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 2014  novembre 02 Domenica calendario

DRONI IN VOLO SULLE CENTRALI NUCLEARI IL MISTERO CHE METTE PAURA ALLA FRANCIA


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI Dall’inizio di ottobre sono ormai 15 le centrali nucleari francesi sorvolate da droni che restano misteriosi. Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve giorni fa rassicurava l’opinione pubblica evocando «dispositivi di neutralizzazione» pronti a difendere i reattori, ma per adesso i droni continuano a violare tranquillamente lo spazio aereo proibito, nel corso di azioni coordinate e simultanee, a centinaia di chilometri di distanza l’uno dall’altro.
Gli apparecchi arrivano di notte, o all’alba, e volano per qualche minuto sopra le centrali, nonostante il perimetro di sicurezza di cinque chilometri di raggio e mille metri di altezza. Le pattuglie di sorveglianza li avvistano, danno l’allarme, ma nessuno arriva a bloccarli né a capire chi li piloti. Poche ore dopo le parole del ministro, nella serata tra venerdì e sabato sono state sorvolate altre cinque centrali: Penly e Flamanville nel Nord del Paese, Saint-Laurent-des-Eaux, Dampierre-en-Burly e Fessenheim nei dipartimenti centro-orientali.
Ogni volta la società Edf, il colosso energetico che ha in gestione i 58 reattori delle 19 centrali nucleari francesi, rende noto che presenterà denuncia, ma è passato un mese dall’inizio degli episodi e né il governo né l’Autorità per la sicurezza nucleare sembrano avere idea di che cosa stia succedendo.
Secondo le descrizioni dei testimoni, i droni sono di dimensioni diverse: il più delle volte piccoli, simili a quelli che si trovano facilmente in commercio, ma negli ultimi casi ne sono stati avvistati anche di più grandi, lunghi oltre due metri.
Se è una beffa, è organizzata molto bene e con mezzi non trascurabili, perché ci vogliono più squadre in grado di pilotare contemporaneamente più velivoli in zone della Francia lontane tra loro. Inoltre i responsabili rischiano almeno un anno di galera e 75 mila euro di multa: non poco per uno scherzo, e ci vuole un certo coraggio per scegliere come obiettivo centrali nucleari che assicurano il 75% del fabbisogno di energia dei francesi.
L’ipotesi di un’esercitazione dei servizi di sicurezza, già debole dopo i primi avvistamenti, è caduta appena il governo ha promesso di intervenire senza riuscirci: il ministero dell’Interno viene ormai ridicolizzato da sorvoli sempre più frequenti.
Gli ecologisti di Greenpeace hanno osato violare lo spazio aereo due anni fa, quando filmarono con un drone uno dei loro militanti che sorvolava il reattore di Bugey a bordo di un parapendio a motore, riuscendo poi ad atterrare all’interno della centrale. Ma stavolta sia Greenpeace sia la rete di associazioni «Sortir du nucleaire» assicurano di essere estranee ai sorvoli. «Quando organizziamo delle azioni dimostrative lo facciamo sempre a volto scoperto e anzi le rivendichiamo», dice Greenpeace, che invece accusa il governo di minimizzare la minaccia.
Yannick Rousselet, responsabile del nucleare per l’Ong ambientalista, sostiene che «i droni hanno cominciato a volare sopra le centrali non dal 5 ottobre, come dice Edf, ma dal 14 settembre. È un’operazione di ampio respiro, con un alto grado di coordinamento, ma nessuno riesce a farvi fronte. E dire che siamo in un periodo di massima allerta terrorismo».
I droni potrebbero effettuare dei voli di ricognizione o di prova in vista di un attentato. Il governo non lo ammette apertamente, ma Rousselet lancia l’allarme: «Un drone non può fare danni seri colpendo un reattore, ma le piscine dove viene messo il combustibile irradiato non sono così protette. Se un drone carico di esplosivo arrivasse a centrare una di queste piscine... Siamo di fronte a un problema di sicurezza estremamente importante».
L’affare dei droni arriva in un momento delicato per il nucleare, perché il piano di transizione energetica appena fatto votare dalla ministra Ségolène Royal prevede la diminuzione della dipendenza dall’atomo dall’attuale 75% al 50% entro il 2025. Alcuni siti, come quello di Fessenheim, sono vecchi e destinati a essere chiusi, e su di loro si concentrano gli allarmi degli oppositori al nucleare: concepiti ben prima dell’11 settembre, non sarebbero affatto capaci di resistere a un attacco dal cielo, a differenza di quel che sostiene il governo. Dopo la catastrofe di Fukushima la Francia ha tenuto a ricordare che le sue centrali, più costose, sono anche incomparabilmente più sicure rispetto a quelle degli altri Paesi. Ma in attesa di capire chi li guida, i droni stanno già facendo vacillare qualche certezza.