Fulvia Caprara, La Stampa 7/11/2014, 7 novembre 2014
LA VITA OLTRE IL CINEPANETTONE DI CHRISTIAN DE SICA: «NON HO PIÙ L’ETÀ, AVEVO BISOGNO DI UNA PAUSA DI RIFLESSIONE, POI SI VEDRÀ». ORA È AL CINEMA NEI PANNI DI UN PRESIDE SEVERO NELLA COMMEDIA DI MINIERO CON ROCCO PAPALEO
[Intervista] –
C’è vita oltre il cinepanettone. Christian De Sica lo sapeva bene perché, oltre ad essere mattatore della seguitissima saga delle feste, ha sempre lavorato anche per il teatro e la tv. Stavolta, però, la presa di distanze è più netta. Mentre la nube delle commedie natalizie si addensa sulle teste degli spettatori, lui gioca d’anticipo e arriva nelle sale (500, dal 13) con il nuovo film di Luca Miniero La scuola più bella del mondo, rivisitazione, in chiave didattico-educativa, del tema al centro di Benvenuti al Sud.
Nella storia delle due scolaresche costrette a mescolarsi e a convivere, una del profondo hinterland campano, l’altra della ridente Val d’Orcia, in Toscana, De Sica interpreta il personaggio di Filippo Brogi, preside di una scuola media modello, impegnatissimo per farla premiare, ancora una volta, come istituto migliore d’Italia: «Sono molto contento, è un ruolo che non avevo mai fatto prima, qui non sono volgare né misogino, magari competitivo, questo sì, e un po’ vigliacco, però almeno credo fino in fondo in quello che faccio».
Quest’anno niente cinepanettone, aveva voglia di cambiare?
«Per un cinepanettone corro sempre... però bisogna anche tener presente l’età, non posso continuare a fare l’amante cornificatore, comunque, se uscisse fuori un buon film “comicarolo”, non mi tirerei indietro».
E se la chiamassero per il prossimo film di Natale?
«Aurelio De Laurentiis mi aveva chiesto di essere in quello con Lillo & Greg che uscirà a dicembre, e mi aveva chiamato anche Neri Parenti che quest’anno si è messo in proprio... ho detto di no perché avevo bisogno di una pausa di riflessione, di fare cose diverse, come La scuola più bella del mondo, e come il film che inizierò a girare tra poco».
Di che cosa parla?
«Si chiama Fraulein, racconta l’amicizia che nasce tra me e una donna di 45 anni, incazzata nera... la regia è dell’esordiente Caterina Carone, il produttore è Carlo Cresto-Dina, gireremo a Bolzano, la vicenda è ambientata in un alberghetto di montagna».
Farà anche teatro?
«Sì, riprendo il tour portando Cinecittà in giro per l’Italia».
Che cosa le è piaciuto del film di Miniero?
«Lo stile da commedia Anni 60, i bambini che sono stupendi e che mi hanno dato una bella frustata di vitalità, l’ottimismo di fondo, ne abbiamo bisogno, siamo tutti troppo arrabbiati... E poi il clima sul set, una gran bella compagnia, eravamo sempre a cena insieme, sono ingrassato 9 chili».
Come è stato l’allievo Christian De Sica?
«Da ragazzino una “pippa”, poi mi sono stufato e sono diventato bravo. All’università prendevo tutti 30 e lode, ma ho capito che volevo fare altro, “la scuola del night”, così ho cominciato a andare in giro per locali notturni, e meno male, sennò sarei stato un fallito».
A che punto è il film che dovrebbe dirigere sulla storia dell’incontro tra suo padre e sua madre Maria Mercader, sul set della Porta del cielo?
«Sta andando avanti, con gran fatica. Sono 6 anni che cerco di realizzarlo, non ho mai abbandonato l’idea».
Sono uscite e usciranno a breve tante commedie italiane, spesso con esiti non soddisfacenti. Secondo lei perché?
«I giovani attori fanno troppi film, penso a Bova, Argentero, Giallini, in più appaiono nelle fiction... Nino Manfredi diceva che bisognava girare un film l’anno, l’Italia è un Paese piccolo... Meglio fare gli spot».
In tv è nella giuria diTale e qualee dà l’idea di divertirsi un mondo.
«È vero, quel tipo di spettacolo mi è sempre piaciuto, e anche il pubblico ha voglia di varietà, lo dimostra lo share del programma, il 26%. In tv si vede sempre gente tesa, pronta ad azzannarsi, e invece secondo me c’è bisogno di divertimento, di trucco, di balletti».
Fulvia Caprara, La Stampa 7/11/2014