava Mubarak a casa di Montezemolo, confermando il via libera concesso da Letta all’operazione.
Il fondo Mubadala è stato anche azionista di poltrona Frau (controllata dalla Charme di Montezemolo insieme a Diego Della Valle e poi ceduta) e sponsor Ferrari. Proprio il siluramento dal Cavallino deciso lo scorso mese da casa Agnelli ha svuotato la nomina: Maranello avrebbe dato ben altra forza al neo presidente, il cui stipendio – stando alle voci circolate in queste ore (non confermate) si aggirerebbe intorno 200 mila euro annui. L’ultimo di decine raccolti in 40 anni di carriera da manager e imprenditore. Ruoli spesso coincidenti.
Carlo Di Foggia, il Fatto Quotidiano 7/11/2014