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 2014  novembre 01 Sabato calendario

Ecco i verbali della deposizione di Napolitano • Tutti assolti nel processo Cucchi • Aumentano sia gli occupati sia la disoccupazione • Paolo Gentiloni nuovo ministro degli Esteri • Ancora un crollo in Borsa per Mps • Parte Triton, l’operazione europea contro l’immigrazione illegale • Tyson e gli altri pugili violentati • Tre miliardi di persone connesse a Internet • I cento anni del reggiseno Napolitano Sono stati resi pubblici i verbali della testimonianza di Napolitano nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia

Ecco i verbali della deposizione di Napolitano • Tutti assolti nel processo Cucchi • Aumentano sia gli occupati sia la disoccupazione • Paolo Gentiloni nuovo ministro degli Esteri • Ancora un crollo in Borsa per Mps • Parte Triton, l’operazione europea contro l’immigrazione illegale • Tyson e gli altri pugili violentati • Tre miliardi di persone connesse a Internet • I cento anni del reggiseno Napolitano Sono stati resi pubblici i verbali della testimonianza di Napolitano nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. L’elemento essenziale della deposizione è il passaggio della lettera con cui nel giugno 2012 Loris D’Ambrosio (all’epoca consigliere giuridico di Napolitano, morto d’infarto un mese più tardi) confidò al presidente il sospetto di essersi sentito «un utile scriba» per fare da «scudo a indicibili accordi» fra il 1989 e il 1993. Napolitano ribadisce che D’Ambrosio non gli diede chiarimenti, e riconosce: «È difficilissimo dare una interpretazione» a quelle parole. Spiega: «Era la lettera di uomo sconvolto, scritta d’impulso, con l’obiettivo di dimettersi e però sapendo che oramai era dentro un certo tipo di movimento di opinione, chiamiamolo così, o comunque di campagna giornalistica che lo stava ferendo a morte. Ho constatato de visu il suo profondissimo stato di ansietà e anche di indignazione, perché un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita al servizio dello Stato. Ritengo che alcune di queste espressioni siano lo specchio di un uno stato d’animo veramente esasperato... Poteva concludersi forse anche drammaticamente, dato il grado di enorme tensione, e quindi con questa lettera lui si libera senza raccontare quello che probabilmente aveva da raccontare». Nella ricostruzione dell’accusa, l’introduzione per decreto dell’articolo «41 bis» dell’ordinamento penitenziario dopo la strage di Capaci che uccise Giovanni Falcone, divenne subito uno dei principali temi di trattativa fra mafia e Stato; non a caso la sua abrogazione è indicata nel «papello» che sarebbe stato consegnato da Vito Ciancimino ai carabinieri, proveniente da Totò Riina. I pm chiedono a Napolitano se ebbe conoscenza dei contrasti tra i partiti nella conversione in legge di quel decreto. «Il Presidente della Camera non entra nel merito dei provvedimenti sottoposti all’esame del Parlamento, né si confronta con i singoli gruppi parlamentari sui contenuti delle loro posizioni... Divenendo io Presidente della Camera dopo la strage di Capaci, prima dell’assassinio di Borsellino, mi trovai come prima questione di grande rilievo quella di incoraggiare la rapida soluzione con un voto in Parlamento che non ritardasse... In quel momento non vi furono, per quel che posso ricordare, distinzioni e contrapposizioni gravi sul da farsi... Le forze fondamentali, i gruppi parlamentari più forti, non avevano dubbi su quella linea... Più che ricordare dati specifici, cambiamenti di posizioni da parte di alcune forze politiche, del che non rammento nulla, sono convinto che la tragedia di Via D’Amelio (l’attentato