Francesco Puglisi, Il Tempo 5/11/2014, 5 novembre 2014
MONOPOLI POWER
Ha 80 anni ma non li dimostra. Il 4 novembre del 1934 approda nei negozi il gioco più famoso del mondo, il «Monopoli». Sembrava fosse il solito passatempo da tavolo uso e getta invece è divenuto nel tempo il gioco per eccellenza, il capostipite di tutti i giochi da tavolo del mondo. La sua popolarità non conosce confini o barriere linguistiche e ovunque sia stato introdotto è subito diventato uno dei preferiti da parte del pubblico adulto, ma anche e forse soprattutto di quello più giovane. Chi di noi almeno una volta nella vita non si è fermato al Parco della Vittoria sentendosi in ancuni momenti anche un grande imprenditore o un esperto della finanza? Le regole del gioco, la sua struttura e i valori delle proprietà sono rimasti inalterati nei decenni, al contrario delle regole, di solito modificate a piacimento in famiglia o tra amici. Non si tratta delle regole scritte, anch’esse sempre uguali, ma piuttosto di quelle tramandate oralmente di padre in figlio, di nonno in nipote. Di generazione in generazione, il gioco «giocato» è diventato più semplice, perdendo parte di quegli elementi strategici che ne avevano decretato il successo iniziale. In qualche misura si è trasformato in qualcosa di nuovo, diverso in ogni famiglia, ma sempre amatissimo.
Nel 1934 Charles B. Darrow di Germantown, Pennsylvania, presentò alla Parker Brothers il progetto per un nuovo gioco da tavolo, ma i dirigenti dell’azienda lo rifiutarono riscontrando nelle regole e nella struttura del gioco stesso più di 50 «errori» essenziali. Il successo e la ricchezza promessi nel gioco incitarono Darrow, all’epoca disoccupato, a produrlo in proprio. Con l’aiuto di un amico tipografo, riuscì a stampare e vendere 5.000 copie a un negozio di Philadelphia. La notizia del successo giunse alle orecchie di quei dirigenti che in un primo tempo avevano scartato l’offerta i quali, modificata la loro opinione in merito, fecero un’offerta irrinunciabile al signor Darrow per entrare in possesso dei diritti sul suo gioco.
In Italia, in una calda giornata estiva del 1936, l’editore Arnoldo Mondadori riceve una lettera dagli Stati Uniti nella quale gli si propone l’acquisto dei diritti per la pubblicazione nel nostro Paese di questo nuovo gioco che sta ottenendo grande successo. L’editore resta perplesso e chiama nel suo ufficio di via della Maddalena alcuni giovani funzionari che lavorano nella sua casa editrice. «Io pubblico libri e non giochi. Se vi interessa, prendete voi al volo l’idea e lanciatelo. Per quanto posso cercherò di aiutarvi».
Emilio Ceretti, allora giornalista di Mondadori, non si lascia sfuggire l’occasione e si lancia con entusiasmo nell’avventura. Insieme a due amici, Paolo Palestrino e Walter Toscanini, dà così inizio all’impresa. Ognuno di loro si quota per 5.000 lire (un piccolo capitale per quell’epoca) e nasce così l’Editrice Giochi. I tre si mettono subito all’opera, portano il gioco in giro alla sera nelle famiglie milanesi e lo fanno giocare, riscotendo un grande successo. Luigi Barzini jr. scrive sul Cor riere della Sera un pittoresco articolo per descrivere il gioco: è il battesimo ufficiale. Il regime di allora lo attacca come «prodotto degenere del capitalismo», ma il pubblico non ci bada e continua a giocarci. Alla Rinascente vengono indette dimostrazioni per insegnare le regole a tutti i volenterosi e in pochi giorni una folla di persone chiede di giocare a Monopoli.
Con la guerra e i bombardamenti diventa uno dei pochi passatempi consentiti ai poveri cittadini. Finalmente la guerra finisce. La lira vale poco, ma Viale dei Giardini si acquista sempre con 35.000 lire. È un modo come un altro per insegnare ai ragazzi a non disperare, ad avere fiducia in una moneta che forse un giorno si rivaluterà. Le gare di Monopoli e molti club del Monopoli sorgono spontaneamente in ogni regione d’Italia.
I numeri di Monopoli sono da recordi più di 160 milioni di scatole vendute in tutto il mondo, più di 480 milioni di persone nel mondo hanno giocato a Monopoli, più di 5 miliardi di casette verdi sono state costruite da quando nel 1935 il Monopoli è stato lanciato sul mercato. Monopoli è prodotto su licenza della Parker Brothers in 43 Paesi, venduto in 80 e tradotto in 26 lingue. Una versione creata da Alfred Dunhill, con casette d’oro e d’argento, fu venduta a 25mila dollari. La partita più lunga è durata 1680 ore, pari a 70 giorni, quella giocata in ascensore (in movimento) 240 ore. La partita giocata in una casetta sull’albero (268 ore), sottoterra (100 ore), in una vasca da bagno (99 ore) e a testa in giù (36) ore. Il 24 gennaio 1974, in occasione della prima Lotteria di Monopoli, su 701.115 cartoline pervenute fu estratta Susan Bell, di Paris, Tennessee. In premio ricevette una scatola di Monopoli con denaro vero (15.140 dollari). La speranza nascosta di chiunque abbia giocato almeno una volta a Monopoli.