Maurizio Caverzan, Il Giornale 7/11/2014, 7 novembre 2014
LA RAI PAGHERÀ QUATTRO MILIONI DI EURO A ROBERTO BENIGNI PER IL SUO SHOW SUI DIECI COMANDAMENTI? IL MANAGER E VIALE MAZZINI SMENTISCONO: «CIFRE FUORI DALLA REALTÀ»
Quattro milioni dalla Rai a Roberto Benigni. Quattro milioni per le due serate dei Dieci comandamenti più un altro pacchetto di seconde serate, ancora per La Divina commedia. Il colpo è forte. La cifra altisonante. In un momento in cui la Tv pubblica taglia e risparmia su tutto e incassa pubblicità col contagocce, un compenso del genere fa pensare parecchio. I dirigenti di Viale Mazzini avranno fatto i loro conti. Ma devono essere conti a prova di audience. Perché, considerato che le serate non saranno interrotte da break pubblicitari – come non lo sono mai state le performance dell’attore premio Oscar – significa che i suoi cachet dovranno essere almeno in parte compensati dagli spot che precederanno l’inizio dello show. I quali saranno indubbiamente più ricchi del solito. Basteranno?
Secondo quanto ha scritto il sito La Notizia, rilanciato da Dagospia sotto il titolo La Rai spennata da Benigni, «il comico toscano e il suo agente Lucio Presta stanno trattando con i vertici di Viale Mazzini per realizzare alcune seconde serate». In realtà, il contratto è già chiuso, visto che le due serate sono in palinsesto il 15 e il 16 dicembre prossimi. Per Marco Castoro, «il secondo pacchetto costerebbe un milione e 600mila euro che sommati ai 2 milioni e 400mila per i Dieci comandamenti fanno 4 milioni tondi tondi». Interpellato sull’argomento, Lucio Presta si limita a una smentita secca: «Le cifre non corrispondono alla realtà». Punto. L’ufficio stampa Rai parla di «cifre false».
Due anni fa, per La più bella del mondo, lo show con il quale Benigni illustrò la nascita della Costituzione, il cachet fu di 1,8 milioni di euro. E lo share del 43,94 per cento, con oltre 12,6 milioni di telespettatori. Stavolta è stato lo stesso artista a chiedere di raddoppiare le serate per motivi editoriali. Due ore non erano sufficienti. E la Rai ha approvato la richiesta, ovviamente sperando di bissare il successo. Bisogna riconoscere che raccontare i Dieci comandamenti, contestualizzarli con riferimenti storici e biblici e renderli televisivamente attraenti, non è la cosa più facile del mondo. L’importanza dell’impegno e la complessità dei contenuti richiede studio, preparazione, prove ripetute. E, per una volta, bisogna riconoscere anche che un’impresa come questa corrisponde al compito del servizio pubblico. Infine, di solito, prima di giudicare se uno show vale un prezzo bisogna vederlo. Bisogna aspettare di vedere gli ascolti e gli introiti pubblicitari che porta. Per dire: due anni fa, le serate dell’Inferno dantesco registrate da Piazza Santa Croce a Firenze, trasmesse su Raidue ebbero ascolti assai modesti. Stavolta il completamento del terzo libro della Commedia andrà in onda su Raiuno e avrà forse un sèguito maggiore. Probabile anche che le Tavole della Legge consegnate dal Padreterno a Mosè sul Monte Sinai avranno un appeal superiore a quello della Carta fondativa della Repubblica Italiana. Lo sapremo tra poco più di un mese.