Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

L’IMBARAZZO DEI QUOTIDIANI SUL CASO SCATENATO DALL’INCHIESTA DI REPORT SUI PIUMINI MONCLER, GRANDE INSERZIONISTA PUBBLICITARIO, È PALESE. NEI GIORNI SCORSI, PER VIA DI UN’INCHIESTA DI SKY, ALCUNE INDUSTRIE DELLA CARNE HANNO RITIRATO LA PUBBLICITÀ DALL’EMITTENTE. ACCADDE ANCHE CON TELECOM E PANORAMA, CON

DOLCE&GABBANA E L’ESPRESSO, GLI ESEMPI NON MANCANO. UN CERTO GIORNALISMO, FORSE, SÌ –

Certe inchieste di Report (Raitre) possono piacere o meno, non entro nel merito: ma il futuro del giornalismo passerà inevitabilmente da quelle parti. Se le inchieste sulla qualità della pizza o sui piumini Moncler fossero solo il millesimo effetto dell’antipolitica (qualcuno lo sostiene) allora andrebbe concluso che negli Usa l’antipolitica impera da mezzo secolo: il giornalismo d’oltreoceano, da sempre, è assai meno orientato sui «politici» e molto più sulle lobby e sulle multinazionali. In fondo non facciamo altro che scriverlo: che la politica conta sempre meno e che a influenzarci sono sempre più i centri di potere economici, giusto? La morale è che scrivere contro Renzi o Berlusconi oggi è facilissimo, il problema è farlo contro un’industria di moda, di automobili, di acqua minerale, un gruppo farmaceutico o telefonico, colossi che governano le nostre vite mentre noi giornalisti ci accapigliamo attorno al patto del Nazareno. Se è vero che siamo sempre meno cittadini e sempre più consumatori, ergo, il giornalismo non farà che adeguarsi: il punto è se siamo pronti a farlo. L’imbarazzo dei quotidiani sul caso Moncler, grande inserzionista pubblicitario, è palese. Nei giorni scorsi, per via di un’inchiesta di Sky, alcune industrie della carne hanno ritirato la pubblicità dall’emittente. Accadde anche con Telecom e Panorama, con Dolce&Gabbana e l’Espresso, gli esempi non mancano. Un certo giornalismo, forse, sì.