T. Mas., La Stampa 7/11/2014, 7 novembre 2014
BERLINO INVESTIRÀ 10 MILIARDI DI EURO IN INFRASTRUTTURE ENTRO IL 2018. OGNI EURO PUBBLICO NE SMUOVERÀ ALTRI CINQUE DEL SETTORE PRIVATO. LA DOTE CHE IL MINISTRO PORTA IN EUROPA È DUNQUE DI 60 MILIARDI. QUESTO IL CONTRIBUTO DELLA GERMANIA AI 300 MILIARDI DI INVESTIMENTI ANNUNCIATI DA JEAN-CLAUDE JUNCKER NEI MESI SCORSI PER LA UE
La quadratura del cerchio, per ora, resiste. Nonostante le stime di crescita dimezzate (1,2% secondo il governo, 1,1% secondo la Commissione europea) ed entrate fiscali meno generose del previsto – è notizia di ieri – Wolfgang Schäuble conta di riuscire a mantenere il suo impegno di un pareggio di bilancio nel 2015. Ma la grande novità di ieri, annunciata dal ministro delle Finanze tedesco, è che ha finalmente reagito alle miriadi di sollecitazioni giunte nelle scorse settimane sia dai colleghi europei, sia dalle istituzioni internazionali come Bce e Fmi, sia dagli industriali tedeschi e da una fetta della Grande coalizione. Berlino investirà 10 miliardi di euro in infrastrutture entro il 2018. Secondo fonti governative, ogni euro pubblico ne smuoverà altri cinque del settore privato. La dote che il ministro porta in Europa è dunque di 60 miliardi. Questo il contributo della Germania ai 300 miliardi di investimenti annunciati da Jean-Claude Juncker nei mesi scorsi per la Ue.
Una dote che, sempre secondo la fonte, verrà concentrata soprattutto nel settore dell’energia, del digitale – leggi: banda larga – ma anche nelle infrastrutture. Già la prossima settimana è possibile che il ministro dei Trasporti Dobrint dia notizia del primo, concreto impegno pubblico: un accordo con la Deutsche Bahn per investire nelle ferrovie.
Nei mesi scorsi, Berlino è finita sotto pressione per la sua reticenza a spingere maggiormente sul lato della domanda. Già il famoso discorso di Jackson Hole di Mario Draghi era stato interpretato correttamente come una sollecitazione a spendere in investimenti. Ma anche ai recenti incontri d’autunno dell’Fmi Schäuble era stato pressato dalla direttrice, Christine Lagarde, a mostrarsi più generoso sul lato della spesa.
L’economia tedesca, oltretutto, sta rallentando. Il 14 novembre usciranno i dati del terzo trimestre del Pil e i più ottimisti scommettono su un andamento piatto, dopo il calo registrato nel secondo. Tanto che molte pressioni sono arrivate negli ultimi tempi anche dagli industriali tedeschi e dall’ala sinistra della Spd. Tra alcuni socialdemocratici la richiesta di uno sforzo più ampio sulle infrastrutture si accompagna alla richiesta di rinunciare al pareggio di bilancio. Ma su questo, Schaeuble resta irremovibile.
T. Mas., La Stampa 7/11/2014