a Paolo Borsellino, il 19 luglio ’92, ndr ) rappresentò un colpo di acceleratore decisivo, perché si era arrivati quasi al limite dei sessanta giorni per la conversione in Legge del decreto». Sulle esplosioni compiute il 27 luglio 1993 fra Firenze, Roma e Milano, Napolitano dice: «La valutazione comune alle autorità istituzionali in generale e di governo in particolare fu che si trattava di nuovi sussulti di una strategia stragista dell’ala più aggressiva della mafia (…). Comunque non ci fu assolutamente sottovalutazione...» e si pensò subito a un «Ricatto o addirittura pressione a scopo destabilizzante di tutto il sistema». Poi si passa ai timori di colpi di Stato con tanto di blocco delle linee telefoniche evocati da Ciampi, all’epoca presidente del Consiglio: «Il fulcro della responsabilità era senza alcun dubbio il governo e non a caso il black out i presunti eversori l’avevano fatto a Palazzo Chigi, non a Montecitorio né a Palazzo Madama. Noi seguivamo, eravamo coinvolti eccetera, però in quel momento il bersaglio era il governo, e di conseguenza la sede delle decisioni da prendere era palazzo Chigi». Cucchi La sentenza in appello sulla morte in carcere di Stefano Cucchi, con il viso e il corpo pieno di tumefazioni e lividi, dice che non c’è stato pestaggio delle forze dell’ordine e, inoltre, assolve tutti i medici e gli infermieri condannati in primo grado per omicidio colposo, accusati anche di abbandono di incapace. La madre del ragazzo, arrestato per droga e mai più uscito dal carcere: « Se non c’è un colpevole, vuole dire che ora torno a casa e trovo mio figlio, vivo, a aspettarmi». Lavoro Cresce il numero di occupati (82mila in più a settembre rispetto ad agosto) e diminuisce il numero di cittadini che non lavorano e non cercano un impiego, ma sale il tasso di disoccupazione: a settembre erano 3 milioni 236mila i disoccupati, in aumento dell’1,5% rispetto ad agosto (+48mila) e dell’1,8% su base annua (+58mila). Il tasso di disoccupazione al 12,6%. L’aumento contemporaneo degli occupati e dei disoccupati è stato possibile, fa notare l’Istat, grazie all’aumento della partecipazione al mercato del lavoro e al calo delle persone inattive. Gentiloni Paolo Gentiloni, 60 anni, è il nuovo ministro degli Esteri. Studi al “Tasso” di Roma insieme a Gasparri, gli amici lo descrivono secchione, colto, divoratore di libri e delizie gastronomiche. Ama il cinema e lo sci di fondo, va per mostre ed esce a cena con gli amici Giachetti, Realacci e Anzaldi. Spesso e volentieri, come scaramanzia prima di una sfida elettorale, si fa battere a tennis da Realacci, che non si stanca di dipingerlo come «una persona straordinariamente per bene, che non sgomita e però è molto solida». Giornalista laureato in Scienze politiche, ha diretto Nuova ecologia e scritto per L’Ora, Pace e Guerra, L’Espresso, Europa. Dopo essere stato assessore al Giubileo negli anni 90, deputato dal 2001, presidente della Vigilanza Rai con applauso bipartisan, è arrivato dalla commissione Esteri al ministero. Ha il doppio cognome, ma non lo usa: Gentiloni Silverj, famiglia di conti marchigiani. È parente di Vincenzo Ottorino Gentiloni, che nel 1913 firmò l’omonimo patto con Giolitti (Guerzoni, CdS). