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 2014  novembre 07 Venerdì calendario

MATTEO SALVINI PUNTA TUTTO SUGLI ELETTORI DELUSI DAL M5S. E POI «SE CON TOSI GIOCHIAMO DI SQUADRA PRENDIAMO IL 51%. E RENZI LO ARCHIVIAMO» – [2

Interviste] –
Ride alla domanda se sia anticomunista: «Ma dai, dove sono i comunisti?». Come gli sembra «da tarati» chiedergli se sia antifascista. Il mondo è cambiato, e il segretario della Lega Matteo Salvini lo sa bene. Artefice di una straordinaria crescita del Carroccio negli ultimi mesi, «l’altro Matteo» è alla vigilia del lancio di un nuovo soggetto politico per ricostruire il centrodestra.
Per rimanere all’analogia con Renzi: vuole rottamare Berlusconi?
«Non mi piace rottamare. Dico solo che ci sono milioni di italiani che si riconoscevano nel centrodestra e non vanno più a votare, perché non vedono un progetto, uno parla delle coppie gay, l’altro della cittadinanza agli immigrati…».
Occorre fare ordine.
«Io penso che ci sia la maggioranza del Paese che, magari per mancanza di scelta, ha votato Renzi, che peraltro fa cose più di destra che di sinistra: noi vogliamo creare un’alternativa».
Renzi fa cose più di destra che di sinistra?
«Penso alla battaglia contro l’articolo 18. Fa cose di destra perché gli conviene: io penso viva a pane e sondaggi, e così va un po’ di qua e un po’ di là ma senza un progetto».
La sua alternativa a chi si rivolge?
«Ovviamente a Berlusconi, alla Meloni, non ad Alfano...».
A Casa Pound?
«A tutti. A tutte le realtà che pensano l’Italia possa ripartire con ricette completamente diverse rispetto a quelle di Renzi».
Ma a Fi si rivolge chiedendo di superare Berlusconi.
«Berlusconi ha fatto tantissimo, e può fare ancora tanto. Ma sicuramente la rivoluzione liberale promessa non è arrivata. Adesso è il momento buono: spero che Berlusconi abbia la forza di accompagnare questo progetto».
Ieri in un’intervista Berlusconi ha detto che Salvini, «deve ancora dimostrare di saper fare qualcosa».
«Questa settimana sono state certificate le 500mila firme per cancellare la legge Fornero, raccolte da noi. Nelle statistiche sulla produttività dei gruppi in Parlamento la Lega è prima. Ci stiamo occupando degli alluvionati. Questo è fare: mi auguro che Berlusconi se ne renda conto, perché i suoi elettori ed ex elettori se ne stanno rendendo conto. C’è bisogno di guardare avanti, non vorrei che qualcuno fosse fermo a guardare al passato».
La Meloni vi chiede però di abbandonare il secessionismo.
«Io sto costruendo un progetto che va da Nord a Sud, che però ha nel Dna l’autonomia, il federalismo e, se la gente vuole, l’indipendenza. Io non pongo paletti, non dico alla Meloni “se vuoi fare parte di questa cosa devi tagliarti i capelli o metterti la gonna lunga”, se cominciamo così siamo messi male».
Dice però il suo collega Tosi che c’era un accordo perché facesse lui il candidato alle primarie e lei solo il segretario...
«Io non so quali erano le garanzie di un anno fa, dico che c’è un’opportunità enorme per tutti. Tosi è una grandissima risorsa e se giochiamo di squadra prendiamo il 51%. E Renzi lo archiviamo».
Renzi che ha fatto l’accordo con il M5S su Consulta e Csm.
«Disastroso l’inciucio Renzi-M5S per sostenere una persona che ha collaborato per anni con istituzioni europee e chiedeva più sanzioni e più rigore».
Si riferisce a Silvana Sciarra?
«Sì, mi pare un appoggio molto strano quello dei Cinque stelle. Ma è lo stesso Grillo che dice via dall’euro, dall’Europa? Renzi lo capisco perché è figlio di quella cultura lì, ma Grillo no. E mi dispiace per i suoi elettori».
Punta agli elettori di Grillo?
«La valanga di voti che l’M5S ha preso vengono da tre fattori. L’onestà, e la Lega adesso è inappuntabile. Il no euro, e io ho invitato a cercare una strategia comune, ma Grillo ha detto no. E il no all’immigrazione, salvo che poi i suoi in Parlamento votano per abolire il reato di immigrazione clandestina. Parlo ai suoi elettori per evidenziare le sue contraddizioni. Dopo un anno in Parlamento cos’hanno portato a casa?».
Domani visita a un campo rom a Bologna. Anpi e Sel chiedono di non consentirglielo.
«È un campo rom regolare, pagato dai cittadini bolognesi che pagano luce e acqua per 130mila euro a questi signori, una nostra consigliere comunale è andata e si è presa gli schiaffoni, e non ho sentito la Boldrini dire una parola. Ci torno per dire che quello è territorio italiano, e secondo me non dovrebbero esistere campi rom come non esistono in Europa».
Non è una provocazione andare a dire questo?
«La provocazione è che a questa gente si paghi tutto».
Non teme accuse di razzismo?
«Accuse a sproposito: noi siamo l’argine al razzismo, se non ci fosse la Lega la gente non avrebbe una proposta politica e si farebbe giustizia da sola».
Francesca Schianchi, La Stampa 7/11/2014

