www.cinquantamila.it/fiordafiore 7/11/2014, 7 novembre 2014
Il Lussemburgo è un paradiso fiscale: Junker è responsabile? • Il soldato che ha sparato a Osama Bin laden • Montezemolo presidente di Alitalia • Si avvicinano gli accordi alla ThyssenKrupp di Terni e al Teatro dell’Opera di Roma • Il sindaco di Roma non paga le multe • Pd e M5S riescono a eleggere un giudice della Consulta • Il patto del Nazareno vacilla Luxleaks L’inchiesta giornalistica Luxleaks ha rivelato favoritismi fiscali concessi dal Lussemburgo a centinaia di società straniere per ridurre al massimo le tasse da pagare in altri Paesi
Il Lussemburgo è un paradiso fiscale: Junker è responsabile? • Il soldato che ha sparato a Osama Bin laden • Montezemolo presidente di Alitalia • Si avvicinano gli accordi alla ThyssenKrupp di Terni e al Teatro dell’Opera di Roma • Il sindaco di Roma non paga le multe • Pd e M5S riescono a eleggere un giudice della Consulta • Il patto del Nazareno vacilla Luxleaks L’inchiesta giornalistica Luxleaks ha rivelato favoritismi fiscali concessi dal Lussemburgo a centinaia di società straniere per ridurre al massimo le tasse da pagare in altri Paesi. Al centro dello scandalo c’è il lussemburghese Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, che nei circa 20 anni da premier e ministro delle Finanze del Granducato è stato il principale promotore del regime locale da paradiso fiscale con rigido segreto bancario. Dall’inchiesta emerge che Juncker, quando era presidente dell’Eurogruppo dei ministri finanziari, ha sostenuto le misure di austerità volute dalla cancelleria tedesca Angela Merkel, che hanno provocato aumenti delle tasse ai cittadini di Paesi membri in difficoltà. Al tempo stesso da premier concedeva «lettere di conforto» a un’infinità di società straniere per garantire pagamenti ridotti al Fisco (in alcuni casi, secondo Luxleaks, anche solo l’1%). Le stime parlano di decine di migliaia di società straniere domiciliate in Lussemburgo, tra cui molte italiane. Nel mirino ci sono le sedi nel Granducato di Fiat Finance e Amazon, ma anche multinazionali come Pepsi e Ikea. Osama Rob O’Neill è il soldato americano che sparò a Osama Bin Laden. Ha raccontato al Washington Post l’azione: «È apparso sull’ingresso della camera da letto al terzo piano. Il mio compagno ha aperto il fuoco ma ha sbagliato. L’ho superato ed ho visto il bersaglio davanti a me. Eravamo al buio ma avevo i visori. In una frazione di secondo ho sparato due volte, colpendolo alla testa. È morto all’istante». O’Neill, 38 anni, nato a Butte (Montana), è entrato nei Commandos a 19 anni e c’è rimasto per altri 16. Dice di essersi arruolato dopo un amore fallito, ma il padre dice che lo ha fatto dopo essere andato a caccia una volta con un Navy Seal. Ha partecipato a 12 missioni in Afghanistan e Iraq, centinaia di missioni di combattimento, ha ricevuto 52 tra medaglie e onorificenze. Tre film ispirati a lui: Zero Dark Thirty, Captain Phillips e Lone Survivor. Da quando si è congedato va in giro a fare conferenze motivazionali: «Ho detto a mia moglie e ai miei figli di tenere una borsa sempre pronta, nel caso dovessimo scappare all’improvviso» (Olimpio, Cds). Alitalia Luca Cordero di Montezemolo è stato chiamato a fare il presidente di Alitalia. James Hogan, che guida Etihad, è il vicepresidente. ThyssenKrupp Ieri la ThyssenKrupp ha confermato l’intenzione di rivedere il piano industriale dell’acciaieria di Terni e si è impegnata a pagare gli stipendi di ottobre entro l’inizio della prossima settimana. Nello stabilimento si realizzerà una produzione minima di un milione di tonnellate di acciaio fuso all’anno, di conseguenza il secondo forno sarà mantenuto attivo. La novità emersa al tavolo è che gli investimenti saranno raddoppiati salendo a 200 milioni, ribadendo che il sito non è in vendita. Il vecchio piano prevedeva 537 esuberi, quello rivisitato dovrebbe ridurli a 290 di cui la metà già avviti ad una mobilità concordata e incentivata. La trattativa comunque va avanti: avrà peso anche l’intenzione di ridurre il costo delle bollette e di trasformare i risparmi ottenuti in un ridimensionamento dei tagli al lavoro. Resta aperto il problema delle retribuzioni, perché Ast intende azzerare tutta la parte riguardante il salario accessorio. Opera Non è ancora ufficiale, ma all’Opera di Roma potrebbero ritirare tutti i 180 licenziamenti di orchestra e coro. I dipendenti, in cambio, sono disposti a congelare il premio di produzione e a rinunciare a varie indennità, da quella per l’attività sinfonica, a quella di Caracalla, secondo la quale si sono sempre pagati tutti i dipendenti, anche coloro che non avevano lavorato (in futuro si corrisponderà una somma soltanto a chi sarà presente alle produzioni). L’obiettivo è quello di reperire i 3 milioni e 400 mila euro causati dalle azioni di protesta, dal blocco delle attività del teatro, dall’addio dei pochi sponsor, per raggiungere il pareggio di bilancio. Di più: i sindacati si impegneranno, per un periodo che dovrebbe comprendere tutto il 2016, a una moratoria degli scioperi. Multe Un’interrogazione parlamentare vuol saper se è vero che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, abbia sul groppone otto multe non pagate. Risulta, infatti, che il sindaco, con la sua Panda rossa, abbia preso otto multe ai varchi elettronici della Ztl perché, per due mesi, il suo permesso non era valido. Il periodo va dal 23 giugno al 21 agosto 2014. Le infrazioni, codice alla mano, valgono 80 euro ciascuna, per un totale di 640 euro, più notifiche e interessi. Le contravvenzioni, dai tabulati del Dipartimento «Risorse economiche», risultano non pagate (Menicucci, Cds). Pass La giunta Marino ha aumentato il prezzo dei pass per il centro di Roma: costavano 550 euro, sono passati a oltre 2mila (ibidem). Consulta Dopo 20 tentativi andati a vuoto, pari a due mesi di stallo, il Parlamento in seduta comune è riuscito a eleggere il primo dei due giudici costituzionali ancora mancanti. Si tratta di Silvana Sciarra, docente universitaria di Firenze, indicata dal Pd, che passa allo scrutinio grazie anche ai voti dei 5 Stelle (630, 60 in più rispetto al quorum), i quali ottengono l’elezione del membro laico del Csm, Alessandro Zaccaria. Nulla di fatto per l’altra candidata, Stefania Bariatti: il M5S ha detto no, ma Forza Italia, il partito che l’aveva candidata, si è spaccato e ha fatto mancare i suoi voti. Scricchiolii Renzi a proposito del patto del Nazareno, ovvero l’accordo con Berlusconi sulle riforme: «Scricchiola, eccome se scricchiola…».