www.cinquantamila.it/fiordafiore 26/10/2014, 26 ottobre 2014
Monte dei Paschi e Carige non superano gli esami della Banca centrale europea • Il lavoro in Italia • A Parma un fax ignorato avvertiva del pericolo alluvioni • Dilma Rousseff confermata presidente in Brasile • La nuova vita delle stazioni abbandonate Banche Dopo dieci mesi di verifiche, sono arrivati i risultati degli stress test sulle banche europee
Monte dei Paschi e Carige non superano gli esami della Banca centrale europea • Il lavoro in Italia • A Parma un fax ignorato avvertiva del pericolo alluvioni • Dilma Rousseff confermata presidente in Brasile • La nuova vita delle stazioni abbandonate Banche Dopo dieci mesi di verifiche, sono arrivati i risultati degli stress test sulle banche europee. Risultato: delle 131 banche sottoposte agli esami della Bce solo 25 non hanno passato la prova sulla base dei bilanci 2013. Tra queste due italiane: Monte dei Paschi di Siena e Carige. L’istituto senese risulta essere di fatto la banca più debole in Eurozona. Promosse tutte le grandi: Intesa Sanpaolo e Unicredit sono tra le più capitalizzate d’Europa, seguite da Ubi. Ora Mps e Carige avranno 9 mesi di tempo a disposizione per presentare un piano. Il Monte potrebbe essere prossimo a una fusione con un altro istituto italiano, come per esempio Ubi, o estero, come Bnp Paribas. Carige, preparata al giudizio della Bce, ha votato un aumento di capitale e alcune dismissioni Mps Mps ha effettuato 5 miliardi di aumento di capitale a giugno e la restituzione di 3 su 4 miliardi di Monti bond. Il presidente, Alessandro Profumo: «La Banca centrale europea ci dice: “La qualità degli attivi della banca è ancora influenzata da tre elementi: la crescita degli impieghi nel periodo 2008-2010, la qualità dell’attivo della ex banca Antonveneta, il peso e qualità dell’attività creditizia sul territorio di riferimento della banca”. Insomma le scelte fatte nel passato pesano ancora molto. Penso che un rappresentante delle istituzioni oggi dovrebbe essere più focalizzato sul fatto che la banca in questi anni ha ottenuto questi risultati: un deleverage di oltre 45 miliardi di euro, rispetto a un attivo di oltre 240 miliardi a fine 2011; accantonamenti per perdite su crediti per circa 6,6 miliardi dal 2012 al 30 giugno 2014; una riduzione dei costi operativi per oltre 760 milioni; più commissioni per 200i. Operazioni che ci hanno consentito di rendere 3 dei 4 miliardi di Monti Bond». Non si aspettava un giudizio così severo: anche perché dobbiamo ricordarci che dal novembre 2013 siamo soggetti a un Piano di Ristrutturazione e che il manuale pubblicato a maggio diceva che lo stress test sarebbe stato effettuato sulla base di quel Piano. Banca d’Italia stessa dice che lo stress test non è stato basato sul piano. Inoltre, non mi pare che si sia tenuto conto del fatto che non tutte le banche sono allo stesso stadio del percorso di ristrutturazione. Noi siamo appena partiti, mentre alcune lo stanno applicando da più anni, anche da sei» ( a Daniele Manca, CdS). Lavoro/1 «Dobbiamo fare in modo che ci sia il contratto a tempo indeterminato, ma il posto fisso non c’è più perché è cambiato il mondo attorno a noi» (Matteo Renzi alla Leopolda). Lavoro/2 Ogni 100 nuovi contratti di lavoro che vengono attivati appena 15,2 sono a tempo indeterminato. Il grosso dei nuovi contratti, ben il 69,7% nel secondo trimestre del 2014 secondo i dati raccolti dal ministero del Lavoro, è rappresentato dalla sommatoria di contratti di formazione, contratti di inserimento, interinali, intermittenti e contratti di agenzia. Poi c’è un 6,2% di contratti a termine, un 5,8% di contratti di apprendistato ed infine un 3,1% di contratti di collaborazione. Su 2.651.648 nuovi rapporti di lavoro, dunque, solo 403.036 (227mila maschi e 176mila femmine) sono a tempo indeterminato. Ne consegue un turnover fortissimo che, sempre nel II trimestre 2014, arriva a sommare ben 2.430.187 cessazioni: 355mila sono frutto di richieste del lavoratore, 