ANCORA SALVINI: «SI VOTERÀ IN PRIMAVERA PERCHÉ RENZI FARÀ SALTARE IL TAVOLO, TUTTI I DATI ECONOMICI LO CONDANNANO» – [Intervista] –
Onorevole Matteo Salvini, lei è l’alfiere della battaglia contro l’introduzione dello “Ius soli” temperato per ottenere la cittadinanza. Anzi, ha affermato di essere totalmente contrario a dare la cittadinanza agli immigrati.
Perché?
Perché l’equilibrio dei diritti e dei doveri in questo momento mi dice che bisogna puntare di più sui doveri. Nel senso che sono i cittadini italiani in questo momento a soffrire di più da tutti i punti di vista. Assegnazione delle case popolari, contributi pubblici, assegni. Pensiamo solo al fatto che gli immigrati sopra i 65 anni, che si ricongiungono con dei loro parenti in Italia e mettono piede in Italia hanno diritto alla pensione sociale subito. Mi sembra una follia priva di qualsiasi senso, giustizia, equità e fondamento.
Però lei ha detto “siamo noi gli immigrati in casa nostra”. Siamo ancora a noi contro loro? Sempre lì siamo?
No...se a Milano il 65% delle case popolari quest’anno è assegnato a cittadini stranieri, è un contributo all’integrazione, alla convivenza pacifica e serena nei quartieri? No, perché la presenza di stranieri a Milano è del 15%, e quindi non puoi avere il 65% di case popolari assegnate a chi rappresenta il 15% della popolazione.
Però stiamo facendo un discorso sulle regole. Su diritti e doveri, però anche diritti.
Manca qualcosa a quei bimbi che sono in classe con dei bimbi italiani e a 18 anni, consapevolmente e maturamente, possono decidere se mantenere come in molti casi fanno la loro cittadinanza o diventare cittadini italiani? Manca qualcosa a quelle famiglie? Gli immigrati sembra che siano solo un onere, e non una potenziale risorsa soprattutto nelle terre che lei rappresenta. In realtà sono effettivamente una risorsa. Quindi il problema è regolamentare?
Gli immigrati regolari sono miei fratelli. Noi abbiamo nominato responsabile del dipartimento sicurezza e immigrazione della Lega Nord una persona che è arrivata dalla Nigeria regolarmente. Ha fatto il suo corso di studi, adesso è piccolo imprenditore, rispettando le regole. Il problema è che molti le regole non le rispettano, e in Italia si fa finta di niente.
Ma stiamo parlando di regole in questo momento. Stiamo parlando delle regole da darsi, per avere poi dei criteri univoci. Se un figlio di immigrato nasce in Italia, studia in Italia, entra a far parte della società nazionale, perché non dovrebbe avere il diritto di cittadinanza?
A 18 anni, come prevede la legge, può avere tutti i diritti che vuole. Non mi bastano 5 anni di scuole elementari.
Onorevole Salvini, con Berlusconi è tutto finito?
Spero di no, se però tutti guardiamo avanti. Non mi piace la nostalgia, il ripensare a formule vecchie.
Però insomma, non tutto è finito.
Su alcuni progetti no.
Si vota in primavera?
Secondo me si vota in primavera perché tutti i dati economici stanno condannando il governo Renzi, che può promettere tante cose, ma quando disoccupazione, prodotto interno loro, debito pubblico...
Insomma, si vota in primavera.
Secondo me Renzi farà saltare il tavolo, si sceglie altri tre nemici, dice “non mi fanno governare”, e tornerà al voto in primavera.
E li trova in Europa i nemici?
Beh, in Europa...lui è al servizio dell’Europa. Lui alza la voce ma poi viene a Bruxelles a prendere i compitini e li porta a casa silenzioso.
Ritiene possibile fare le primarie nel centrodestra per scegliere il prossimo candidato premier?
Lo riterrei assolutamente utile, basta che ci sia prima un programma comune.
Giovanni Minoli, Il Sole 24 Ore 7/11/2014