Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  novembre 03 Lunedì calendario

LA REVISIONE DELLA CALDAIA E QUEL NUOVO LIBRETTO CHE COSTA ANCHE 200 EURO: «SESSANTA VANNO AL TECNICO, IL RESTO AL CATASTO REGIONALE. NON È FORSE UN NUOVO BALZELLO?»

«Buon giorno, sono venuto per la pulizia della caldaia». «Bene, la aspettavo. Verifica i fumi?». «Sì, ma c’è dell’altro». «Ah! Quale novità?». «Vede questo libretto, bisognerà compilarlo». Estraggo il libretto solito, la cui compilazione costa ogni anno 60 euro. «Non basta questo?». «No adesso ce ne vuole un altro. Curit». «Curit?». «Catasto Unico Regionale Impianti Termici. Dal 15 di ottobre bisogna dotarsi di nuovi libretti, sia per la climatizzazione invernale che per quella estiva, certificare il rendimento di efficienza energetica, legge del ministero dello Sviluppo».
Il tecnico mi spiega com’è fatto il nuovo libretto. Confesso che non riesco a vedere grandi differenze rispetto al precedente. La Regione Lombardia, dove abito, ha deciso di attuare subito questa regola; altre regioni non l’hanno ancora fatto. La manutenzione sarà annuale, e non come prima ogni due anni. Mentre smonta la copertura della piccola caldaia che alimenta cinque caloriferi, mi spiega che la periodicità dei test di sicurezza e salubrità la stabilisce chi fa la manutenzione, cioè lui. Verrà ogni anno. Deve verbalizzare l’efficienza energetica dell’impianto. Se ho un impianto solare, o usufruisco di teleriscaldamento, bisogna che lo dichiari nel libretto. Gli chiedo se i controlli saranno due, uno per ciascun libretto. «Certo, ma possiamo fare in un’unica volta». Davanti alla mia perplessità, mi spiega pazientemente che se il mio impianto fosse nuovo, la prima annotazione spetterebbe all’installatore, mentre per un impianto vecchio – questo ha 7 anni – sono io, come proprietario o inquilino, il responsabile dell’impianto. «Non lo vuole cambiare? Lo sa che è già obsoleto?».
Intanto ha fatto la misura: tempo dei fumi, aria che si combina, percentuale dell’ossigeno, indice aria, rendimento, potenza, ecc. Lo ripete tre volte. Impiega più tempo a compilare i due libretti che a fare le prove tecniche. Al libretto aggiunge un foglio: «Rapporto di Controllo di Efficienza Energetica», su cui graffa la stampata di carta termica che esce dalla sua macchinetta. «Cosa significa Catasto?», chiedo. «Che i dati del suo impianto andranno nel censimento generale. Si figuri che non esiste un catasto aggiornato delle case, e adesso fanno quello delle caldaie e dei condizionatori…», commenta sarcastico. Alla fine lo pago: sono 140 euro. Mi è andata bene, commenta, in genere costa intorno ai 200 euro. Sessanta vanno a lui, il resto al Catasto Regionale. Non è forse un nuovo balzello?
Marco Belpoliti, La Stampa 3/11/2014