Giovanni Minoli, Il Sole 24 Ore 5/11/2014, 5 novembre 2014
TFR, ANCHE FRANCESCO BOCCIA, PRESIDENTE COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA DICE CHE «L’ANTICIPAZIONE IN BUSTA PAGA È UN ERRORE». SOLO UN DISPERATO PUÒ ACCETTARE QUESTO TIPO DI TASSAZIONE
[Intervista] –
A Francesco Boccia, Pd, tocca, in quanto presidente della Commissione Bilancio della Camera, coordinare il primo esame della Legge di stabilità varata dal governo.
Renzi ha detto che con questa Stabilità si tagliano 18 miliardi di tasse. In realtà il taglio netto è di 13,7 miliardi. Questo perché da una parte il governo ha tagliato effettivamente. Dall’altra però ha previsto 4,6 miliardi di nuove tasse che provengono dalle rendite finanziarie e dalle slot machines. Onorevole Boccia, è così?
Si è così, e a queste aggiungerei le clausole di salvaguardia che spero non scattino e che riguardano l’aumento potenziale dell’Iva se il taglio della spesa prevista non sarà fatto.
A proposito del dibattito, in Commissione avete dichiarato incompatibili una ventina di misure. Quali le più clamorose?
Certamente gli Lsu, sicuramente la Rai, certamente molti interventi microsettoriali. Ma tutto questo l’abbiamo fatto per difendere il perimetro di politica economica della Legge di stabilità. Una legge snella che può diventare un mostro se si ammette tutto l’ammissibile.
Ma la tensione, quando si è arrivati sulla Rai, è salita molto. Perché? Cosa prevedeva?
Si dava al presidente del Consiglio la possibilità, con un decreto, di vendere le partecipate e gli immobili Rai. Gli immobili erano una questione marginale, ma le partecipate di fatto, se vendute tutte, modificano il sistema radiotelevisivo italiano.
Voi le avete stralciate, no?
Se la relazione tecnica del Mef mi dice che le entrate per questa operazione Rai sono pari a zero, capisce che non c’entra nulla con la Legge di stabilità.
L’imposta di bollo – un prelievo dello 0,2% del valore di tutte le attività finanziarie di ogni singolo contribuente – non è una patrimoniale bella e buona?
È un’imposta insopportabile, perché tratta tutti i risparmiatori allo stesso modo, e i risparmiatori non sono tutti uguali. È una patrimonialina, certo. Preferirei che fossero tassate le transazioni finanziarie, soprattutto quelle del trading online, che in Italia sono gratis, e mi farebbe piacere la tassazione sulle multinazionali del web, ma si preferisce tassare il risparmio.
Lei pensa che si voti in primavera?
Io penso di sì.
Non sono ipocrita.
Una domanda secca: perché un lavoratore dovrebbe farsi versare anticipatamente il Tfr, che poi gli viene tassato più di quanto sarà alla fine della sua carriera lavorativa?
Perché è disperato. Spero che questo non accada, spero che la tassazione sia a gestione separata, quindi uguale a quella attuale, ed è un errore...
Perché non lo correggono?
La Legge di stabilità è appena entrata in Parlamento, vedrà che sarà corretto.
Il 63% di esportazioni in meno verso la Russia: non potrebbe dire a Renzi di togliere queste stupide, ridicole sanzioni? Già ha fatto dei danni con la web tax, dobbiamo aggiungere pure questo per impoverire gli imprenditori italiani?
Con me sfonda una porta aperta. Sono fortemente contro le sanzioni. Guardi, io sono, come tanti italiani, anche per formazione, filoamericano. Ma ormai sono molti anni che il nostro Paese non ha più interessi economici convergenti con gli Stati Uniti. Le sanzioni con la Russia sono insopportabili e noi stiamo mettendo a rischio intere filiere produttive, in molti territori. Poi non lo dica a me che vengo da Bari e per noi i rapporti commerciali con la Russia sono importanti.
Giovanni Minoli, Il Sole 24 Ore 5/11/2014