Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/11/2014, 4 novembre 2014
CARI MEDICI, IMPARATE A SPIEGARVI
da Berlino
Non solo le ricette sono indecifrabili, ci riescono solo i farmacisti, e non tutti, anche i medici parlano in maniera incomprensibile. O non spiegano affatto al paziente che cosa abbia, quale cura gli viene consigliata e perché. Con effetti spesso gravi. E all’università di Dresda è stato organizzato un corso di tedesco per futuri dottori tedeschi.
Devono imparare a parlare come tutti, non rifugiarsi nel gergo medico.
Secondo un’indagine condotta a Berlino, il 20% dei pazienti non comprende quel che dice il medico o l’infermiera. E i più non chiedono spiegazioni supplementari, la sala d’aspetto è piena, non c’è tempo. In particolare, le persone anziane si vergognano di ammettere la loro ignoranza. «I dottori potrebbero parlare cinese, e il livello di comprensione sarebbe uguale», si commenta.
Ai miei primi tempi in Germania, il medico, o il pediatra per mia figlia, si preoccupavano che avessi capito, essendo straniero. Ma con me usavano termini scientifici che vengono dal latino, quasi italiano. Kein Problem, nessun problema. Ma non tutti i malati hanno fatto studi classici.
«La comprensione è fondamentale per la guarigione», spiega Anja Bittner, che ha creato il sito internet Was hab’ich?, che cosa ho?, e collabora al corso della facoltà di Dresda. In un semestre, con frequenza settimanale, gli studenti imparano a «tradurre» i termini scientifici. La prima difficoltà è rendersi conto che quel che loro danno per scontato non lo è affatto. Infine dovranno superare cinque prove scritte di traduzione «dal tedesco al tedesco». «All’inizio gli studenti la prendono alla leggera», dice Frau Anja, «poi si rendono conto dell’importanza del corso». Non si prendono voti, non si viene bocciati, ma si diventa più responsabili. Un esempio banale è quello delle specialità per diabetici. Alcuni equivocano, e credono che possano mangiare quanto desiderano di una torta poco calorica. Bisogna saper spiegare come calcolare le calorie.
Un problema aggravato dalla mancanza crescente di medici. Il numero chiuso è stato mal calcolato, si selezionano gli studenti in maniera troppo rigida, mentre si chiudono gli studi e gli ospedali faticano a trovare personale. In certe località, come in Nord Renania Westfalia, ormai l’80% dei dottori viene dall’estero, soprattutto dall’Est. Gli immigrati in camice bianco sono già oltre 33 mila. Per esercitare in Germania, ovviamente, dovrebbero dimostrare di conoscere la lingua, ma in diversi Länder, le regioni, non sono previsti controlli. In altre regioni basta superare un corso di livello B2, cioè dimostrare una conoscenza base della lingua, buona per sbrigarsela nelle attività quotidiane più comuni, ma insufficiente per un medico. Anche se i dottori parlano il tedesco in modo corretto, i più lavorano in campagna e hanno a che fare con pazienti che si esprimono in dialetto. Per legge, il medico dovrebbe spiegare il perché di un’operazione e i rischi connessi, ma il paziente finisce per firmare l’autorizzazione «al buio», fidandosi ciecamente dell’Herr Doktor.
A Colonia si è aperto un corso di Medizindeutsch, tedesco medico, di tre mesi per i dottori stranieri. Ma un trimestre, avvertono i professori, non basta. E a seguirlo dovrebbero essere anche i tedeschi di madrelingua. Il 50% degli studenti alla fine non ottiene neanche il diploma, ma basta cambiare Land e si ottiene spesso l’autorizzazione a esercitare. Meglio un medico che parla bulgaro o romeno, che nessun dottore?
Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/11/2014