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Mps Arriva una prima condanna a Siena per la gestione Mussari-Vigni di Mps: 3 anni e sei mesi ciascuno per l’ex presidente dell’istituto senese Giuseppe Mussari, per l’ex direttore generale Antonio Vigni, e per l’ex direttore dell’area finanza, Gianluca Baldassarri. Intanto ieri in Borsa è stato un altro giorno nero per la banca che ha perso il 10,46%, in controtendenza con il resto del listino (+3%). Negli ultimi cinque giorni la caduta del titolo ha raggiunto il 40%, erodendo la capitalizzazione di circa 2 miliardi: da 5,1 a 3,1. In pratica poco più della metà dell’aumento di 5 miliardi appena concluso. Ieri è tramontata l’ipotesi dell’arrivo in soccorso di una banca italiana in grado di assorbire gli oneri, resta in piedi l’idea di un allungamento di 4 anni del prestito contratto con il Tesoro, i cosiddetti Monti bond. Per evitare svendite o interventi sgraditi tornano in campo le ipotesi di nazionalizzazione della banca. A chiedere al governo di «entrare temporaneamente» nel capitale di Mps, per «salvarne l’autonomia» è stato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Triton L’operazione Triton, varata dall’Europa, che da oggi sostituirà Mare Nostrum: 25 mezzi navali e 9 aerei con una spesa mensile di 2 milioni e 900mila euro per pattugliare le acque a 30 miglia dalle coste italiane. L’accoglienza dei migranti, comunque, è tutta a carico dell’Italia. L’operazione divide gli interventi di controllo da quelli di salvataggio che spetta alla Guardia Costiera. Triton ha come obiettivo il contrasto dell’immigrazione illegale e dunque si parteciperà all’attività di soccorso soltanto in casi di massima gravità. I mezzi messi a disposizione dagli Stati membri (Finlandia, un aereo; Francia, un aereo; Islanda, una nave; Lettonia, un elicottero; Malta un aereo, una motovedetta grande e una piccola; Olanda una motovedetta piccola; Portogallo una nave; Spagna, una nave) saranno guidati dall’equipaggio straniero, ma a bordo dovranno sempre avere un ufficiale italiano. I 2 milioni e 900mila euro mensili a disposizione di Triton copriranno il 100% delle spese sostenute dagli Stati stranieri e il 38% di quelle dell’Italia che sosterrà i costi del controllo delle propri frontiere (Sarzanini, CdS). Pugili/1 Mike Tyson in diretta alla radio: «Sono stato violentato a sette anni. Un vecchio mi ha afferrato per strada e ha abusato di me. Non l’ho più rivisto, né mi ha cercato, né ci ho più pensato» (Audisio, Rep). Pugili/2 Sugar Ray Leonard ha ricordato nella sua biografia di essere stato molestato da un allenatore di pugilato: «In un’auto in un parcheggio deserto, lui mi abbassò la cerniera dei pantaloni, ci infilò prima una mano, poi la bocca. Scappai via con un senso di vergogna». Micky Ward, 49 anni, welter americano di origini irlandesi, ha scritto anche lui in A Warrior’s Heart di essere stato molestato dai 9 ai 12 anni. Frank Shamrock, pugile americano-ispanico, ragazzo senza fissa dimora, adottato a 21 anni, dopo molti vagabondaggi in istituti, ha raccontato nel libro Uncaged una violenza subita (ibidem). Internet Le persone connesse a Internet sono tre miliardi. Nove su dieci in Corea del Sud e in Canada, seguono Stati Uniti e Regno Unito mentre in Africa le percentuali sono infinitamente più basse se si fa eccezione per il Sud Africa (46 per cento) e la Nigeria (37) (Luna, Rep). Reggiseno/1 Il reggiseno compie cento anni. Lo brevettò una giovane signora della buona borghesia newyorkese, Mary Phelps Jacob: ai tempi era costituito da due fazzoletti cuciti insieme e tenuti separati da un nastro. Negli anni 30 nascono i primi reggiseni con coppe e circonferenza del busto dalle misure differenziate e con le spalline elastiche e regolabili. Seni a punta per le signorine grandi firme e per le pin-up. Durante la seconda guerra mondiale la scarsezza di materie prime pregiate come la seta fa registrare il boom dei reggiseni in fibra sintetica, soprattutto in nylon, a prezzi popolari (Laurenzi, Rep). Reggiseno/2 Nove donne su dieci non sanno scegliere il modello e la misura giusta di reggiseno (ibidem).