Il Sole 24 Ore 2/11/2014, 2 novembre 2014
ITALIA-GERMANIA È COME A MEXICO70
Prendiamo una nazione quasi "perfetta". Dove tutto funziona a menadito: la burocrazia è snella, la politica fa il suo dovere, la scuola dialoga con le imprese, il sistema Paese è efficiente e supporta le aziende, il peso del fisco è del 48,8%, la disoccupazione è al 5%, il debito pubblico sul Pil è al 75,4. Ora prendiamo una nazione dove la burocrazia è kafkiana, la politica ha un’immagine deteriorata, tra scuola e imprese la comunicazione è agevole come tra i sistemi operativi di Apple e Android; il peso del fisco sulle realtà produttive è al 65,4%, la disoccupazione è al 12,6% e il debito pubblico ha raggiunto il 133,8% del Pil.
Chiunque sia dotato di un po’ di buonsenso pensa, giustamente, che non vi sia partita tra due sistemi simili: che il primo viaggi spedito sui binari della crescita e del successo e che il secondo sia invece avviato su un piano inclinato che porta verso il baratro.
Invece no. Le cose non sono sempre scontate e non vanno sempre come numeri e logica porterebbero a pensare. La dimostrazione arriva dall’ennesima "partita" tra Italia e Germania. L’Italia, se ci fosse bisogno di dirlo, è il secondo dei Paesi delineati, ma il risultato è, ancora una volta, tutt’altro che scontato e rischia di assomigliare alla storica partita di Messico 70. Solo che invece che a calcio si gioca con la meccanica. Così si scopre che nel packaging tra le prime dieci aziende europee per competitività sei sono italiane e solo tre tedesche (anche se una è prima). E si scopre, anche, che nella meccatronica l’Italia vanta 179 prodotti con saldo commerciale migliore di quello tedesco. Noi siamo più forti. Il vero, unico, problema, sono le condizioni del campo...
Il Sole 24 Ore 2/11/2014