249mila sono invece promosse dall’azienda. Restano 1 milione e 639 mila contratti che terminano per semplice scadenza naturale del rapporto di lavoro. La cosa curiosa è che di queste 2,43 milioni di cessazioni ben 403mila riguardano contratti che durano appena 1 giorno, 170mila tra due e 3 giorni e altri 380mila non arrivano al mese pieno di lavoro. Solo 381mila contratti durano più di un anno. Se si analizza la serie storica che va dal primo trimestre 2011 al secondo trimestre 2014 si vede che in tre anni e mezzo lo stock dei contratti cessati ha toccato la quota di 34 milioni e 824mila interessando 12 milioni e 147mila lavoratori, che in media hanno pertanto «subito» 2,87 cessazioni a testa (Baroni, Sta). Lavoro/3 Secondo un’indagine Coldiretti/Ixé, meno della metà dei giovani italiani (46%) ambisce ad avere un posto fisso contro il 53% dell’anno passato. Quasi un giovane su tre (31%) vuole lavorare autonomamente. Ben il 51% sarebbe pronto anche ad espatriare per trovare un lavoro, mentre il 64% è disponibile a cambiare città (ibidem). Lavoro/4 Di qui al 2022, secondo l’indagine “Career Cast”, scompariranno taglialegna e tornitori assieme a giornalisti, tipografi, hostess, agenti di viaggio, postini e letturisti dei contatori. Apocalittica, in questo senso, una stima della London School of economics secondo cui in Italia ben il 56% dei lavori di oggi rischia di sparire entro vent’anni (ibidem). Fax A due settimane dall’alluvione a Parma, la Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo. Infatti il comune aveva ricevuto un fax di allerta meteo già sabato 11. Vi si legge: «Allerta per condizioni meteorologiche avverse a partire da domenica 12 fino a martedì». Tra gli effetti attesi «rapidi innalzamenti dei livelli dei corsi d’acqua minori con limitati fenomeni di inondazione». È un’allerta di tipo 1, che prevede cioè la possibilità di pericoli per la popolazione civile e danni alle abitazioni e che impone al sindaco di informare i cittadini. L’intestazione del documento non lascia scampo: trasmesso sabato 11 ottobre alle ore 13:49. Quando arriva il fax però Pizzarotti a Parma non c’è. In quelle stesse ore è impegnato al Circo Massimo a Roma per la tre giorni di kermesse del Movimento Cinque Stelle. La comunicazione della Prefettura viene protocollata dal Comune solo il lunedì, come dimostrano i timbri. Dai Portici del Grano tutto tace, fino alle 17.45 di lunedì, quando Pizzarotti, su Twitter, scrive «#Parma#alluvione. Non andate in via po e via baganza, il fiume ha straripato». Troppo tardi: il fango ha già iniziato a travolgere alberi, auto e case. Rousseff Alle elezioni presidenziali brasiliane ha vinto di nuovo Dilma Rousseff. Ha sconfitto il rivale Aécio Neves al ballottaggio, con il 51,64% dei voti contro il 48,36. Un anno e mezzo fa la sua popolarità non superava il 30%, ma è riuscita a vincere con l’aiuto di una forte squadra di marketing e l’intervento del mentore Lula. Il suo uomo-immagine, João Santana, è conosciuto per la sua spregiudicatezza. Due anni fa in Venezuela convinse la gente a rieleggere Hugo Chávez, nonostante fosse in fin di vita. In Brasile ha trasformato l’immagine di zia burbera nel «coração valente», il cuore coraggioso del popolo, riempiendo il Brasile di immagini della Rousseff ventenne guerrigliera, quando venne incarcerata e torturata (Cotroneo,CdS). Stazioni Sulla rete ferroviaria italiana ci sono 1.900 stazioni abbandonate. Dice Ferrovie dello Stato che possono essere richieste «da chi vuole farle rivivere, soprattutto da associazioni di volontariato, con la garanzia dei Comuni. Il comodato è gratuito, i lavori di ristrutturazione e manutenzione sono a carico di chi chiede gli spazi». Cinquecento sono state già assegnate. Per esempio si balla la break dance e c’è una sala proiezioni nell’ex sala d’attesa di prima classe a Mondovì; oppure Radio Appennino a Marzabotto; “l’Orto segreto” con 45 varietà di ortensie a Orta Masino; un teatro alla ex stazione di Cotignola (Meletti, Rep).