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 2014  novembre 02 Domenica calendario

TRE CASE SU 4 OCCUPATE DA STRANIERI


MILANO I report sono riservati. Arrivano sui tavoli della questura e delle istituzioni. Contengono indirizzi e dettagli degli interventi degli ispettori Aler (l’azienda degli alloggi popolari). E raccontano la battaglia per la casa che si combatte ogni giorno a Milano. L’ultimo dossier racchiude la settimana dal 20 al 26 ottobre: 54 tentativi di occupazione (16 «riusciti», gli altri sventati). Bisogna scorrere quell’elenco per capire chi sono gli abusivi che hanno «rubato» gli ultimi alloggi popolari: nel quartiere San Siro, «donna cingalese con tre minori», «coppia romena con minori», «donna marocchina in gravidanza», «donna bosniaca con tre minori»; al quartiere Calvairate, «donna romena con tre minori», «coppia georgiana con un minore»; in altre zone: «due donne italiane con minori», «donna italiana con minore». Eccolo, il quadro. Per la stragrande maggioranza donne. Non solo: donne straniere. È una tendenza ormai stabile. E spiega sia l’aspetto sociale, sia i retroscena criminali della deriva che sta travolgendo le periferie milanesi.
Da gennaio a ottobre 2014, i tentativi di occupazione abusiva in città sono stati 1.278 , circa il doppio rispetto al 2010 (erano 667). In quegli appartamenti, in 3 casi su 4, c’erano cittadini stranieri, tra cui 256 egiziani, 205 romeni, 143 marocchini. Gli italiani che hanno occupato o tentato di occupare sono stati 324. Queste cifre spiegano anche quali siano i gruppi che hanno sentinelle nei quartieri (per trovare gli alloggi vuoti) e fanno affari sfondando le porte per 500 euro.
Bande criminali di zona, non racket organizzato. Scacchiere fluido: i nordafricani si sono allargati dove non hanno avuto il contrasto della criminalità italiana, negli storici quartieri di Corvetto, Giambellino, Calvairate. Al loro fianco, s’è gonfiata l’«immobiliare clandestina rom»: nel 2011 erano entrati in una ventina di case popolari, ora ne hanno in mano oltre 130 (l’Aler ne ha sgomberate altre 70). Al Gratosoglio si muovono i rom allontanati dalle baraccopoli della periferia Sud. La situazione è così compromessa, in quella zona, che non esitano a occupare anche in un palazzo abitato da poliziotti. L’altra forza delle periferie è l’«immobiliare rossa», antagonisti che hanno spostato la loro azione dall’obiettivo «no Tav», all’«abitare nella crisi». Controllano decine di case tra i due Navigli; si sono stabiliti a San Siro; manifestano per impedire gli sgomberi.
Quando Aler e forze dell’ordine intervengono per un’occupazione, dentro trovano quasi sempre donne con bambini. C’è un motivo: senza una rete di assistenza sociale, non si possono allontanare. Gli uomini agiscono prima (per sfondare le porte) e dopo: portano i mobili, cambiano le serrature. Così, «consolidano» le occupazioni.